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CILE, LA NIPOTE DI ALLENDE MINISTRA A 50 ANNI DAL GOLPE
Il presidente eletto del Cile, Gabriel Boric, ha piena fiducia nelle donne in politica tanto che presentando la lista dei 24 ministri del suo futuro governo ha voluto rompere col passato e imprimere una svolta chiara e tangibile: i ministri sono in maggioranza di donne, 14. E le neoministre sono in settori cardine per il futuro del Paese cileno: due ministre guidano gli Interni e la Difesa per la prima volta nella storia del Paese.
Alla guida del ministero della Difesa arriva Maya Fernández, 50 anni, figlia di Beatriz Allende e nipote del defunto presidente Salvador Allende, vittima del colpo di stato ordito dal generale Augusto Pinochet. Per il ministero dell'Interno e della Sicurezza pubblica, Boric ha scelto Izkia Siches, 35 anni e di professione medico, con un passato di militante nella gioventù comunista, ma poi impegnata come indipendente nelle organizzazioni universitarie. Al momento del ballottaggio presidenziale del 19 dicembre 2021, decise di dimettersi dalla presidenza del Collegio dei medici del Cile per aiutare Boric, con successo, a recuperare lo svantaggio del primo turno nei confronti del candidato della destra, José Antonio Kast. La presenza delle donne nella squadra di Boric non si ferma qui, perché a loro sono stati assegnati numerosi altri ministeri, fra cui Esteri (Antonia Urrejola), Giustizia (Marcela Ríos Tobar), Salute (Maria Begoña Yarza Sáez) e perfino Miniere (Marcela Hernando).
Dopo il golpe dell'11 settembre 1973, Maya Fernández Allende, che ha 50 anni ma che allora ne aveva meno di due, si esiliò a Cuba insieme alla mamma Beatriz Allende, battagliera figlia del capo dello Stato, morta suicida a L'Avana. Al suo ritorno in Cile nel 1990, si laureò in biologia e si iscrisse al Partito socialista, un tempo guidato dal nonno, partecipando attivamente alla vita politica cilena. Entrò in Parlamento nel 2014 come deputata e dal 2020 è stata, fra l'altro, presidente della Commissione permanente della Difesa. Membro dell'ala dissidente del Partito socialista, lo scorso anno si dissociò dalla direzione che aveva deciso di appoggiare per le presidenziali la candidata democristiana, Yasna Provoste. Convinta della necessità di un cambiamento profondo, politico, sociale ed economico, come sollecitato dai promotori della rivolta popolare scoppiata nell'ottobre 2019, la ministra designata della Difesa decise quindi di unirsi a Boric, contribuendo alla svolta storica che ha riportato al potere in Cile un governo chiaramente orientato a sinistra.
Dalla nipote del presidente Allende e al medico: le ministre nei settori chiave
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Nell'esecutivo del neo presidente Boric la maggioranza dei ministri saranno donne
Chi è Maya Fernández
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Maya Fernandez Allende, nipote dell'ex presidente deposto dal golpe di Pinochet, è la nuova ministra della Difesa del Cile
Il tabù rosa italiano: non quote ma merito, ma siamo lontani
Un segnale dal Cile significativo, una lezione evidente: non donne al potere perché ci sono le quote rosa di rispettare, ma perché la meritocrazia dice così. In Italia siamo molto lontani da un'affermazione della meritocrazia come valore naturale così da non ostacolare nessuno, uomini o donne. Il tabù rosa resiste purtroppo sempre, basta vedere come è andata per la nomina dei Grandi elettori delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica. Numeri impietosi su cui riflettere, quote rose al lumicino: tra i 58 delegati scelti tra le giunte e i consigli regionali della Penisola (tre rappresentanti a Regione tranne la Valle d'Aosta cui ne spetta uno solo) ci sono appena sei donne. Si tratta di Sara Marcozzi (M5s) dall'Abruzzo, Annarita Patriarca (FI) dalla Campania, Emma Petitti (Pd) dall'Emilia Romagna, Loredana Capone (Pd) dalla Puglia, la presidente Donatella Tesei (FI) dall'Umbria, Sara Ferrari (Pd) dal Trentino Alto Adige. In Toscana nonostante numerose consigliere regionali, non è stata candidata nessuna donna né dal centrosinistra (maggioranza) né dal centrodestra (opposizione). Solo se fosse continuata la baruffa tra Fratelli d'Italia e Lega allora si poteva realizzare il ribaltone con una consigliera regionale del Movimento 5 Stelle a votare per il Quirinale.
Maria Elisabetta Alberti Casellati è la presidente del Senato italiano, tra le poche ai vertici della politica