La mostra dell’artista-dissidente cinese
Badiucao che si aprirà il 13 novembre a
Brescia non è gradita alla
Cina. Con una lettera inviata dall’
ambasciata cinese
al sindaco della città
Emilio Del Bono (Pd) Pechino ne ha chiesto l’
annullamento ma il primo cittadino ha dichiarato che non se ne parla.
Badiucao a Brescia
"Le opere in mostra sono piene di
bugie anti-cinesi, distorcono i fatti, diffondono
false informazioni,
fuorviano la comprensione del popolo italiano e
feriscono gravemente i sentimenti del popolo cinese mettendo in pericolo le relazioni amichevoli tra Cina e Italia", afferma l’ambasciata cinese nella missiva recapitata a palazzo Loggia esprimendo "forte insoddisfazione" per l’iniziativa e chiedendo al Comune di "agire rapidamente per cancellare le attività". "'La Cina (non) è vicina', ovvero ‘Badiucao: opere di un artista dissidente', allestita nel museo di Santa Giulia, rimarrà aperta fino al 13 febbraio 2022 ed è - scrive il sito Brescia Today, citato dall'Ansa - l’evento di punta del Festival della Pace in programma dal 12 al 26 novembre". Il
Banksy cinese, come è soprannominato l’artista di Shanghai che lavora in
esilio in Australia, ha
pesantemente criticato il governo di Pechino per la gestione della
crisi innescata dal
covid, ma già da prima della pandemia è in costante rotta di collisione con i vertici del Partito comunista cinese. Nel 2018 il presidente
Xi Jinping fece pressioni per
annullare una mostra ad Hong dell’artista che soprattutto attraverso i social ha raccontato visivamente
censura e
violazioni dei diritti umani, la crisi degli
uiguri, le proteste a Hong Kong.
Il sindaco: "Ospitiamo dissidenti di ogni Paese"
Baudicao con la vicesindaco di Brescia Laura Castelletti
"Una presa di posizione o una comunicazione che ci segnalasse un disagio simile" come quella inviata dall’ambasciata cinese il sindaco di Brescia
Emilio Del Bono non l’aveva mai ricevuta. Intervistato dal Foglio, il sindaco Del Bono spiega che Brescia "sin dagli anni Settanta ha sempre ospitato
artisti del dissenso, polacchi, russi, ungheresi, e che ovviamente oggi
apre anche finestre su altre parti del mondo". Ma precisa che "
l’amicizia dei due popoli, quello italiano e quello cinese,
non è in discussione. Siamo una città di
immigrazione, e siamo una città
democratica, abituata al
pluralismo delle voci. In quanto tale dobbiamo poter esprimere il nostro giudizio sui sistemi politici, sui regimi. Ma credo sia importante far capire che si può rimanere amici anche criticando alcune cose". "Anche nella nota dell’ambasciata - prosegue Del Bono - si percepisce la volontà della Cina di costruire rapporti di amicizia, e da una parte è apprezzabile, ma la Cina sta anche
sfidando le democrazie occidentali, e forse questo sarà il vero
tema del Ventunesimo secolo. Un paese che non si è dimostrato bellicoso, ma molto più pervasivo e presente dal punto di vista culturale ed economico. Di certo una considerazione che va fatta è che
non abbiamo organizzato un
convegno politico in cui si discute del sistema cinese, è piuttosto l’arte a infastidire».
"Il governo convochi l'ambasciatore"
"Il Governo convochi immediatamente l’
ambasciatore cinese e spieghi che in Italia l’
arte è libera e tale deve restare, Pechino la smetta con le sue ingerenze economiche e culturali", è la reazione di Fratelli d’Italia che in una nota a firma del capogruppo di Fdi in commissione esteri della Camera Andrea Dalmastro delle Vedove e del consigliere comunale di Brescia Giangiacomo Calovini sottolineano: "Non accettiamo
alcuna censura da parte dell’ambasciata cinese, la libertà di pensiero e di espressione sono il sale della democrazia. Bene ha fatto il sindaco Del Bono a rispedire al mittente ogni indebita pressione".