Erika Hilton
È la
prima donna transgender eletta al consiglio comunale di
San Paolo, la città più grande del Brasile, e per il Time uno volti dei
nuovi leader del futuro.
Erika Hilton, 27 anni, viene descritta dalla stampa nazionale e internazionale come una forza della natura:
energica, pasionaria, combattiva. La sua voce, così forte, dice di averla tirata fuori molto presto, da quando
a 14 anni è stata cacciata di casa dai genitori, vicini alla chiesa evangelica, per aver fatto
outing sulla sua
identità di genere. Fino all’età di vent’anni è infatti vissuta
per strada, facendo la
prostituta, ed è lì che ha messo a fuoco la sua visione politica: “Dopo l’abbandono della mia famiglia, ho sentito una spinta che mi ha coinvolta sempre di più”, ha raccontato al Time. Finché nel 2015 è diventata attivista per i
diritti delle persone transgender, dopo che sull’autobus una compagnia privata le aveva
negato il permesso di
usare il suo nuovo nome, da donna, per il biglietto. Nel
2020, poi, si è candidata sostenuta dal partito di estrema sinistra,
Socialismo e Libertà, per il ruolo di consigliera comunale a San Paolo, ottenendo più voti di qualsiasi altra candidata donna nel paese e a marzo di quest’anno è stata nominata
presidente della commissione per i
diritti umani del consiglio comunale, ruolo che spera di utilizzare per aumentare l’attenzione sul
razzismo e sui diritti Lgbtq+, le sue battaglie da sempre. Ma la Hilton dichiara di aver già sperimentato la resistenza “al mio nome e al progetto politico che rappresento” da parte di alti
funzionari dello
Stato e all’interno del
Municipio.
Omicidi in serie per omofobia
In Brasile ogni
19 ore una persona
Lgbtq+ viene
uccisa per omofobia. Nel 2020 gli
omicidi di donne
trans sono aumentati del
45%, di queste i due terzi sono
donne nere. Bersaglio di minacce, sui social media ma anche nelle sale del Municipio, anche la Hilton, che sostiene di non avere paura o forse di non poterselo permettere: “La mia presenza come
giovane donna trans nera nelle sale del potere è indispensabile in questo momento, una dimostrazione che non ci faremo intimidire da questi attacchi”.
Erika Hilton
"Minacce alla mia integrità fisica"
Ad
agosto 2021, però, intervistata dal Metropolis, ammise: “La mia vita è stata segnata da molte paure. E ho dovuto avere il coraggio di affrontarle tutte, anche per arrivare viva fino a qui.
Ho paura perché vengo dal partito di Marielle Franco, sono in un paese che è il primo al mondo a uccidere le persone trans, ma questo non basta a paralizzarmi. Il Consiglio Comunale è uno spazio che riflette ciò che è la società brasiliana. E la
società è
razzista, transfobica e
misogina. Ora, la minaccia alla mia integrità fisica, con le persone che mi
inseguono, che bussano alla porta del mio ufficio, genera molta preoccupazione”.
Crimini transfobici aumentati dopo l'avvento del premier
Ma: “Il
coraggio viene dalla necessità di
occupare sempre più spazi, di aprire le porte delle legislature, di aprire le porte della democrazia e di far rispettare quelle che non sono solo le agende, ma le nostre vite. Queste agende riguardano la nostra esistenza”. Secondo gli attivisti il grande numero di
crimini transfobici in Brasile in crescita sono stati innescati, in gran parte, dall’elezione del presidente di
estrema destra Jair Bolsonaro.
Candidata alla Camera al grido #ForaBolsonaro
Anche la Hilton la pensa così: “La bandiera che ci unisce è
#ForaBolsonaro. Non possiamo permettergli di continuare a governare e farla franca con i suoi crimini”. Il partito di Erika, Socialismo e Libertà (Psol), di sinistra radicale, le ha chiesto di
candidarsi per un
seggio alla camera dei deputati del Brasile, la camera bassa del Congresso, a ottobre del prossimo anno. La sinistra brasiliana, infatti, si sta già preparando per impedire al presidente in carica Bolsonaro di ottenere alle
elezioni del 2022 il suo secondo mandato.