
Marine Le Pen vuole vietare l'hijab
Una donna contro tante. Da una parte la candidata all'Eliseo Marine Le Pen, a poche ore dal voto in Francia che la vede in un testa a testa serrato con il candidato e presidente uscente Emmanuel Macron. Dall'altra migliaia di donne musulmane francesi che rivendicano la libertà, già profondamente condizionata, di indossare il loro hijab. Pochi giorni prima delle elezioni la Le Pen, leader del partito Rassemblement national, ha promesso di vietare l'uso del velo islamico negli spazi pubblici: "Multeremo chi indossa il velo. Verrà inflitta una contravvenzione così come accade per il divieto di circolare senza la cintura di sicurezza. Mi sembra che la polizia riesca molto bene a fare applicare questa misura", ha detto la candidata sovranista in diretta radiofonica.

La candidata di Rassemblement National (RN) all'Eliseo Marine Le Pen durante un comizio elettorale
La sfida di Marine Le Pen
La candidata di estrema destra alle presidenziali, nell'annunciare la sua proposta di bando al velo per le donne, ha spiegato: "È una misura assolutamente applicabile. È ancora una volta una misura che i francesi chiedono - perché, aggiunge - in questi ultimi venti anni questo velo è stato utilizzato dagli islamisti come uniforme e come dimostrazione dell'avanzata del fondamentalismo islamista". Una specifica forse necessaria, visto che, parlando di velo al femminile, ci potrebbe essere confusione e magari, qualcuno, potrebbe persino insinuare che allora anche le suore cattoliche si coprono la testa come da uniforme e nessuno si permetterebbe mai di contraddire un'usanza così radicata. Figuriamoci Marine Le Pen, che nel farlo rischierebbe di perdere i voti degli ultra-cattolici. Meglio allora prendersela con le donne musulmane, punite solo per aver dimostrato la loro liberà di culto con la scusa del: "Col velo non è possibile vedere bene la faccia della persona". Un nazionalismo, celato dietro alla laicità dello Stato costituzionalmente sancita, quasi ostentato nei confronti dell'Islam, mentre invece, con la candidata specifica, nessun problema con gli ebrei, per i quali anzi verrà eliminato il divieto la kippah ebraica. Religioni di serie A e serie B? Islamofobia? Razzismo? Quello che è sicuro è che a farne le spese, ormai da anni, sono ragazze e donne che non possono più esprimere liberamente se stesse.
Alle donne islamiche è vietato indossare in pubblico il niqab e il burqa, pena una multa e, in alcuni casi, l'obbligo di frequentare stage di educazione civica