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Home » Politica » Referendum, l’eutanasia ‘cade’ alla prova della Consulta. In ballo altri sette referendum

Referendum, l’eutanasia ‘cade’ alla prova della Consulta. In ballo altri sette referendum

È iniziata alla Corte Costituzionale l'udienza nella quale verrà decisa l'ammissibilità di otto quesiti referendari: dopo il primo no si attende la decisione su cannabis e giustizia

Marianna Grazi
15 Febbraio 2022
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L’eutanasia cade alla prova della Corte costituzionale: inammissibile il quesito referendario. Non sono bastate un milione e 200mila firme, non è bastata la mobilitazione, non sono bastati gli appelli di migliaia di cittadini e cittadine, associazioni, famiglie; non sono bastate le grida silenziose di chi è attaccato a macchinari che respirano, si ‘nutrono’, parlano, in una parola vivono per lui o lei, al suo posto, che chiede da anni di potersi liberare da quel peso, da quella tortura che non può più essere chiamata vita. La Consulta, fa sapere l’Ufficio comunicazione in attesa che venga depositata la sentenza, ha dichiarato il testo inammissibile perché, “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. I 15 giudici, riuniti da questa mattina in Camera di consiglio, hanno discusso solo dell’ammissibilità del referendum che chiedeva la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente (art.579 codice penale) mentre per gli altri referendum resta aperta la questione.

Marco Cappato e Mina Welby presenti oggi in Camera di consiglio alla Corte Costituzionale

La delusione dei promotori

Il palazzo della Consulta

Delusione e tristezza negli occhi dei due rappresentanti dell’Associazioni Luca Coscioni, promotrice del referendum sull’eutanasia legale, all’uscita dalla Camera di consiglio: “Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia”, ha detto Marco Cappato dopo la decisione arrivata dalla Consulta sull’inammissibilità. “Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina”. Al suo fianco Mina Welby, vedova di Piergiorgio, che ha accompagnato il marito, 15anni fa, nel suo ultimo viaggio. “Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate – dice all’ANSA –. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l’ultima ‘speranza’ del Parlamento…Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa”.

I referendum ancora al vaglio

Martedì 15 febbraio, alla Corte Costituzionale, si è aperta l’udienza all’ammissibilità di otto quesiti referendari, sei sulla giustizia – promossi dalla Lega e dai Radicali – e poi quelli sull’eutanasia e sulla cannabis legale. Ad essere ammessi in Camera di Consiglio, oltre agli avvocati, anche i rappresentanti dei Comitati promotori referendum che ne hanno fatto richiesta. La novità è stata decisa dal neo presidente  della Consulta Giuliano Amato e rappresenta un ulteriore segnale di apertura a pochi giorni di distanza dall’impegno assunto a “consentire, il più possibile, il voto popolare” evitando il più possibile “di cercare a ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli (i referendum) nel cestino”.

Giuliano Amato, presidente Corte Costituzionale
Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale

L’ammissibilità dei referendum abrogativi

La discussione dei quindici giudici si è aperta con il referendum sull’eutanasia (ad assistere ci saranno Marco Cappato e Mina Welby, in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni) e la decisione è arrivata solo nel tardo pomeriggio di martedì. Toccherà poi a quello sulla cannabis, per poi passare ai 6 sulla giustizia promossi da 9 consigli regionali di centro-destra dal Partito Radicale e dalla Lega. Per ‘superare’ l’esame della Consulta le questioni al centro dei referendum non devono rientrare in una delle quattro categorie di leggi che non possono essere sottoposte al voto popolare secondo l’articolo 75 della Costituzione – le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali – e non devono esservi riscontrati altri criteri di inammissibilità. Se la Consulta dovesse pronunciarsi a favore dei referendum il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, dovrà indire con un decreto i referendum stessi in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Marta Cartabia, ministra della Giustizia

I temi dei quesiti

Sono sei i quesiti inerenti alla giustizia e riguardano la Legge Severino, la custodia cautelare, la separazione delle carriere, i consigli giudiziari, l’elezione dei componenti del Csm e la responsabilità civile diretta dei magistrati. Se ammessi, alcuni di questi potrebbero causare alcuni problemi di sovrapposizione con l’attività parlamentare. Mentre nell’aula della Corte Costituzionale si discute sulla loro ammissibilità in quelle del Parlamento si sta lavorando in questo stesso momento ad una riforma strutturale della giustizia: in ultimo, infatti, dopo le nuove leggi che disciplinano il processo penale e quello civile, si discute proprio su una riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e dell’ordinamento giudiziario.

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
L'eutanasia cade alla prova della Corte costituzionale: inammissibile il quesito referendario. Non sono bastate un milione e 200mila firme, non è bastata la mobilitazione, non sono bastati gli appelli di migliaia di cittadini e cittadine, associazioni, famiglie; non sono bastate le grida silenziose di chi è attaccato a macchinari che respirano, si 'nutrono', parlano, in una parola vivono per lui o lei, al suo posto, che chiede da anni di potersi liberare da quel peso, da quella tortura che non può più essere chiamata vita. La Consulta, fa sapere l'Ufficio comunicazione in attesa che venga depositata la sentenza, ha dichiarato il testo inammissibile perché, "a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili". I 15 giudici, riuniti da questa mattina in Camera di consiglio, hanno discusso solo dell'ammissibilità del referendum che chiedeva la depenalizzazione dell'omicidio del consenziente (art.579 codice penale) mentre per gli altri referendum resta aperta la questione.
Marco Cappato e Mina Welby presenti oggi in Camera di consiglio alla Corte Costituzionale

La delusione dei promotori

Il palazzo della Consulta
Delusione e tristezza negli occhi dei due rappresentanti dell'Associazioni Luca Coscioni, promotrice del referendum sull'eutanasia legale, all'uscita dalla Camera di consiglio: "Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia", ha detto Marco Cappato dopo la decisione arrivata dalla Consulta sull'inammissibilità. "Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina". Al suo fianco Mina Welby, vedova di Piergiorgio, che ha accompagnato il marito, 15anni fa, nel suo ultimo viaggio. "Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate – dice all'ANSA –. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l'ultima 'speranza' del Parlamento...Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa".

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Martedì 15 febbraio, alla Corte Costituzionale, si è aperta l'udienza all'ammissibilità di otto quesiti referendari, sei sulla giustizia – promossi dalla Lega e dai Radicali – e poi quelli sull'eutanasia e sulla cannabis legale. Ad essere ammessi in Camera di Consiglio, oltre agli avvocati, anche i rappresentanti dei Comitati promotori referendum che ne hanno fatto richiesta. La novità è stata decisa dal neo presidente  della Consulta Giuliano Amato e rappresenta un ulteriore segnale di apertura a pochi giorni di distanza dall'impegno assunto a "consentire, il più possibile, il voto popolare" evitando il più possibile "di cercare a ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli (i referendum) nel cestino".
Giuliano Amato, presidente Corte Costituzionale
Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale

L'ammissibilità dei referendum abrogativi

La discussione dei quindici giudici si è aperta con il referendum sull'eutanasia (ad assistere ci saranno Marco Cappato e Mina Welby, in rappresentanza dell'Associazione Luca Coscioni) e la decisione è arrivata solo nel tardo pomeriggio di martedì. Toccherà poi a quello sulla cannabis, per poi passare ai 6 sulla giustizia promossi da 9 consigli regionali di centro-destra dal Partito Radicale e dalla Lega. Per 'superare' l'esame della Consulta le questioni al centro dei referendum non devono rientrare in una delle quattro categorie di leggi che non possono essere sottoposte al voto popolare secondo l’articolo 75 della Costituzione – le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali – e non devono esservi riscontrati altri criteri di inammissibilità. Se la Consulta dovesse pronunciarsi a favore dei referendum il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, dovrà indire con un decreto i referendum stessi in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
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I temi dei quesiti

Sono sei i quesiti inerenti alla giustizia e riguardano la Legge Severino, la custodia cautelare, la separazione delle carriere, i consigli giudiziari, l'elezione dei componenti del Csm e la responsabilità civile diretta dei magistrati. Se ammessi, alcuni di questi potrebbero causare alcuni problemi di sovrapposizione con l'attività parlamentare. Mentre nell'aula della Corte Costituzionale si discute sulla loro ammissibilità in quelle del Parlamento si sta lavorando in questo stesso momento ad una riforma strutturale della giustizia: in ultimo, infatti, dopo le nuove leggi che disciplinano il processo penale e quello civile, si discute proprio su una riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e dell’ordinamento giudiziario.
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