Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Elezioni Abruzzo, solo 3 donne nel consiglio regionale

Rafforzare o promuovere la parità di genere non significa garantirla. In Abruzzo, su 31 consiglieri le donne elette sono solo 3. Per cambiare la cultura servono - anche - le leggi. Riequilibrare gli organismi potrebbe essere una soluzione

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
13 marzo 2024

Anche questa volta la parità di genere si raggiunge la prossima. Questo, in estrema sintesi, il bilancio dell’appuntamento elettorale che ha visto protagonista la Regione Abruzzo la scorsa domenica. Le uniche tre donne elette consigliere regionali sono Erika Alessandrini (Movimento 5 stelle), Tiziana Magnacca (Fratelli d'Italia) e Marianna Scoccia (Noi Moderati). Il resto è mancia, rigorosamente a favore degli uomini.

>>>ANSA/ ABRUZZO: CRESCE L'AFFLUENZA E CRESCE L'IPOTESI DI UN TESTA A TESTA
>>>ANSA/ ABRUZZO: CRESCE L'AFFLUENZA E CRESCE L'IPOTESI DI UN TESTA A TESTA

La sinistra non rappresentata

Le analisi politiche potrebbero essere moltissime, prima tra tutte quella relativa alla mancanza di elette a sinistra. Non c’è traccia di consigliere del Partito Democratico né di altre espressioni dell’area politico-culturale riconducibile a una sinistra che storicamente ha condotto - e talvolta pure vinto - le battaglie delle donne per le donne. Un dato impietoso che dovrebbe costringere la classe politica a un’analisi del voto in ottica di genere più che in termini percentuali, ragionando sul fatto che, forse, dare seguito alle parole che si dicono con i fatti potrebbe essere un buon modo per ottenere la fiducia di elettrici ed elettori.

Il sistema del voto

Il problema, però, è ben più vasto e riguarda, manco a dirlo, il ruolo delle donne nella società e, dunque, pure in politica. Proviamo a fare un ragionamento a partire dal meccanismo della doppia preferenza, mettendo in chiaro che, di base, dovrebbe trattarsi di uno strumento attraverso il quale garantire anche alle donne di poter accedere a ruoli elettivi. Tralasciando il fatto che appare del tutto inspiegabile che nel 2024 ci sia ancora bisogno delle quote rosa per fare in modo che le donne possano pienamente esercitare il diritto di esistere anche nei luoghi della politica, il risultato è che neanche con la doppia preferenza di genere sembra possibile uscirne. Il perché è presto detto: esperienza insegna che nei sistemi elettorali basati sulle liste e sulle preferenze all’interno delle liste può accadere che gli elettori esprimano un solo voto di preferenza; diano il secondo voto a una donna, portando ulteriori preferenze al primo voto, uomo, favorendone l’ascesa; diano il primo voto a una donna e il secondo a un uomo, non generando alcuna differenza, anzi talvolta addirittura contribuendo ad accrescere i voti della seconda preferenza, uomo, favorendone l’elezione. Un meccanismo di per sé corretto che, se calato in una cultura ancora fortemente maschiocentrica, si rende complice del delitto perfetto.

>>>ANSA/ ABRUZZO: CRESCE L'AFFLUENZA E CRESCE L'IPOTESI DI UN TESTA A TESTA
>>>ANSA/ ABRUZZO: CRESCE L'AFFLUENZA E CRESCE L'IPOTESI DI UN TESTA A TESTA

La faccenda sarebbe facilmente sanabile con l’esercizio della politica, ma l’interesse generale pare non essere del medesimo avviso. E così gli uomini, indisturbati, proseguono nella loro corsa forsennata verso il potere e le donne ne subiscono le conseguenze e, addirittura, in alcuni casi, ne alimentano l’ascesa, tra posizionamenti, accordi e piccoli poteri da mantenere pressoché intatti. In cambio, sovente, di qualche posto sicuro.

Il rovesciamento del tavolo appare ancora poco chiaro all’orizzonte, nonostante i numerosi appelli al raggiungimento di una parità formale e non solo sostanziale. Resta da capire se non sarebbe utile ragionare in termini più pratici e lavorare su una norma che preveda la parità di genere a valle e non a monte. Cercando di farla più semplice, non sarebbe forse più giusto considerare “non a norma” organismi non paritari, imponendo il riequilibrio?

“Ma gli uomini che hanno preso più preferenze resterebbero ingiustamente fuori”, starete pensando. Sì, gli uomini acchiappa-preferenze ne uscirebbero abbastanza indeboliti, ma chi l’ha detto che la legge del più forte debba sempre avere la meglio? Di sicuro, si tratterebbe di una grande rivoluzione che potrebbe dare accesso sicuro ai luoghi del potere a moltissime donne meritevoli, esattamente come accade per gli uomini. 

In attesa della giunta

La presenza delle donne nelle istituzioni non deve essere solo rafforzata o promossa, come specificato nella legge n. 215 del 23 novembre 2012, ma garantita. Le parole sono importanti.

Al governatore Marsilio spetterà il compito di formare la nuova giunta. In questo caso, la scelta è del tutto arbitraria e politica. Nell’attesa di una norma che regolamenti la parità di genere anche negli organismi politici non elettivi, l’auspicio è che il presidente non faccia due volte lo stesso errore.