L'eutanasia cade alla prova della Corte costituzionale: inammissibile il quesito referendario. Non sono bastate un milione e 200mila firme, non è bastata la mobilitazione, non sono bastati gli appelli di migliaia di cittadini e cittadine, associazioni, famiglie; non sono bastate le grida silenziose di chi è attaccato a macchinari che respirano, si 'nutrono', parlano, in una parola vivono per lui o lei, al suo posto, che chiede da anni di potersi liberare da quel peso, da quella tortura che non può più essere chiamata vita. La Consulta, fa sapere l'Ufficio comunicazione in attesa che venga depositata la sentenza, ha dichiarato il testo inammissibile perché, "a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili". I 15 giudici, riuniti da questa mattina in Camera di consiglio, hanno discusso solo dell'ammissibilità del referendum che chiedeva la depenalizzazione dell'omicidio del consenziente (art.579 codice penale) mentre per gli altri referendum resta aperta la questione.
Delusione e tristezza negli occhi dei due rappresentanti dell'Associazioni Luca Coscioni, promotrice del referendum sull'eutanasia legale, all'uscita dalla Camera di consiglio: "Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia", ha detto Marco Cappato dopo la decisione arrivata dalla Consulta sull'inammissibilità. "Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina". Al suo fianco Mina Welby, vedova di Piergiorgio, che ha accompagnato il marito, 15anni fa, nel suo ultimo viaggio. "Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate – dice all'ANSA –. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l'ultima 'speranza' del Parlamento...Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa".
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