Christian Raimo, insegnante e scrittore, è finito nuovamente al centro delle polemiche dopo l’ufficializzazione del provvedimento disciplinare che verrà chiamato a scontare nei prossimi mesi. Tre mesi lontano dalla cattedra, stipendio decurtato del 50%. Sono queste le condizioni con le quali l’Ufficio Scolastico Regionale Lazio ha deciso di punire il docente, reo di aver criticato il ministro dell’istruzione e del merito Valditara nel corso di un evento di partito.
Durante la festa di AVS, tramite i quali Raimo ha presentato la propria candidatura - senza venire eletto - nel corso dell’ultima tornata elettorale valida per le europee, lo stesso autore è finito dentro l’occhio del ciclone a causa delle seguenti dichiarazioni: “Dentro la sua ideologia c’è tutto il peggio: la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione, il classismo, il sessismo. Se è vero che non è lui l’avversario, è vero che è lui il fronte del palco di quel mondo che ci è avverso, e quindi va colpito lì, come si colpisce la Morte nera in Star wars”. E oggi, come diramato in una nota, Raimo è stato sospeso a causa dei due richiami disciplinari occorsi in seguito alla violazione del codice etico che i dipendenti del ministero sono chiamati a rispettare.
Come riportato da Internazionale, col quale lo stesso docente collabora, la prima reprimenda era arrivata in seguito ad una dichiarazione secondo la quale, in merito alla vicenda di Ilaria Salis, i neonazisti “vanno picchiati”. In seguito alla seconda inosservanza delle norme, però, l’insegnante sostiene che la procedura utilizzata per comminargli la pena sia di tutt’altra matrice: “È un provvedimento per le critiche che ho fatto alle idee, alle parole, alle scelte politiche, alle decisioni politiche, alle norme introdotte del ministro Valditara. Sono sconcertato, preoccupato, allibito. Mi sembra un ovvio principio di qualunque democrazia distinguere ministero e persona. Mi sembra un altro ovvio principio che poter criticare il potere sia un diritto fondamentale”.
A partire dalla CGIL, che parla di gravissimo atto di censura politica, fino ad arrivare ai suoi studenti e passando, poi, per PD e AVS, numerose sigle sindacali e schieramenti politici si sono subito posti dalla parte dell’insegnante, accusando il ministero governato da Valditara di aver abusato dei propri poteri. Una questione che lo stesso ministro ha preferito evitare, dichiarando: “Io ho un milione e 200mila dipendenti, figuriamoci se mi devo occupare di tutti i procedimenti disciplinari che sono tanti. Questo è un problema dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio”.