Riconoscere i certificati di genitorialità in tutta l'Ue, l'Italia è pronta? Mussolini: "Serve impegno"

Un certificato di genitorialità rilasciato da un paese membro sia valido anche per gli altri. Il Parlamento europeo ha detto sì, non senza opposizioni. Tra i favorevoli, la "progressista" di destra Alessandra Mussolini

di GIORGIO UMBERTO BOZZO -
14 dicembre 2023
Coppie gay, manifestazione contro stop registrazione dei figli

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366 voti a favore, 145 contrari, 23 astenuti: il Parlamento Europeo ha dato parere positivo questa mattina alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull'accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. L’obiettivo è di garantire che la genitorialità, così come è stabilita in un Paese dell'UE, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione.

Una proposta che non ha il potere di modificare le legislazioni nazionali in tema di famiglia, ma certo impone una presa di coscienza su un tema che, soprattutto nel nostro paese, ha portato a una radicalizzazione delle posizioni.

La discussione sulla genitorialità

L’ECR – il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, gruppo che raccoglie i partiti di destra in Europa, tra cui Fratelli d’Italia, ha preso più volte la parola nel corso della discussione prima del voto per lanciare foschi allarmi sulle conseguenze dell’approvazione della misura.

Ad esempio, il parlamentare Vincenzo Sofo, esponente di Fratelli d’Italia, ha definito la proposta di regolamento un “sopruso nei confronti delle sovranità nazionali, che ha come obiettivo disinnescare le legislazioni locali per impedire ai governi di opporsi a business aberranti come l’utero in affitto”.

Di tutt’altri sentimenti e con ben altri argomenti erano caratterizzati gli interventi delle forze più progressiste del parlamento che sono riuscite, infine, ad aggregare consenso.

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Maria-Manuel Leitão-Marquez

"Nessun bambino dovrebbe essere discriminato a causa della famiglia di appartenenza o del modo in cui è nato”, questo è quanto è ha affermato la relatrice della proposta, la deputata portoghese Maria-Manuel Leitão-Marquez, del gruppo S&D, l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici europei.I bambini possono perdere i loro genitori, dal punto di vista legale, quando entrano in un altro Stato membro. Questo è inaccettabile. Con questo voto, ci avviciniamo all'obiettivo di garantire che se si è genitori in uno Stato membro, si è genitori in tutti gli Stati membri".

Il sì dei Popolari

Il provvedimento ha raccolto consenso anche all’interno del Partito Popolare Europeo con alcune attese defezioni in maniera sufficiente a mettere in sicurezza il risultato del voto. Tra gli esponenti del gruppo dei Popolari, una delle voci più motivate è stata la parlamentare europea Alessandra Mussolini, che da tempo ha preso a cuore questo tema.

L’abbiamo raggiunta a Strasburgo al termine della votazione del parlamento in seduta plenaria.

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ALESSANDRA MUSSOLINI - PARLAMENTARE EUROPEA

Alessandra Mussolini sul tema

Onorevole, potrebbe spiegarci il voto di oggi e il valore che ha per i diritti di minori e genitori.

"Abbiamo votato per legittimare la multigenitorialità e per dare sostegno a coloro che sono genitori grazie anche a procedure come la maternità surrogata, che era esplicitamente citata nel testo. Nel mio gruppo ci sono stati dei voti contrari, ed è possibile che questo crei un effetto sulla stesura finale del documento, ma in buona sostanza il PPE non ha fatto mancare il proprio appoggio alle linee generali della proposta.

Io però ho votato a favore di tutto, quindi per una totale libertà nell’approccio a questa tematica, votando anche contro gli emendamenti proposti da un deputato del mio gruppo che avrebbero reso più semplice ad alcuni Stati membri di non adeguarsi alle normative europee in materia di filiazione, di genitorialità e anche di maternità surrogata".

Questa mattina, il suo collega Vincenzo Sofo di Fratelli d’Italia, ha definito questa proposta un attentato alla libertà degli Stati (qui il video) e soprattutto ha adombrato che questo provvedimento sia un modo per rendere legittima la GPA, che lui ovviamente ha continuato a definire utero in affitto. Non le pare che sfugga a molti una semplice constatazione, il fatto, cioè, che bambini di famiglie oggi ancora considerate atipiche esistono già e hanno dei diritti molto contenuti se non nulli.

"Dobbiamo riflettere su un punto e cioè che la scienza non può essere limitata, bloccata nelle sue potenzialità e, soprattutto, che non si può discriminare chi mette al mondo un figlio utilizzando modalità rese oggi possibili dalla scienza.

Queste possibilità esistono e devono quindi esistere diritti uguali garantiti per questi nuovi minori e genitori. La scelta deve stare nelle mani del singolo individuo: a lui spetta decidere come diventare genitore e la politica non può avere l’arroganza di escludere, di negare o addirittura di prendere provvedimenti di carattere retroattivo come è successo qualche tempo fa a Padova. Non ci si può rivalere per ragioni meramente ideologiche sui figli nati da omoaffettività, nati da plurigenitorialità. Per questo io ho votato a favore".

"No alla maternità surrogata? Allora liberalizziamo l'adozione"

Lei sulla decisione di cancellare retroattivamente le registrazioni delle madri non biologiche dall’anagrafe di Padova prese una posizione molto decisa, quasi da pasionaria. Visto l’attuale orientamento del nostro governo su questa materia, ritiene che questa votazione possa portare a qualcosa di positivo nell’immediato?

chiaro che questo voto è importante, ma dobbiamo anche dire con onestà che non è vincolante, bisogna vedere come uno stato lo recepisce e che misure ha intenzione di mettere in campo. È, però, unindicazione che rafforza chi combatte per i diritti e io credo che il Parlamento europeo, proprio per la sua natura, debba sempre andare avanti in questo campo e mai indietro.

Deve fare da apripista rispetto a tante discussioni che possono essere considerate sensibili. Poi è chiaro che gli Stati membri mantengono la loro autonomia nel modo di gestire gli argomenti sensibili, però il Parlamento europeo deve assolutamente guardare e andare avanti. Dirò di più, il testo che abbiamo votato è la posizione del Parlamento europeo. Posso capire che qualcuno la pensi in modo diverso, ma non sopporto che ci si schieri contro tutto senza portare soluzioni alternative.

Mi aspetterei che coloro che si battono contro la maternità surrogata, fossero allora d’accordo a liberalizzare, a rendere più semplice l’adozione. Si badi bene, per tutti i tipi di famiglia. Non se ne parla molto, ma oggi c’è una oggettiva discriminazione anche per le persone affette da patologie che non impediscono loro di poter esprimere con efficacia la genitorialità. Penso, ad esempio, a persone affette da sclerosi, che se sotto controllo e trattamento medico stanno bene, ma non possono adottare".

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L'Italia è pronta?

Onorevole, si è parlato molto del certificato europeo di genitorialità. Se viene introdotto, quante chance vi sono che possa essere recepito e riconosciuto legittimamente dal nostro paese?

"Questa indicazione dovrà essere recepita perché ciò che attiene al regolamento deciso dal parlamento europeo è transnazionale. Se si possiede una certificazione di genitorialità rilasciata da uno stato, lo stato accanto la deve riconoscere. Però, precisiamo, ce la devi già avere, non è che te la fanno con una richiesta a posteriori.

Quindi, è una facilitazione se già sei in possesso del riconoscimento della paternità. Ovviamente io ho votato per un superamento di questa posizione, per ottenere un riconoscimento a prescindere. Ma è ovvio che va attivata una discussione e occorre accertare quanto l’Italia sia pronta a questi cambiamenti di carattere sociale e culturale. Occorre impegno e la determinazione a guardare avanti".

Come è stata avvertita la sua posizione così libertaria da colleghe e colleghi del suo partito?

"Non ho avuto alcun problema, anche perché io ho detto chiaramente in molte occasioni quella fosse la mia posizione. Peraltro, anche due colleghe del mio partito hanno votato come me".