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Home » Lifestyle » “Voices”, vite straordinarie: chi è Claudia Botti, la manager che trasforma la diversità in elemento di valore

“Voices”, vite straordinarie: chi è Claudia Botti, la manager che trasforma la diversità in elemento di valore

Dal 2015 nella società Aeroporti di Roma Spa dove svolge l’attività di responsabile dell’area Business Development nella Direzione Real Estate

Redazione
31 Ottobre 2022
Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa

Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa

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Seria, professionale, impegnata ma gioiosa, appassionata ed energica: ecco il ritratto di Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa, che fa parte del Gruppo Atlantia.

Il percorso di Botti, che è in Aeroporti di Roma da 7 anni, è iniziato nel mondo della consulenza per proseguire in un ambiente, come quello di Aeroporti di Roma che è simbolo di appartenenza, per lei come per tutti i dipendenti della principale società aeroportuale italiana. Uno scalo che occupa 45.000 persone, le dimensioni di una città media italiana, un luogo nel quale ospitare la diversità con passeggeri che provengono da tutto il mondo. La diversità connota anche il viaggio professionale di Botti, che è stato in direzione ostinata e contraria dal mondo della consulenza a quello dell’azienda, abbracciando Aeroporti di Roma e sentendolo suo grazie anche a un progetto di Real Estate innovativo e unico in Italia che vedrà la genesi proprio a Fiumicino. Nel commentare questo passaggio da una realtà sempre diversa e dinamica dell’esperienza precedente, Botti usa le quattro parole rappresentative dei valori fondanti di Aeroporti di Roma: passione, integrità, audacia e inclusione.

Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa
Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa

E sulla diversità ha molto da dire. I nuovi progetti a cui sta lavorando, e che riguardano l’aeroporto di Fiumicino, vengono vissuti inevitabilmente pensando al target dei passeggeri, con l’obbiettivo di monitorare la qualità percepita dell’ambiente per garantire un’esperienza top agli ospiti. Con questo spirito, l’aeroporto diventa una porta di accesso e snodo, facendo propri i tratti dell’accoglienza in termini di servizi – anche professionali – per tutti quei passeggeri che dovessero averne bisogno tra un volo e l’altro. Ci saranno molti benefit per le aziende ma anche per i passeggeri business, mettendo loro a disposizione un’area agile e immersa nel verde, con un clima distensivo ma dotato di tutti i device e le necessità per il lavoro. “La progettazione di un’infrastruttura ha il vantaggio di poterla ideare ‘taylor made’ e in modo empatico, calandosi nelle vesti delle diverse persone che la abiteranno” sostiene Botti.

Inclusione e diversità sono due tratti distintivi per la donna, nell’esercizio di questo ruolo, con la volontà di far sentire tutti a proprio agio nelle relazioni, attraverso l’accoglienza e connotando la diversità di ciascuno come un elemento di valore. Punti di educazione che caratterizzano Botti anche nel ruolo di mamma e che sta trasferendo anche al piccolo Tommaso, il figlio che ha cercato due anni fa, nel pieno periodo della pandemia. “Il Covid ha sospeso le attività aeroportuali, come criogenizzate in attesa di una rinascita che proprio in queste settimane è sotto gli occhi di tutti, andando nel principale scalo della capitale – dice -. Sono stati due anni difficili da credersi per chi è cresciuto nel contesto aeronautico; gli enormi terminal di Fiumicino spopolati sono stati un contesto doloroso e tangibile della crisi globale per chi come me ha basato la propria professionalità sull’accoglienza nel viaggio. Ma sono stati anche una prova di crescita, prima di tutto come madre, grazie a una società che nel frattempo, nonostante l’incertezza della crisi, non ha rinunciato a nessuno dei lavoratori”.

Oltre alla grande professionalità, Botti ha un’altra parola chiave: enjoy. L’approccio appassionato a tutto ciò che fa che emerge da ogni poro durante la conversazione ed è caratterizzato da questo termine, un vero e proprio “motto”. Con la crisi pandemica non è stato immediato trovare del buono in una visione così poco chiara della prospettiva ma la gioia che connota il suo sguardo è stata ritrovata e il matrimonio e la gravidanza inattesa sono state le chiavi per girare la facciata della propria storia e vederla appunto illuminata dal sole. Come la finestra che Botti apre nella narrazione e che si fa fatica a richiudere perché scalda i cuori e gli animi. Un calore che grazie al suo impegno nel lavoro arriverà anche agli ospiti delle infrastrutture che si realizzeranno a Fiumicino. “Il viaggio è ripreso, rivedere l’aeroporto vitale – dice Botti – mi ha fatto vibrare. L’auspicio è di tornare a viaggiare in luoghi diversi per vedere e conoscere, apprendere e trasferire, creando valore per tutti”.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Seria, professionale, impegnata ma gioiosa, appassionata ed energica: ecco il ritratto di Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa, che fa parte del Gruppo Atlantia. Il percorso di Botti, che è in Aeroporti di Roma da 7 anni, è iniziato nel mondo della consulenza per proseguire in un ambiente, come quello di Aeroporti di Roma che è simbolo di appartenenza, per lei come per tutti i dipendenti della principale società aeroportuale italiana. Uno scalo che occupa 45.000 persone, le dimensioni di una città media italiana, un luogo nel quale ospitare la diversità con passeggeri che provengono da tutto il mondo. La diversità connota anche il viaggio professionale di Botti, che è stato in direzione ostinata e contraria dal mondo della consulenza a quello dell’azienda, abbracciando Aeroporti di Roma e sentendolo suo grazie anche a un progetto di Real Estate innovativo e unico in Italia che vedrà la genesi proprio a Fiumicino. Nel commentare questo passaggio da una realtà sempre diversa e dinamica dell’esperienza precedente, Botti usa le quattro parole rappresentative dei valori fondanti di Aeroporti di Roma: passione, integrità, audacia e inclusione.
Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa
Claudia Botti, Head of Real Estate Business Development presso Aeroporti di Roma Spa
E sulla diversità ha molto da dire. I nuovi progetti a cui sta lavorando, e che riguardano l’aeroporto di Fiumicino, vengono vissuti inevitabilmente pensando al target dei passeggeri, con l’obbiettivo di monitorare la qualità percepita dell’ambiente per garantire un’esperienza top agli ospiti. Con questo spirito, l’aeroporto diventa una porta di accesso e snodo, facendo propri i tratti dell’accoglienza in termini di servizi – anche professionali - per tutti quei passeggeri che dovessero averne bisogno tra un volo e l’altro. Ci saranno molti benefit per le aziende ma anche per i passeggeri business, mettendo loro a disposizione un’area agile e immersa nel verde, con un clima distensivo ma dotato di tutti i device e le necessità per il lavoro. “La progettazione di un’infrastruttura ha il vantaggio di poterla ideare 'taylor made' e in modo empatico, calandosi nelle vesti delle diverse persone che la abiteranno” sostiene Botti. Inclusione e diversità sono due tratti distintivi per la donna, nell’esercizio di questo ruolo, con la volontà di far sentire tutti a proprio agio nelle relazioni, attraverso l’accoglienza e connotando la diversità di ciascuno come un elemento di valore. Punti di educazione che caratterizzano Botti anche nel ruolo di mamma e che sta trasferendo anche al piccolo Tommaso, il figlio che ha cercato due anni fa, nel pieno periodo della pandemia. “Il Covid ha sospeso le attività aeroportuali, come criogenizzate in attesa di una rinascita che proprio in queste settimane è sotto gli occhi di tutti, andando nel principale scalo della capitale – dice -. Sono stati due anni difficili da credersi per chi è cresciuto nel contesto aeronautico; gli enormi terminal di Fiumicino spopolati sono stati un contesto doloroso e tangibile della crisi globale per chi come me ha basato la propria professionalità sull’accoglienza nel viaggio. Ma sono stati anche una prova di crescita, prima di tutto come madre, grazie a una società che nel frattempo, nonostante l’incertezza della crisi, non ha rinunciato a nessuno dei lavoratori”. Oltre alla grande professionalità, Botti ha un’altra parola chiave: enjoy. L’approccio appassionato a tutto ciò che fa che emerge da ogni poro durante la conversazione ed è caratterizzato da questo termine, un vero e proprio “motto”. Con la crisi pandemica non è stato immediato trovare del buono in una visione così poco chiara della prospettiva ma la gioia che connota il suo sguardo è stata ritrovata e il matrimonio e la gravidanza inattesa sono state le chiavi per girare la facciata della propria storia e vederla appunto illuminata dal sole. Come la finestra che Botti apre nella narrazione e che si fa fatica a richiudere perché scalda i cuori e gli animi. Un calore che grazie al suo impegno nel lavoro arriverà anche agli ospiti delle infrastrutture che si realizzeranno a Fiumicino. “Il viaggio è ripreso, rivedere l’aeroporto vitale - dice Botti - mi ha fatto vibrare. L’auspicio è di tornare a viaggiare in luoghi diversi per vedere e conoscere, apprendere e trasferire, creando valore per tutti”.
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