Sono i migliori amici dell'uomo e spesso riescono anche a migliorarne la vita. Negli ultimi anni è sempre più nota la figura del cane d'assistenza, cuccioli allevati appositamente per dare ausilio nella vita di persone affette da disabilità fisiche, neuro-divergenze e malattie psichiatriche. Le spese di un cane d'assistenza non sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale e non sono neanche riconosciuti dallo stato (ma questo potrebbe cambiare presto, con la prossima legge di Bilancio). A parlarne è Gianfranco Cancelli, presidente dell'associazione milanese "Il Collare D'Oro", una delle associazioni di riferimento, in Italia, per la preparazione dei cani d'assistenza.
Cosa è un cane d'assistenza e qual è il suo compito?
"I cani d’assistenza affiancano il disabile e fanno un lavoro per migliorare la sua vita, non per salvarla: in alcuni casi hanno azioni salvavita, ma si parla per lo più di un aiuto verso il disabile per aiutare l’autonomia e migliorarne la disabilità. Tra i cani di assistenza si distinguono due categorie: i cani d’assistenza attuativa, che cioè attuano comportamenti, e i cani d’assistenza preventiva".
"Nel primo gruppo rientrano i cani guida per non vedenti, i cani d'assistenza per mobilità, per malattie disabili e i cani d’aiuto per neuro-divergenze e per l’autismo, che è un grandissimo mondo ed ha varie sfaccettature. Nel non vedente il cane diventa gli occhi del paziente, nelle difficoltà motorie sostituiscono le mancanze (ad esempio, aprono le porte antipanico, riportano oggetti). Nei casi d’assistenza per malattie psichiatriche, il cane crea una specie di “bolla”: ho conosciuto ragazzi da soli e i loro cani fanno fatto da mediatori per la socializzazione, creano una “bolla” più grande di giovani con problematiche diverse. Per quanto riguarda il campo dell’autismo, nell’adulto il cane è collegabile ad un’assistenza psichiatrica, in cui si attuano dei comportamenti personalizzati, nei ragazzi non autonomi o nei bambini si può dire che il cane faccia “pet terapy” tutto il giorno, svolgendo una serie di attività insieme, migliorandone l’autonomia e rendendo più leggera la routine giornaliera".
"I cani d’assistenza preventiva hanno degli atteggiamenti di prevenzione: prevedono o rispondono a crisi epilettiche, attuando comportamenti che chiamino aiuto. Nelle persone non autonome i cani lavorano a contatto con il caregiver. In questo gruppo rientrano i cani d’allerta per il diabete, fondamentali soprattutto la notte, quelli per l’allerta per udito, detti “earing dog”. Poi ci sono cani che sotto comando possono individuare nel cibo il glutine o un particolare agente allergenico, o quelli per malati cardiaci".
Che iter svolge un cucciolo per diventare un cane d'assistenza?
"Il cane viene pre-comprato da un allevatore da noi selezionato: poi inizia un percorso junior fino ai 12 mesi, si fa un test di accessibilità al pubblico e solo superata la verifica il cane è pronto a fare specializzazione, durante la quale verrà preparato in base a ciò per cui è stato selezionato. Durante l’iter formativo, un cane deve essere comprato (si parte da una cifra iniziale di 2000 euro circa di spesa, considerando anche gli esami iniziali), a 4-5 mesi vengono fatti degli esami radiografici preventivi per scongiurare che il cucciolo abbia malattie genetiche invalidanti). Durante il percorso vengono fatte varie trasferte dal puppy trainer, un volontario che segue il cane fino ai 12 mesi, e l’istruttore va a casa del cucciolo per fare l’addestramento vero e proprio"
"Il cane poi viene trasferito a casa del trainer dove rimane per 6 mesi e svolge il precorso di specializzazione, con trasferte con l’assistito che già conosce da quando ha 60 giorni. Nel periodo delle feste, come quello che sta per arrivare, affianchiamo il cane alla famiglia, in modo che si crei un equilibrio. Si crea un contesto attorno al cucciolo e gli si insegna la routine della famiglia, creando l’affiancamento per abitudine reciproca. Non si pone una questione “emotiva” per quanto riguarda il distacco: nei retriver e nei labrador, le razze con cui noi lavoriamo, non c’è un grande trasporto".
"Intorno ai 18 mesi il cane viene consegnato in tutta Italia, obbligatoriamente sterilizzato, con delle lastre ufficiali certificati da un’ente che confermano che l’esenzione da qualsiasi malattia o disabilità, in base alla razza".
I cani d'assistenza sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale?
"No, solo in pochissime nazioni al mondo il SSN si fa carico di ciò: avviene in Svizzera, in Francia si dà un aiuto. La maggior parte dei finanziatori sono multinazionali o agenzie del farmaco, agenzie assicurative o organizzazioni mondiali. In America ci sono i gran galà e piattaforme di crowfunding. Noi, come associazione, paghiamo il 99% dei cani grazie alle raccolte fondi presenti sul nostro sito: facciamo il possibile per non fare pagare il cane alle famiglie. Al momento però non serve un finanziamento, ma un organo di controllo che metta un timbro sul cane d’assistenza per poi essere finanziato e affiancato ad una persona, come succede in Austria. Viene pagato l'istruttore per aver valutato il cane. Adesso è importante una legge per accessibilità e un organo gestito da stakeholders a 360 gradi garanti di cani, disabili e purtroppo contraffazioni, purtroppo a volte capitano delle truffe"
Spesso si è parlato della necessità di un riconoscimento da parte dello stato dei cani d'assistenza...
"Nella legge di Bilancio 2025 del prossimo 31 dicembre dovrebbe esserci un articolo anche sui cani d’assistenza, ce l’abbiamo fatta: il testo prevede un’equiparazione dei cani d’assistenza allo status dei cani guida alle persone non vedenti (già tutelati dalla legge 37 del 1974, che prevede la gratuità del trasporto su mezzi pubblici e l’accesso a tutti gli esercizi aperti al pubblico). Non si parla dunque in nessun modo di finanziamenti, ma si tratta di un grande passo avanti per tutti gli assistiti".