La vittoria storica del centrosinistra (per una volta compatto nelle alleanze progressiste) in Emilia Romagna e Umbria per Fabrizio Marrazzo (Partito Gay) apre la strada al Referendum sul Matrimonio LGBT+.
“Oggi, 19 novembre, il Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale celebra non solo il suo quarto anniversario, ma anche una straordinaria vittoria politica dell'Umbria e dell'Emilia Romagna che avvicina l’Italia alla possibilità di realizzare il Referendum sul Matrimonio Egualitario – dice in una nota –. Le elezioni regionali di oggi hanno segnato un momento storico: le Regioni progressiste in Italia passano da cinque a sei, grazie alla conquista dell’Umbria e alla riconferma in Emilia-Romagna. Questo risultato non è solo una vittoria politica, ma rappresenta un passo decisivo verso la possibilità concreta di indire il referendum per il matrimonio egualitario, un traguardo fondamentale per i diritti di tutte e tutti”.
Nel 2024 il partito Gay ha elaborato il programma LGBT+ per la Regione Sardegna, sostenuto dalla candidata poi eletta presidente Alessandra Todde, in cui al primo punto c’era proprio il referendum sul matrimonio egualitario, “che potrà ora essere sostenuto dalle 6 Regioni Progressiste”. Ovvero, oltre all’isola e alle due appena uscite dalla tornata elettorale, Toscana, Puglia e Campania. Uno dei metodi per proporre un quesito da sottoporre al voto popolare è che questo venga proposto da almeno 5 consigli regionali, limite quindi ora superato.
“Questa vittoria dimostra quanto sia cruciale la presenza di una rete progressista per costruire un’Italia inclusiva, dove il diritto di amare, adottare e crescere figli non sia più oggetto di discriminazione – continua Marrazzo –. In soli quattro anni, il Partito Gay LGBT+ ha dimostrato che la scelta di non delegare più le nostre istanze, ma di agire direttamente porta a risultati concreti influenzando la politica”.
Tra questi elenca le decine di consiglieri e un assessore eletti, che lavorano quotidianamente per giustizia e uguaglianza, le oltre 200 candidature nei principali comuni italiani che hanno diffuso le richieste arrivate dalla cittadinanza, e l’approvazione di delibere contro l’omofobia, in più di 20 comuni, con multe per chi discrimina.
“Risultati concreti sul fronte legislativo, come la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito una norma discriminatoria contro le persone trans, un tema centrale del nostro quesito referendario. [...] La strada è ancora lunga, ma con sei Regioni progressiste a sostegno, il referendum sul matrimonio egualitario non è mai stato così vicino. Questo obiettivo rappresenta la nostra promessa per il futuro: continuare a batterci affinché ogni persona possa amare liberamente e vedere riconosciuti i propri diritti familiari”.