Quella di Doha Zaghi è un'odissea. La giovane di 31 anni, "mistress" come lei stessa si definisce sui social, dopo aver ricevuto l'alt di Carlo Calenda per aver tentato di correre come consigliera comunale alle elezioni amministrative di Como, ci ha riprovato. Lady Demonique, questo il suo nome d'arte, ha cercato di candidarsi a sindaco di San Bartolomeo Val Cavargna, un piccolo comune da 900 abitanti in provincia di Como. Ma anche qui è arrivato il no della commissione elettorale e la sua candidatura sembrava essere caduta per sempre. Ma Doha Zaghi non si è persa d'animo e ha quindi fatto ricorso al Tar di Milano, che l'ha riammessa. Alla fine dunque, la 31enne potrà candidarsi a sindaco del comune comaso di San Bartolomeo Val Cavargna per il partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalita e Liberale. "Ora si rischia di dovermi chiamare Signora Sindaca - esulta Doha Zaghi su Facebook -. Quando il gioco si fa duro, le Mistress cominciano a giocare!".
La candidatura di Doha Zaghi a sindaco di San Bartolomeo Val Cavargna era stata bocciata dalla commissione elettorale, perché la candidata, avendo il Comune meno di 1000 abitanti, si era presentata senza allegare alcuna firma, ma la norma in vigore fa riferimento al censimento 2011, quando il Comune aveva più di 1.000 abitanti. "In seguito al ricorso che ha avuto un esito positivo per noi, potrò finalmente fare politica in maniera attiva e dedicarmi alla campagna elettorale a San Bartolomeo Val Cavargna", dichiara la candidata sindaca Doha Zaghi. "Finalmente questo accanimento nei miei confronti ha avuto uno stop, una fine che ci auguriamo possa essere definitiva; ora l'unica cosa a cui voglio dedicarmi è la realizzazione di un progetto legato all'ambiente, all'energia e alle persone di questo paese immerso nel verde. Ringrazio tutte le persone che mi hanno contattata da San Bartolomeo e che son rimasti con me con il fiato sospeso in attesa dell'esito. Ora pensiamo al futuro e lasciamoci le polemiche alle spalle e pensiamo alle azioni". Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, si è congratulato con Doha Zaghi, plaudendo per la decisione del Tar di Milano: "Oggi giustizia è stata fatta con la riammissione della lista da parte del Tar di Milano con sentenza 1163/2022. Una sentenza storica quella dei giudici della Terza Sezione del Tar di Milano (...). Questa sentenza fornisce un chiarimento rispetto agli errori commessi dal ministero e dalle commissioni elettorali, che dovrebbero favorire il più possibile le candidature per garantire la democrazia e non appigliarsi ad ogni formalismo per escludere i candidati". "Mi auguro - ha aggiunto Andrea Grassi, coordinatore del Partito Gay Lgbt+ in Lombardia - che l'ufficio elettorale del Comune e il sindaco si scusino per l'errore commesso che spero sia dovuto solo per mancanza di conoscenza delle variazioni normative, anche se li avevamo avvertiti".