La democrazia è partecipazione, si dice. Ma se si partecipa e non si vince mai, allora significa che la gara è in qualche modo truccata. Lo sanno bene le donne che in politica faticano a rompere il ‘tetto di cristallo’, e, in Italia come altrove, tranne rarissime eccezioni, sono condannate ad un ruolo di comprimarie in un mondo gestito e governato dagli uomini. Con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione delle agende, promozione delle carriere, individuazione delle priorità etc etc. finanche al tipo di linguaggio utilizzato. Sì perché la politica è quella cosa che serve farla anche dal basso, ma se non arrivi mai in alto, è pressoché inutile.
La situazione italiana è nota: se, da un lato, negli ultimi anni si nota una maggiore presenza di donne in parlamento, al governo, nelle amministrazioni locali, dall’altro, la presenza femminile in queste istituzioni rimane comunque relegata a posizioni di minor potere decisionale, mentre i vertici sono ancora irrimediabilmente appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Uno squilibrio che trova spazio anche nei partiti politici.
Donne leader dei partiti, solo una donna su quattro ai vertici in Europa
Ebbene, da questo punto di vista possiamo consolarci: siamo messi male, ma gli altri non sono messi meglio. O viceversa, fate voi. La sostanza, pessima, non cambia. Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), che raccoglie e pubblica i dati relativi alla presenza di donne ai vertici dei principali partiti dei 27 Paesi membri dell'Ue, nei principali partiti europei, (considerando i partiti che, al momento della rilevazione, occupavano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali) le donne sono leader solo nel 26,1% dei casi - ovvero una donna su quattro - contro il 73,9% degli uomini. Laddove per leader si intende la persona al vertice, che può essere segretario, coordinatore, presidente, a seconda delle diverse organizzazioni e di come cambiano tra i paesi. La percentuale cala nella maggior parte dei Paesi e solo in pochi raggiunge livelli di parità, rispetto alla quota di uomini nelle stesse posizioni. In 5 Paesi infine nessuna donna è ai vertici dei principali partiti: Croazia, Repubblica Ceca, Malta, Polonia e Romania.
Anche in questo caso sono i Paesi del nord Europa a registrare, i migliori risultati in termini di parità di genere: secondo i dati 2021 infatti, le donne leader di partito costituiscono il 66,7% in Finlandia, il 57,1% in Svezia e il 50% in Danimarca. Una situazione diametralmente opposta è quella che si registra in Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Malta. Qui nessuna donna è ai vertici dei maggiori partiti presenti in parlamento.
Donne leader dei partiti, l'Italia supera la media europea
Per quanto riguarda il nostro Paese, con una quota del 28,6%, l'Italia supera di 2,5 punti la media Ue del 26,1%. Le leader nello specifico sono Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e Teresa Bellanova, coordinatrice di Italia viva insieme a Ettore Rosato. Gli altri partiti italiani analizzati da Eige, in quanto detentori di oltre il 5% dei seggi in parlamento, sono Forza Italia, Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Lega. Nessuno di questi è guidato da una donna.
Analizzando poi i dati dell’ultimo decennio, si vede come, al pari di quanto accade nel resto dell’Europa, dal 2011 al 2017 nessuno dei principali partiti presenti nel parlamento italiano era guidato da donne. La situazione cambia solo nel 2018, con le elezioni che hanno portato Fratelli d'Italia, guidato da Giorgia Meloni, ad avere una presenza in parlamento complessivamente superiore al 5% dei seggi. Un successivo aumento si verifica poi nel 2020, con la fuoriuscita dal Partito Democratico dei parlamentari guidati da Matteo Renzi e la conseguente nascita di Italia Viva che, come abbiamo detto in precedenza, ha Teresa Bellanova come coordinatrice.
Nel 2021, oltre a Meloni e Bellanova di cui abbiamo già parlato in precedenza, si conta Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd. Va inoltre aggiunto che a ottobre 2021 - quindi 4 mesi dopo la rilevazione di Eige e per questo mancante nei dati - Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, ha nominato tra i suoi vice Paola Taverna e Alessandra Todde.