Sono passati pochi minuti tra l’annuncio dell’arresto di Moussa Sangare, sospettato di aver ucciso Sharon Verzeni quasi un mese fa, e l’apparizione di un post sui canali social di Matteo Salvini, attuale vicepremier e Ministro delle infrastrutture del governo Meloni.
“Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon”, e ancora: “Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai Carabinieri!”. Un post corroborato da una descrizione che, già tramite un’analisi approssimativa, sembra ritagliato appositamente sui capisaldi della propaganda salviniana, capace di erigersi nel corso degli anni attorno a specifici punti fermi.
L’analisi del contenuto del post
In seguito ad uno sguardo più attento, infatti, appare evidente come ogni singola struttura sintattica, verbo o sostantivo siano perfettamente cuciti addosso al copione che Salvini propina nel corso di ogni dichiarazione pubblica. Ma il fatto che lascia più allibiti è, sicuramente, l’etnicizzazione dell’omicidio. In assenza di una condanna definitiva e, dunque, in ottica puramente giustizialista, “la bestia” (così è stato definito dai media l’organo di comunicazione del carroccio) ha diffuso l’identità del sospettato focalizzandosi unicamente sulle caratteristiche a fini propagandistici, come la provenienza.
“Origini nordafricane”, come possiamo leggere all’inizio del post, è un voluto pot pourri di nazioni, religioni e culture che racchiude oltre 180 milioni di abitanti, volto a generalizzare e che finisce per connotare come “il male” l’intera porzione di un continente, in dicotomica contrapposizione col “bene” italiano (o italico, secondo alcuni). Peccato che il Mali, in realtà, sia uno stato dell’Africa occidentale, e che Moussa Sangare sia nato in Italia.
Ma il testo che segue all’interno del post non è certo casuale, ancora una volta. Dopotutto, niente è lasciato al caso nei post social del leader del carroccio. La chiarificazione sulla “cittadinanza italiana”, infatti, si inserisce a pieno titolo all’interno del dibattito sullo Ius Scholae che nei giorni scorsi ha squarciato come un fulmine a ciel sereno l’armonia della maggioranza di governo, costringendo Tajani ad un repentino dietrofront in vista del CdM di questo pomeriggio.
Ma le tematiche trattate in una singola riga di testo non terminano certo qui. “Pena esemplare, senza sconti” è, ancora una volta, un rimando all’attualità del presunto decreto “svuota carceri” che la quasi-coalizione tra Radicali e Forza Italia avrebbe paventato al fine di risolvere il problema del sovraffollamento. E infine, in chiusura, non poteva certo mancare il canonico ringraziamento alle Forze dell’Ordine che, in un paese non polarizzato come la nostra penisola, non dovrebbero certo diventare appannaggio di una sola delle correnti politiche presenti in Parlamento.
Dov’è finita l’etica?
In seguito ad una più attenta analisi, dunque, le componenti del post risultano suddivise in un modo alquanto strutturato e sembra volto innanzitutto alla strumentalizzazione a fini propagandistici di un programma politico radicale e ben definito nella sua intolleranza. Ciò che rimane ben saldo agli occhi di una mente imparziale è, purtroppo, l’inaudita violenza che Sharon Verzeni ha subito a causa della furia omicida di una persona.