Quattro bambini ucraini tornano a casa: la Russia li restituisce alle famiglie

I minori sono solo una piccola parte di quelli 'deportati' dalle truppe del Cremlino. Il rientro difficile grazie a un accordo con il Qatar

di MARIANNA GRAZI
17 ottobre 2023
un bambino ucraino con la nonna

un bambino ucraino con la nonna

La Russia ha accettato di far tornare quattro bambini ucraini alle loro famiglie, nell'ambito di un accordo mediato dal Qatar. Il più piccolo dei bimbi ha due anni, il più grande è un adolescente di 17. Mentre l'escalation militare in Israele sembra inarrestabile, da un altro fronte di guerra non troppo lontano arriva finalmente una bella notizia. Che restituisce un briciolo di speranza all'intera comunità mondiale. Il rimpatrio fa parte di un programma pilota per restituire altre migliaia di minori rapiti dalle truppe russe dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina lo scorso anno. Ostaggi di una guerra in cui non hanno alcuna responsabilità, alcuna colpa, se non di essersi trovati nel Paese preso di mira dal Cremlino.
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Una mamma riabbraccia i suoi figli dopo che questi erano stati 'deportati' in Russia

I bambini ucraini rapiti

Il governo del presidente Zelensky afferma di aver identificato almeno 20.000 bambini che sostiene siano stati rapiti dalla Russia. Tuttavia, si ritiene che il numero di quelli deportati sia molto più alto. A marzo, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin, accusando lui e la commissaria per i diritti dei minori, Maria Lvova-Belova, di aver deportato illegalmente i piccoli ucraini. Dal Cremlino, invece, si è sempre ribadito che i motivi alla base di questa politica e di questi trasferimenti erano puramente umanitari: funzionari delle alte sfere sostenevano infatti di aver evacuato centinaia di migliaia di bambini e bambine dal Paese invaso per proteggerli dai pericoli. Come ha dichiarato alle agenzie di stampa un diplomatico, che ha chiesto di rimanere anonimo a causa della delicatezza del progetto, il ritorno a casa dei quattro bimbi rappresenta il primo test di uno schema elaborato dall'emirato del Qatar dopo aver condotto colloqui con Mosca e Kiev.

Il rientro a casa, dalla Russia all'Ucraina

Visto che questo primo tentativo è andato a buon fine, e tutti e quattro i giovani sono potuti tornare tra le braccia delle loro famiglie, la speranza è che seguano altri rientri. Tuttavia, portarli fuori dalla Russia non è stato affatto semplice. Lo dimostra il fatto che almeno in un caso la persona rapita è riuscita a tornare a casa, ma solo passando per Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Una vera odissea, che però, per fortuna, ha avuto un lieto fine. Uno dei quattro bambini, di 7 anni, ha riabbracciato la sua nonna venerdì ed è arrivato in Ucraina lunedì 16 ottobre. Gli altri tre, anch'essi ricongiunti alle loro famiglie, dovrebbero arrivare a casa entro la serata di martedì. Una piccolissima ma significativa parte delle migliaia di bimbi che, secondo Kiev, sono stati separati con la forza dai loro genitori, portati oltre il confine e sottoposti a uno sforzo attivo per privarli della loro identità ucraina.

La contro-educazione russa

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Sarebbero oltre 20mila i ragazzi e i bimbi che le truppe russe hanno portato via alle loro famiglie, secondo la versione del Cremlino per scopi umanitari, mentre Kiev accusa di averli "rapiti per 'russificarli'" (Unicef)

Stando a quanto scoperto dai giornalisti della BBC in precedenza, a questi ragazzi in Russia è stato spesso detto che nel loro Paese non c'era nulla a cui tornare e sono stati sottoposti, in varia misura, a un'educazione "patriottica" russa. In alcuni casi, le famiglie di questi sono state costrette a intraprendere viaggi estenuanti nello Stato vicino per riavere i propri figli. Si pensa che finora siano rientrati solo circa 400 bimbi ucraini prima che il Qatar facesse da mediatore per il ritorno dei quattro. "Vogliono separare i bambini dalle loro famiglie biologiche, russificarli, nasconderli e assegnarli a un altro gruppo etnico", ha dichiarato alla BBC Daria Gerasymchuk, consigliera del presidente ucraino per i diritti dei più piccoli e la riabilitazione.

L'impegno della Russia

Tuttavia, il lavoro per riunire i ragazzi con i nuclei familiari di appartenenza continuerà, ha fatto sapere la signora Lvova-Belova in un post sul suo canale Telegram, citando le parole del presidente Putin: "Non siamo mai stati contrari al ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie". La Russia contribuirà anche a pagare i costi di trasporto e di alloggio e, se necessario, effettuerà l'analisi del Dna. Il ministro del Qatar Lolwah Al Khater ha confermato la mediazione in un comunicato, definendo i quattro rimpatri "solo un primo passo". "Siamo incoraggiati dall'impegno e dall'apertura dimostrata da entrambe le parti nel corso del processo, che speriamo sinceramente possa portare a ulteriori iniziative volte a stemperare le tensioni e a costruire la fiducia tra le due parti", ha aggiunto.