Elisabetta Ginevra Iida, candidata transgender a Firenze: “Voglio rendere migliore la città ascoltando le persone”

Studentessa universitaria, è in corsa per il consiglio di quartiere 3 di Firenze, con la lista del PD, per le prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. “I punti che mi stanno più a cuore nella mia candidatura sono i diritti e la salute da garantire a tutti e tutte”

di MARIANNA GRAZI -
6 giugno 2024
Elisabetta Ginevra Iida

Elisabetta Ginevra Iida

Ha 23 anni, è una studentessa e un’amministratrice locale di Firenze. Elisabetta Ginevra Iida studia relazioni internazionali e sicurezza internazionale, ha un passato nelle rappresentazioni studentesche e, tra i suoi tanti aspetti personali, “da quato sappiamo sono la prima candidata transgender, da quanto sappiamo, in città”.

Nonostante la giovane età ha le idee ben chiare e un carattere forgiato per affrontare una carriera politica che si prospetta senza esclusione di colpi. “Con Firenze ad alta voce, che è la squadra di ragazzi e ragazze tutti giovanissimi con cui mi sono candidata, abbiamo un programma onnicomprensivo di tutti gli aspetti della città che vogliamo portare avanti insieme: diritti, salute, lavoro, sicurezza e tante altre cose. Non possiamo nasconderci dietro un singolo argomento, ma dobbiamo portare avanti una visione diversa di città, di società e di politica”.

Lei è molto giovane: una scelta in controtendenza rispetto ai tanti suoi coetanei che non sembrano interessati a fare politica?

“Non saprei, io vivo in un mondo fatto di attivismo, di associazionismo, fatto di politica attiva in una giovanile. La mia non è stata una candidatura in solitaria ma in squadra di persone che come me si mettono in gioco”.

Quali sono i punti chiave della sua candidatura?

“Ho lavorato per la mia squadra sulla parte dei diritti e della salute, i punti che mi stavano più a cuore e su cui io ho voluto insistere di più. Firenze è una bolla positiva nell’ambito dei diritti ma si può fare di più; sulla salute siamo un’ottima Regione, l’esperienza è buona sappiamo che ci sono anche forti criticità e queste vanno a discapito delle persone più deboli: persone anziane, minoranze, persone con fragilità, con disabilità. Sono queste che pagano il prezzo di alcune scelte politiche fatte negli ultimi anni”.

Elisabetta Ginevra Iida
Elisabetta Ginevra Iida

E quali obiettivi concreti vi ponete come lista di quartiere?

“Di obiettivi concreti li abbiamo su tutti i campi. La sfida della politica, soprattutto a livello locale, è di impattare sul breve periodo: si va dalle piccole cose come il rendere accessibili i marciapiedi in carrozzina, alle cose più grandi, per esempio vogliamo finalmente l’identità alias in tutti i servizi comunali, non è possibile che Firenze sia ancora ferma su questo”.

Che risposte ha ricevuto dal confronto con gli elettori e le elettrici?

“Abbiamo fatto una candidatura di gruppo che aveva alla base l’idea di andare tra le persone a parlare. Siamo quindi andati a chiedere il voto domandando alla gente cosa vuole, cosa va e cosa non va. Abbiamo avuto una risposta abbastanza positiva, le persone sono molto entusiaste di essere ascoltate e di dire come la pensano; non abbiamo trovato in molti casi un muro, ma donne e uomini che hanno problemi, che segnalano criticità. Questo penso sia importantissimo per la politica, il tornare in mezzo alle persone a sentire cosa queste hanno da dire”.

Elisabetta, da giovane donna transgender si sente di rappresentare anche la voce della sua comunità, di queste persone?

“Io vengo da minoranze legate all’identità di genere, all’orientamento sessuale, ma allo stesso tempo sono una persona privilegiata: su tante cose ho avuto la fortuna di vivere in modo agiato, mentre molte altre persone che si sono trovate in condizioni molto peggiori delle mie. Quello che voglio fare è portare la mia esperienza per provare ad ascoltare al meglio chiunque, non solo chi se la cava bene ma anche chi si trova in difficoltà economiche, minoranze razzializzate o discriminate. Non sono il nome della comunità lesbica o transgender, ma sono una persona con una sua storia, che vuole cercare di rappresentare al meglio tutta la comunità”.

Elisabetta Ginevra Iida durante il Pride
Elisabetta Ginevra Iida durante il Pride

Come sta la comunità Lgbtq+ di Firenze? E cosa pensa del caso Careggi?

“Meglio che altrove peggio che altrove. Siamo sotto costante attacco di un governo nemico che ogni giorno mette in pericolo la comunità in generale e in particolare le persone transgender. Veniamo additate come il nemico e strumentalizzate come uno spauracchio agitato per fini elettorali, quando in realtà siamo solo persone che cercando di vivere la propria vita nel modo migliore possibile per essere felici. Il caso Careggi è stato un attacco politico, basato su una volontà politica di prendere di mira un centro di eccellenza che cerca di fare il massimo pur coi propri limiti. Frequentando personalmente il Cubo (centro polivalente) so perfettamente quali sono, ma si cerca di fare il possibile all’interno di un quadro normativo ormai obsoleto. C’è chi invece si diverte a decidere cosa sia giusto o meno sul corpo degli altri”.

Cosa si può fare a livello locale?

“Prima di tutto mantenendo alta l’attenzione, impedendo in ogni modo che il governo riesca a fomentare l’odio per queste persone, difenderle con risposte concrete ma anche simboliche. Firenze deve stare accanto alla comunità Lgbt e alla comunità transgender.

Siamo tra i pochi Paesi in Europa che non ha una legge contro la discriminazione per l’orientamento e l’identità di genere, manchiamo dell’auto identificazione di genere, manchiamo del matrimonio egualitario, non sono cose su cui può intervenire il Comune ma il Comune deve impegnarsi a prendersi cura della cittadinanza e a portare una visione a difesa.

Poi bisogna insegnare a non discriminare, andando nelle scuole semplicemente a far conoscere le persone, non propagandando un modo di vivere come dice la Destra. A me è capitato in un progetto in Friuli Venezia Giulia e ho visto che i/le ragazzi/e sono i primi ad essere aperti/e nel dialogo e nell’accettazione dell’altro. I problemi semmai sono sorti coi professori già ideologizzati. Quando una persona transgender, lesbica, gay ha un volto è più difficile urlare all’odio e insultarla”.

Elisabetta, ha subito attacchi legati alla sua identità da parte di candidati di altre liste o da altre persone che non accettano la sua candidatura?

“Non ancora perché sono molto privilegiata. Non ‘appaio’ come una persona transgender, se non lo dico non è la prima cosa che una persona pensa di me, posso far finta di niente. Per questo ho deciso di rendere pubblica questa informazione, perché è importante che ci sia una consapevolezza che siamo persone normalissime, che lavorano, siamo i vostri vicini di casa. Ho un privilegio che non tutti hanno, quindi mi metto nelle condizioni di sfruttarlo al massimo per il bene della comunità”.

Elisabetta Ginevra Iida
Elisabetta Ginevra Iida

Come si immagina la Firenze dei prossimi cinque anni?

“Spero che un passo alla volta possiamo chiamarla una Firenze migliore. Non spero che si possano fare le grandi rivoluzioni, perché la politica spesso non ci riesce, ma spero che tra 5 anni, quando andremo di nuovo a votare, potremo dire: ‘abbiamo fatto, eletti e non eletti, tutti insieme un buon lavoro per rendere Firenze più giusta, più inclusiva, più accogliente per tutti e tutte’”.