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Home » Lifestyle » Rinascere a quarant’anni: la bellezza delle donne “anta” nei ritratti di Valeria Lobbia

Rinascere a quarant’anni: la bellezza delle donne “anta” nei ritratti di Valeria Lobbia

La fotografa ritrattista: "Uno scatto diventa un viaggio alla riscoperta di se stesse, un'occasione per vedersi rifiorire e ritrovare la propria essenza"

Barbara Berti
7 Settembre 2022
La fotografa ritrattista Valeria Lobbia in un suo autoritratto

La fotografa ritrattista Valeria Lobbia in un suo autoritratto

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“I primi quarant’anni di vita ci danno il testo; i successivi trenta ci forniscono il commento allo stesso” sosteneva il filosofo Arthur Schopenauer. E i 40 anni per una donna sono un sorta di dead-line. O meglio lo erano fino agli anni Novanta quanto raggiunta tale soglia una donna era considerata ormai di mezza età. Oggi c’è chi chiama tale periodo ‘seconda adolescenza’ o anche ‘gli anni della rinascita’.

Al di là di come si voglia definire tale periodo, ancora oggi il raggiungimento dei 40 anni resta comunque un periodo difficile per le donne come sostiene una ricerca psicologica di “Exploring Your Mind” perché la società tende ancora a imporre questa sorta di ‘scadenza’. E’ possibile, perciò, che una donna di tale età inizi a mettere in discussione la propria vita e le scelte compiute fino a quel momento, ricordando tutti quei sogni che aveva un tempo e che a causa della famiglia e del lavoro ha lasciato. Allo stesso tempo però, soprattutto alla fine dei 40 anni, le donne tendono ad affrontare le emozioni in modo più equilibrato e a osservare la realtà che le circonda in modo diverso, ridefinendo i propri traguardi e obiettivi. Ed è proprio in questa occasione che la donna si rende conto del proprio valore e matura una nuova visione del mondo che va oltre la necessità di prendersi cura degli altri.

Una rinascita che può avvenire anche attraverso la fotografica. Come propone Valeria Lobbia, la fotografa ritrattista professionista, che ha deciso di dare alle donne uno spazio in cui ritrovarsi, vedersi rifiorire e risplendere. In questo modo l’esperienza di ritratto diventa un viaggio alla riscoperta di sé, un percorso rivelatore arricchito da una serie di consulenze mirate e pre-shooting che hanno l’obiettivo di profilare quanto più possibile i gusti, i valori e la consapevolezza del soggetto.

Un ritratto over 40 mezzo busto della fotografa ritrattista professionista Valeria Lobbia
Un ritratto over 40 mezzo busto della fotografa ritrattista professionista Valeria Lobbia

“L’universo femminile è un vortice di pura emotività, spesso proiettata all’esterno. Dalla società ci si aspetta che siamo noi donne a dover prenderci cura dei bisogni della famiglia e spesso passiamo in secondo piano rispetto alle contingenze della vita” sostiene Valeria Lobbia, recentemente candidata al prestigioso premio internazionale “The Societies of Photographers” nella categoria “ritratto creativo”. E aggiunge: “Per questo, oggi, a più di 40 anni, ho pensato a un servizio dedicato alle donne come me, che hanno i miei stessi sogni, i miei dubbi, le mie paure e i miei obiettivi. Le donne che incontro durante le mie sessioni di ritratto hanno storie da raccontare, un bagaglio di esperienze che racchiude ferite, debolezze e a volte anche avvenimenti traumatici. In tutte loro, però, vedo il bisogno comune di focalizzarsi su sé stesse dopo aver dedicato una cospicua parte della propria vita agli altri e il desiderio di potersi riscoprire attraverso uno scatto”.

Ritratto over 40 figura intera dell’artista Valeria Lobbia

L’esperienza di un servizio fotografico si articola in una prima fase di colloquio e accoglienza che permette di creare una sinergia tra cliente e fotografo, ognuno con i propri sogni, il proprio immaginario, il proprio vissuto. Quindi si passa alla costruzione di uno shooting cucito su misura della singola persona. La fase del reveal è l’ultima tappa e la più emozionante, quella in cui alla cliente viene mostrata l’opera finale. “Sono una maniaca della perfezione e per questo motivo svolgo un grande lavoro di ricerca e di preparazione prima dello shooting. Per un ritratto solitamente impiego dalle 50 alle 60 ore di lavoro: è un ragionamento molto profondo e personalizzato che parte da basi estetiche ma anche caratteriali e sconfina nella psicologia, nell’empatia” prosegue la fotografa spiegando che “lo scatto è solo il tocco finale dopo aver fatto consulenze di ‘body shape’, armocromia per capire come valorizzare al meglio la figura attraverso i colori e ‘face shape’ per andare a valutare le geometrie del viso e riuscire a valorizzare le particolarità”.

Il ritratto per ritrovare la propria essenza di donna

I pittori fiamminghi sono stati i primi in grado di cogliere la volontà popolare di concentrare l’attenzione sul soggetto attraverso i ritratti che, per la classe media fatta di ricchi mercanti, venivano utilizzati per affermare la propria autorità. Il ritratto d’autore è sempre stato storicamente uno status symbol a cui solo nobiltà e clero potevano ambire, anche se sembra banale pensarlo nell’epoca moderna in cui il selfie è a portata di click.
Il ritratto femminile vuole invece essere una forma d’arte per ogni donna di celebrare e ritrovare la propria essenza, esaltandone l’autostima, il bisogno che ognuna sente di regalarsi un percorso di riscoperta e valorizzazione della propria persona volto a testimoniare la meraviglia che ognuna custodisce dentro di sé.

“Riscoprirsi meravigliose a 40 anni e più, è possibile e a volte necessario. Con il passare degli anni nella vita di una donna si accumulano delle esperienze di vita che in qualche maniera allontanano dalla percezione che si ha di sé. Arriva però un momento in cui c’è la necessità di ritrovarsi, di riscoprirsi senza filtri, nonostante la società e i suoi stereotipi, ma solo per il piacere di vedersi per come davvero si è, ossia degli esseri luminosi che emanano bellezza e saggezza” sostiene la fotografa sottolineando che ogni ritratto ha una storia a se.
“Lo scopo principale del mio lavoro è restituire dei ritratti genuini, rimanendo fedele al mio soggetto ed enfatizzandone le particolarità fisiche e caratteriali attraverso gli strumenti quali luci, ombre e colori: ritrarre, infatti, significa portar fuori, restituire all’individuo attraverso un’immagine una caratteristica o un particolare che solo la creatività dell’artista-fotografo riesce a riportare in presenza” dice l’artista.

L’artista esperta di fine art

Fotografa ritrattista professionista, Valeria Lobbia vive e lavora ad Asiago, in provincia di Vicenza. Specialista esperta di fine art e ritratto pittorico, i suoi soggetti preferiti sono le donne, le mamme con i loro bimbi e l’età dell’infanzia che va dai 6 ai 12 anni. Partecipa a numerosi concorsi internazionali con piazzamenti di rilievo e nel 2020 vince l’oro al WPI Italy per la categoria Children Portrait. Formatrice e speaker, insegna le sue tecniche di ritratto in workshop su scala nazionale, aiutando molti fotografi professionisti nella ricerca di una propria autenticità. Dal 2020 è membro onorario di Epa (Express Photography Award), l’associazione internazionale con base in Brasile e giudice del relativo concorso internazionale. Lobbia quest’anno è stata candidata al prestigioso premio internazionale “The Societies of Photographers” una delle più note associazioni mondiali di fotografia, nella categoria “ritratto creativo”, e si sta rapidamente imponendo nel settore grazie ai suoi scatti capaci di coniugare arte e fotografia evocando i dipinti d’epoca.

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
“I primi quarant'anni di vita ci danno il testo; i successivi trenta ci forniscono il commento allo stesso” sosteneva il filosofo Arthur Schopenauer. E i 40 anni per una donna sono un sorta di dead-line. O meglio lo erano fino agli anni Novanta quanto raggiunta tale soglia una donna era considerata ormai di mezza età. Oggi c’è chi chiama tale periodo ‘seconda adolescenza’ o anche ‘gli anni della rinascita’. Al di là di come si voglia definire tale periodo, ancora oggi il raggiungimento dei 40 anni resta comunque un periodo difficile per le donne come sostiene una ricerca psicologica di “Exploring Your Mind” perché la società tende ancora a imporre questa sorta di ‘scadenza’. E’ possibile, perciò, che una donna di tale età inizi a mettere in discussione la propria vita e le scelte compiute fino a quel momento, ricordando tutti quei sogni che aveva un tempo e che a causa della famiglia e del lavoro ha lasciato. Allo stesso tempo però, soprattutto alla fine dei 40 anni, le donne tendono ad affrontare le emozioni in modo più equilibrato e a osservare la realtà che le circonda in modo diverso, ridefinendo i propri traguardi e obiettivi. Ed è proprio in questa occasione che la donna si rende conto del proprio valore e matura una nuova visione del mondo che va oltre la necessità di prendersi cura degli altri. Una rinascita che può avvenire anche attraverso la fotografica. Come propone Valeria Lobbia, la fotografa ritrattista professionista, che ha deciso di dare alle donne uno spazio in cui ritrovarsi, vedersi rifiorire e risplendere. In questo modo l’esperienza di ritratto diventa un viaggio alla riscoperta di sé, un percorso rivelatore arricchito da una serie di consulenze mirate e pre-shooting che hanno l’obiettivo di profilare quanto più possibile i gusti, i valori e la consapevolezza del soggetto.
Un ritratto over 40 mezzo busto della fotografa ritrattista professionista Valeria Lobbia
Un ritratto over 40 mezzo busto della fotografa ritrattista professionista Valeria Lobbia
“L’universo femminile è un vortice di pura emotività, spesso proiettata all’esterno. Dalla società ci si aspetta che siamo noi donne a dover prenderci cura dei bisogni della famiglia e spesso passiamo in secondo piano rispetto alle contingenze della vita” sostiene Valeria Lobbia, recentemente candidata al prestigioso premio internazionale "The Societies of Photographers" nella categoria "ritratto creativo". E aggiunge: “Per questo, oggi, a più di 40 anni, ho pensato a un servizio dedicato alle donne come me, che hanno i miei stessi sogni, i miei dubbi, le mie paure e i miei obiettivi. Le donne che incontro durante le mie sessioni di ritratto hanno storie da raccontare, un bagaglio di esperienze che racchiude ferite, debolezze e a volte anche avvenimenti traumatici. In tutte loro, però, vedo il bisogno comune di focalizzarsi su sé stesse dopo aver dedicato una cospicua parte della propria vita agli altri e il desiderio di potersi riscoprire attraverso uno scatto”.
Ritratto over 40 figura intera dell'artista Valeria Lobbia
L’esperienza di un servizio fotografico si articola in una prima fase di colloquio e accoglienza che permette di creare una sinergia tra cliente e fotografo, ognuno con i propri sogni, il proprio immaginario, il proprio vissuto. Quindi si passa alla costruzione di uno shooting cucito su misura della singola persona. La fase del reveal è l’ultima tappa e la più emozionante, quella in cui alla cliente viene mostrata l’opera finale. “Sono una maniaca della perfezione e per questo motivo svolgo un grande lavoro di ricerca e di preparazione prima dello shooting. Per un ritratto solitamente impiego dalle 50 alle 60 ore di lavoro: è un ragionamento molto profondo e personalizzato che parte da basi estetiche ma anche caratteriali e sconfina nella psicologia, nell’empatia” prosegue la fotografa spiegando che “lo scatto è solo il tocco finale dopo aver fatto consulenze di ‘body shape’, armocromia per capire come valorizzare al meglio la figura attraverso i colori e ‘face shape’ per andare a valutare le geometrie del viso e riuscire a valorizzare le particolarità”.

Il ritratto per ritrovare la propria essenza di donna

I pittori fiamminghi sono stati i primi in grado di cogliere la volontà popolare di concentrare l’attenzione sul soggetto attraverso i ritratti che, per la classe media fatta di ricchi mercanti, venivano utilizzati per affermare la propria autorità. Il ritratto d’autore è sempre stato storicamente uno status symbol a cui solo nobiltà e clero potevano ambire, anche se sembra banale pensarlo nell’epoca moderna in cui il selfie è a portata di click. Il ritratto femminile vuole invece essere una forma d’arte per ogni donna di celebrare e ritrovare la propria essenza, esaltandone l’autostima, il bisogno che ognuna sente di regalarsi un percorso di riscoperta e valorizzazione della propria persona volto a testimoniare la meraviglia che ognuna custodisce dentro di sé. “Riscoprirsi meravigliose a 40 anni e più, è possibile e a volte necessario. Con il passare degli anni nella vita di una donna si accumulano delle esperienze di vita che in qualche maniera allontanano dalla percezione che si ha di sé. Arriva però un momento in cui c'è la necessità di ritrovarsi, di riscoprirsi senza filtri, nonostante la società e i suoi stereotipi, ma solo per il piacere di vedersi per come davvero si è, ossia degli esseri luminosi che emanano bellezza e saggezza” sostiene la fotografa sottolineando che ogni ritratto ha una storia a se. “Lo scopo principale del mio lavoro è restituire dei ritratti genuini, rimanendo fedele al mio soggetto ed enfatizzandone le particolarità fisiche e caratteriali attraverso gli strumenti quali luci, ombre e colori: ritrarre, infatti, significa portar fuori, restituire all’individuo attraverso un’immagine una caratteristica o un particolare che solo la creatività dell’artista-fotografo riesce a riportare in presenza” dice l’artista.

L’artista esperta di fine art

Fotografa ritrattista professionista, Valeria Lobbia vive e lavora ad Asiago, in provincia di Vicenza. Specialista esperta di fine art e ritratto pittorico, i suoi soggetti preferiti sono le donne, le mamme con i loro bimbi e l’età dell’infanzia che va dai 6 ai 12 anni. Partecipa a numerosi concorsi internazionali con piazzamenti di rilievo e nel 2020 vince l’oro al WPI Italy per la categoria Children Portrait. Formatrice e speaker, insegna le sue tecniche di ritratto in workshop su scala nazionale, aiutando molti fotografi professionisti nella ricerca di una propria autenticità. Dal 2020 è membro onorario di Epa (Express Photography Award), l’associazione internazionale con base in Brasile e giudice del relativo concorso internazionale. Lobbia quest’anno è stata candidata al prestigioso premio internazionale "The Societies of Photographers" una delle più note associazioni mondiali di fotografia, nella categoria "ritratto creativo", e si sta rapidamente imponendo nel settore grazie ai suoi scatti capaci di coniugare arte e fotografia evocando i dipinti d’epoca.
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