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Valentina Giovagnini, l’artista dal cuore grande rivive a 15 anni dalla morte

Gli album della cantante aretina, nata 44 anni fa oggi e scomparsa a causa di un tragico incidente nel 2009, per la prima volta sono disponibili rimasterizzati e in versione digitale insieme a un inedito. A ricordarla anche una onlus che opera in ambito sociale e di opere di beneficenza

di RICCARDO JANNELLO -
6 aprile 2024
Valentina Giovagnini

Valentina Giovagnini

Il 6 aprile di quarantaquattro anni fa nasceva ad Arezzo un’artista che avrebbe potuto segnare la storia della musica italiana ben più di quanto ha potuto nella sua breve vita: Valentina Giovagnini, da Arezzo, è infatti morta il 2 gennaio 2009 quando ancora non aveva 29 anni per le conseguenze di un tremendo incidente d’auto in Val di Chiana. I medici delle Scotte di Siena nulla potettero, le ferite erano troppo gravi. Chi l’amava, chi aveva conosciuto il suo straordinario talento, in questi 15 anni si è sempre posto la solita domanda: dove sarebbe potuta arrivare Valentina?

Gli album in versione digitale e l’inedito

A ricordarcela ancor di più nelle sue straordinarie rincorse sonore fra musica cantautoriale, etnica, pop, classica e chi più ne ha più ne metta, arrivano per la prima volta in versione digitale e rimasterizzata, proprio in occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno, i due album “Creatura nuda” (l’originale è del 2002) e “L’amore non ha fine”, uscito postumo cinque mesi dopo la sua morte quando la musicista aretina stava preparando il tour di lancio. Assieme a questi due lavori ecco un inedito: “Respiro”, che sarà disponbiile in Ep. Dal 26 luglio ci sarà poi un triplo cd, “La mia natura”, che conterrà tutta la produzione discografica anche questa rimasterizzata.

Una vita in musica

La musica è stata la colonna portante della breve vita di Valentina Giovagnini che fin da piccola ha studiato danza e canto, ha subito appreso il pianoforte e il flauto e si è poi diplomata al liceo musicale della sua città. Il forte legame con la sorella Benedetta, anche lei musicista, ha prodotto risultati sorprendenti. Ma Valentina stupiva non solo per la sua bravura, ma per le sue scelte: la passione per la cultura medievale e celtica, che l’ha portata a studiarne testi e strumenti come l’uso del tin whistle, il flauto a sei fori, e a prendere ispirazione da artisti di culto come Enya, Kate Bush e Loreena McKennitt.

Ma anche la capacità di spaziare fra ogni genere, dalla musica latina al folk al pop sperimentale per omaggiare un altro dei suoi miti, l’islandese Bjork. Anche le sue passioni per gli artisti italiani non sono mai banali, amando Agelo Branduardi ed Elisa. L’incontro con Davide Pinelli, produttore, e Vincenzo Incenzo, già collaboratore di Renato Zero e Lucio Dalla, la porterà alla maturità e a quel Sanremo 2022 dove Valentina ammaliò l’Italia intera.

Valentina Giovagnini
Valentina Giovagnini

A Sanremo con “Il passo silenzioso della neve”

Giovagnini arrivò all’Ariston per la 52esima edizione del Festival fra i giovani dopo avere vinto la selezione interpretando la cover de “La prima cosa bella”. Presentò il brano “Il passo silenzioso della neve” e il teatro fu percorso da un lungo brivido. Alla fine dell’interpretazione un primo silenzio ieratico fu interrotto da un effluvio di applausi e dalla standing ovation: Pippo Baudo, che ne ha viste tante nella sua carriera, rimase estasiato. Ma Valentina non vinse. La sua classe, la sua forza interpretativa, la sua passione, il suo lirismo spontaneo e la bellezza della canzone furono battute per 21 voti (7654 a 7633) da una cantante completamente all’opposto di lei: la prorompente, provocante, più televisiva direi, Anna Tatangelo con “Doppiamente fragili”. Il verdetto fu subissato dai fischi e a poco valse la consegna del premio quale migliore arrangiamento e poi un buon risultato di vendita.

Colta, tenera e non mediatica

Vincenzo Incenzo – che ne ha scritto una biografia - ricorda così l’esperienza con Valentina: “La sensazione al primo incontro è stata sin da subito quella di trovarmi davanti a un’entità quasi di un altro mondo, dotata di una tenerezza unica. Con il suo produttore, Davide Pinelli, abbiamo affrontato quel Sanremo con un po’ di paura, il suo modo di fare così in punta di piedi ci preoccupava, soprattutto in un contesto del genere. Poi ha cantato e ha mostrato tutta la grinta e il suo talento incredibile, nonostante molte case discografiche e diversi addetti ai lavori avessero reputato ‘Il passo silenzioso della neve’ una canzone non consona al Festival”.

Valentina Giovagnini a Sanremo
Valentina Giovagnini a Sanremo

Ma la ragazza di Arezzo trasferitasi a vivere a Foiano della Chiana non cambia il suo registro: la sua musica è e deve rimanere colta tanto che, spinta a partecipare a un talent (“Music Farm”), viene scartata perché “non era abbastanza litigiosa, inadatta per un programma televisivo, troppo seria e professionale, quindi non era materia da corrida mediatica”. Ma i suoi estimatori continuano a seguirla e a credere in lei anche fuori dal mainstreaming. Fino a quel doloroso, insopportabile, ingiusto 2 gennaio 2009.

Adesso c’è un’occasione imperdibile per ricordarla e tornare a essere affascinati da lei, che come persona ha fatto comunque nascere un fiore importante, la “Valentina Giovagnini Onlus”, un’associazione, gestita dalla famiglia, che ha l’obiettivo di onorare e mantenere sempre vivo il ricordo della cantante attraverso progetti in ambito sociale e di opere di beneficenza.