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Dina Boluarte è la prima presidente donna del Perù: "Gli esclusi tornino ad avere un ruolo"

L'avvocata, 60 anni, sostituisce l'ex capo di Stato Pedro Castillo, destituito dopo il tentativo di colpo di Stato per risolvere la grave crisi politica

di MARIANNA GRAZI -
8 dicembre 2022
Peruvian Vice President Boluarte's swearing-in after Congress approved removal of President Castillo, in Lima

Peruvian Vice President Boluarte's swearing-in after Congress approved removal of President Castillo, in Lima

Fino a ieri, 7 dicembre, era la vice di Pedro Castillo. Oggi, invece, Dina Boluarte è la prima presidente donna del Perù, dopo che il Parlamento di Lima ha rimosso dalla carica il predecessore, accusato di aver tentato di sciogliere il Congresso, ovvero il Parlamento monocamerale del Paese, per risolvere la grave crisi politica del suo mandato. Castillo, maestro e sindacalista, si era insediato il 28 luglio 2021, dopo aver battuto di stretta misura al ballottaggio Keiko Fujimori, leader della destra peruviana e figlia dell'ex presidente Alberto Fujimori. Mercoledì il Parlamento stesso ha votato la messa in stato di accusa contro di lui, avviando un procedimento di impeachment per "incapacità morale", il terzo tentativo in 16 mesi di mandato. A quel punto il presidente ha tentato l'ultima disperata mossa, rivolgendosi a sorpresa al Paese con un messaggio in cui annunciava di aver deciso di sciogliere il Congresso per preparare lo svolgimento di nuove elezioni entro nove mesi che permettessero la costituzione di un'assemblea legislativa con poteri costituzionali. Immediata la reazione dell'opposizione, della maggior parte dei media e dei responsabili degli organi giudiziari, che hanno condannato l'annuncio del capo dello Stato definendolo un gesto disperato e "un golpe contro la democrazia peruviana".

Chi è Dina Boluarte

L'avvocata Dina Boluarte diventa la prima presidente donna del Perù dopo la destituzione di Pedro Castillo

Dina Boluarte è la prima donna nella storia del Perù ad assumere la carica di presidente, il più alto nell’ordinamento dello Stato. Sessant'anni, membro del partito di stampo socialista Perù Libre, ha studiato giurisprudenza all'Università di San Martín de Porres e dal 2007 ha lavorato al Registro Nazionale di Identificazione e Stato Civile (RENIEC) come avvocata e responsabile degli uffici. È anche presidente del Club Apurímac di Lima, e vive nel distretto di Surquillo. Mercoledì sera ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Congresso, assumendo la guida della Repubblica, come previsto dalla Costituzione. Anche lei ha definito la mossa di Castillo, un "colpo di Stato", ben conoscendo la grave crisi istituzionale che stava attraversando il Paese. Anche per questo le prime parole pronunciate dalla neo-presidente sono state un appello "all'unità di tutti i peruviani" e a una "tregua politica" con l'obiettivo di "dare vita ad un governo di unità nazionale". Nel discorso di insediamento, di poco più di dieci minuti, dopo aver ricevuto la fascia dal presidente del Parlamento José William, Boluarte ha dichiarato di assumere "l'incarico consapevole dell'enorme responsabilità che mi tocca", con la "profonda convinzione" che "è imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell'inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno". "La mia prima misura - ha proseguito - sarà affrontare la corruzione in tutte le sue forme", perché questo cancro dev'essere estirpato". Boluarte ha poi ringraziato "le Forze armate e la Polizia nazionale, che hanno dimostrato di essere un pilastro della democrazia e chiedo loro di avere fiducia nel processo che stiamo inaugurando". Le ultime parole della prima presidente donna dello Stato sudamericano sono state dedicate al ricordo delle sue umili origini e alla volontà di impegnarsi "affinché i 'nessuno' e gli esclusi tornino ad avere un ruolo nel Paese".

Il tentato golpe e l'arresto di Castillo

L'ex presidente peruviano Pedro Castillo è stato arrestato nella serata di mercoledì 7 dicembre (EPA/Renato Pajuelo)

Il giuramento di Dina Boluarte è arrivato al termine di una giornata caotica, durante la quale il presidente peruviano Pedro Castillo ha tentato di sciogliere il Potere Legislativo. Nelle ore successive la presidente del Consiglio Betssy Chavez e cinque ministri hanno rassegnato le dimissioni, così come il capo dell'esercito e alcuni ambasciatori, fra cui quelli alle Nazioni Unite e presso l'Organizzazione degli Stati americani. A fine mattinata ad abbandonare la nave di Castillo, ormai a picco, è stata proprio lei, la sua vicepresidente Boluarte, che in questo modo ha preservato le sue prerogative costituzionali. Infine anche il comando congiunto delle forze armate e la polizia hanno diffuso un comunicato in cui hanno espresso fedeltà alla Costituzione, scaricando definitivamente il capo dello Stato. Il Congresso ha quindi deciso di anticipare la sessione prevista per la proposta di destituzione del presidente, che si è svolta molto rapidamente: i favorevoli alla mozione, su 130 membri del Parlamento, sono stati 101; sei i contrari e dieci gli astenuti. La polizia ha arrestato Castillo in serata, mentre si trovava nella sede della Prefettura di Lima, dove si era rifugiato in compagnia dell'ex premier Anibal Torres. La Procura generale peruviana ha quindi avviato un procedimento preliminare contro l'ex presidente per i presunti reati di ribellione e associazione per delinquere. Secondo quanto riferisce il quotidiano locale El Comercio, è stato aperto un procedimento istruttorio nei confronti dell'ex capo dello Stato, "per presunti reati contro i poteri dello Stato e l'ordine costituzionale", sotto la forma di "ribellione" ai danni dello Stato. Tale reato, si precisa, "è previsto dall'articolo 346 del codice penale". Nel contempo, si dice infine, Castillo "verrà indagato per il presunto reato di associazione per delinquere, ai sensi dell'articolo 349 della suddetta disposizione di legge".