Consiglio dell’UE, al via la presidenza polacca: cosa aspettarsi da Donald Tusk

Il semestre di presidenza di Varsavia si concentrerà su sicurezza e lotta alla disinformazione

di MARCO PILI
2 gennaio 2025
Donald Tusk, attuale Primo ministro polacco (ANSA)

Donald Tusk, attuale Primo ministro polacco (ANSA)

In Europa il primo gennaio non è stato unicamente il momento di inizio del nuovo anno, ma anche del cambio di presidenza del Consiglio dell’Unione europea. L’organo, infatti, è composto dai ministri degli stati membri, ed ha il compito di riunire i rappresentanti di tutti gli esecutivi al fine di discutere e adottare la legislazione comune. La sua presidenza, data la natura sovranazionale dell’Unione che quest’organo è chiamato a servire, viene democraticamente assegnata in modo ciclico a tutte le nazioni che ne fanno parte, con un turno ogni sei mesi.

Un concetto, quest’ultimo, particolarmente avverso ad uno dei vicini politicamente e militarmente più scomodi dell’UE: la Federazione russa. È proprio a Mosca, infatti, che la notte di Capodanno Vladimir Putin ha festeggiato i suoi “primi” 25 anni al potere. La data, infatti, coincide con la sua ascesa a presidente occorsa il 31 dicembre 1999 dopo che, in seguito alle dimissioni di Boris Eltsin, ne occupò il posto. Una posizione mai più abbandonata, complice la nuova legislazione approvata nel 2021 che gli permetterà di rimanere in carica ben oltre i due canonici mandati, spostando l’asticella fino al 2036 quando avrà 84 anni.

Il focus polacco su sicurezza e disinformazione

Una deriva autoritaria che, come comprensibile, allarma ed ha allarmato la popolazione di uno stato che, sotto il regime sovietico, ha dovuto affrontare momenti di grave e violenta repressione. Non è strano che, alla luce delle rinnovate mire imperialiste di Vladimir Putin in Ucraina, il piano polacco per la presidenza del semestre del Consiglio si concentri proprio su alcuni obiettivi cardine quali, ad esempio, sicurezza, lotta alla disinformazione e protezione di persone e frontiere.

Tutti obiettivi esemplificati dallo slogan “Sicurezza, Europa!”, particolarmente eloquente, soprattutto se letto nel contesto delle tensioni ibride con la Bielorussia che vedrà la presidenza polacca, come riportato da Euronews, sostenere attività di rafforzamento della sicurezza europea in tutte le sue dimensioni: esterna, interna, informativa, economica, energetica, alimentare e sanitaria.

Il controverso mandato ungherese

L’avvento di Tusk a capo del Consiglio, ben accolto da tutti gli organi dell’Unione, segue la fine di un mandato particolarmente controverso. È stato il premier ungherese Viktor Orbán, infatti, a guidare da luglio a dicembre i lavori dell’organo, seguendo il peculiare obiettivo di avvicinare quanto più possibile l’Unione europea agli interessi dell’amico e autocrate Putin. La fine dei sei mesi in carica, coincisa giustappunto con il ricambio al potere da parte del primo ministro polacco, ha segnato un cambio di passo evidente in quelli che saranno, da oggi in poi, gli obiettivi del gruppo di lavoro, oltre a coincidere al definitivo ritiro da parte della stessa Unione a un miliardo di euro in fondi da devolvere a Budapest. Il motivo? Anche in questo caso, evidenti preoccupazioni sullo stato di diritto, impersonificate dallo stesso Orban. La speranza, è che il 2025 riesca a concedere ai cittadini e alle cittadine europee un’Unione ancora più forte, vero simbolo e organo di pace nel vecchio continente da ormai numerose decine di anni.