Bortone fiera antifascista, Bernardini de Pace insofferente. Meloni tace "per convenienza"

Il dibattito dopo i fatti di Acca Larentia, coi saluti romani durante la commemorazione del 7 gennaio, continua a essere diviso

di CHIARA CARAVELLI -
15 gennaio 2024
Screenshot 2024-01-15 alle 10.19.18

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È diventato virale il video del botta e risposta tra Serena Bortone e l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace andato in onda nei giorni scorsi durante la puntata di "Che Sarà…", trasmissione condotta proprio dalla Bortone su Rai 3. Il motivo del contendere nasce da un dibattito sui fatti di Acca Larentia del 7 gennaio scorso, quando un gruppo ben nutrito di nostalgici (circa un migliaio di persone), schierati in formazione militare, si è riunito nel giorno della commemorazione della strage per il saluto romano e il “presente” in onore di “tutti i camerati caduti”. Immagini che hanno provocato notevole indignazione, soprattutto perché è preoccupante che nel 2024 ancora si debba assistere a estremizzazioni di questo tipo, senza che alcuna forza dell’ordine intervenga per quella che è una chiara apologia di fascismo.
 
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Bernardini de Pace a "Che Sarà...": "Basta parlare di fascisti"

Tornando a quanto successo durante la trasmissione di Rai 3, Bernardini de Pace ha mostrato una certa insofferenza rispetto al dibattito sull’antifascismo: "Basta parlare di fascisti e antifascisti – ha esordito –. Siamo in democrazia: perché si deve continuare a tirare fuori questo argomento? Erano mille persone su 60 milioni". Parole che non sono sfuggite a Serena Bortone che ha immediatamente replicato, chiarendo la sua posizione in merito alla questione: "Siamo in democrazia proprio perché il fascismo è stato sconfitto. Io di mio non ne parlerei, se poi ci sono mille persone che alzano il braccio teso purtroppo. Funziona così", ha sottolineato la conduttrice.
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L'avvocata Annamaria Bernardini de Pace contesta il continuo riferirsi a fascismo e antifascismo nei media 

"Ci sono anche gli assassini. Se loro esaltano il fascismo sono condannati anche loro. Se uno fa finta di essere un assassino non è condannato, mentre se uno fa finta di essere fascista quando il fascista non c'è non può essere condannato. Ognuno è libero di condannare, mi meraviglio di te che sei così libera", ha controbattuto la Bernardini de Pace.

Bortone: "Io libera perché antifascista"

Ma la risposta, netta e chiara, di Bortone non si è fatta attendere: "Io sono libera proprio perché sono antifascista, senza contare che, infatti, noi gli assassini li condanniamo". Ecco che l’avvocata ha espresso nuovamente il suo pensiero: "Io non sono anti-niente". Un botta e risposta durato diversi minuti dove la conduttrice di Rai 3 non ha mai ceduto di un millimetro, rivendicando senza peli sulla lingua il suo essere antifascista: "Bene, io sono fiera di essere antifascista: sono stata chiamata in causa e, allora, dico la mia".
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La conduttrice di "Che Sarà..." Serena Bortone

Fortunatamente esistono conduttrici come Serena Bortone che non hanno paura a dire cosa pensano, che portano avanti le loro idee senza alcun tipo di vergogna. Perché la nostra Costituzione si fonda sull’antifascismo e i fatti di Acca Larentia devono essere condannati, da tutte le forze politiche, di destra e di sinistra.

Giorgia Meloni tace e fa ancora più rumore

La condanna del fascismo non può e non deve appartenere a un partito piuttosto che a un altro. Proprio su questo punto, non è assolutamente passato inosservato il silenzio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispetto al raduno dei nostalgici a Roma. Ci si aspettava, nonostante i colori politici della premier, che condannasse con fermezza quanto successo ad Acca Larentia nelle scorse settimane, ma così non è stato. Un silenzio che ha fatto molto rumore. L'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ospite nella trasmissione Piazza Pulita in onda su La 7 ha commentato così il silenzio della premier: "È un problema, ma non mi stupisce. In questa fase, almeno per lungo tempo, lei non può perdere quelli che sono rappresentati dalla manifestazione che abbiamo visto. Non denunciando queste cose, tiene anche quella parte di elettorato che ha radici fasciste. Siccome lei vuole tenere tutto, non li denuncia. Non so quando si sentirà abbastanza sicura per poterlo denunciare". E allora ecco che davanti a una mancata condanna del Governo su un tema così delicato per il nostro Paese, le parole di Serena Bortone assumono un’importanza diversa. Perché l’antifascismo deve essere rivendicato. Da tutti.