“Sono un nazista nero”. Chi è il candidato appoggiato da Trump finito nella bufera

Sul sito pornografico “Nude Africa” con un nickname si definiva favorevole a un ritorno alla schiavitù, elogiava Hitler e si descriva come un “pervertito” che “spiava“ le ragazze nelle docce delle palestre pubbliche

di EDOARDO MARTINI
22 settembre 2024
Mark Robinson, il candidato repubblicano appoggiato da Donald Trump (Instagram)

Mark Robinson, il candidato repubblicano appoggiato da Donald Trump (Instagram)

È bufera per la serie di assurdi commenti, rilasciati circa dieci anni fa su un forum pornografico, da Mark Robinson, il candidato repubblicano appoggiato da Donald Trump per il ruolo di governatore della North Carolina. A rivelarlo è stato un rapporto della CNN, secondo il quale il politico si era definito un “black nazi” e un “perv“, un nazista nero e un pervertito, dichiarandosi inoltre favorevole al ripristino della schiavitù. Naturalmente Robinson ha negato il tutto annunciando anche di non voler lasciare la corsa.

Il nickname usato sul sito pornografico

Sulla piattaforma, per non rivelare la sua identità, l'uomo ha usato il nickname “Minisoldr”, ma gli analisti della CNN sono riusciti ad arrivare a lui grazie ad una serie di dati biografici e alla mail utilizzati sul network. Quasi tutti i commenti sul sito porno “Nude Africa“ risalgono tra il 2008 ed il 2012, quando ancora il candidato al GOP non era entrato in politica.

“Mi eccitava spiare le ragazze sotto la doccia“

“Se il venerdì sera sei un uomo e il sabato, all'improvviso, ti senti una donna e vuoi andare nel bagno delle donne del centro commerciale, sarai arrestato o ti faremo qualsiasi cosa. Proteggeremo le nostre donne”, aveva detto Robinson durante un comizio elettorale nel febbraio 2024. Dichiarazione che stona visto che lo stesso politico, con il suo nickname, aveva descritto tutta la sua eccitazione ricordando di quando, da quattordicenne, “spiava” le ragazze nelle docce delle palestre pubbliche. 

Il ritorno alla schiavitù e il sogno Hitler a Washington 

Mi piace guardare i porno con i trans”, aggiunse ai tempi, “è fo*****mente sexy! E si, sono un pervertito“. E ancora: “Togliete quel f*ttuto comunista bastardo dal National Mall!“, scrisse Robinson in merito all'inaugurazione del monumento a King a Washington, DC, da parte dell'allora presidente Barack Obama. “Non faccio parte del KKK. Non permettono ai neri di farne parte. Se fossi stato nel KKK, l'avrei chiamato Martin Lucifer Koon!“. Altrettanto allarmanti i commenti del politico rilasciati su un forum di repubblicani di colore, “sono un Nazista Nero. La schiavitù non è un male. Alcune persone hanno bisogno di essere schiave. Vorrei che la ripristinassero. Di sicuro comprerei qualcuno“ o quando scrisse che avrebbe preferito Adolf Hitler al comando a Washington.

La difesa: “Mai detto nulla di simile”

Il repubblicano, dopo essere finito nell'occhio del ciclone, ha provato a difendersi sui social: “Vi assicuro che quelle che vedrete in quella storia non sono le parole di Mark Robinson. Conoscete il mio carattere e sapete che sono stato completamente trasparente, in questa gara e anche prima. Restiamo in questa corsa. Siamo qui per vincerla“.

I sondaggi però lo vedono molto dietro, si parla di oltre 10 punti, a Josh Stein, procuratore generale dello Stato e candidato democratico. Intanto Trump non lo ha voluto accanto in un evento e lo staff di Kamala Harris, per rincarare la dose dello scandalo, ha postato una foto di Robinson e del tycoon insieme. Insomma, piove sul bagnato per il candidato repubblicano, che, riprendendo le sue parole, forse è stato veramente troppo trasparente nelle sue vecchie dichiarazioni.