“Voi volete ricacciarci indietro”. L’ultimo discorso di Matteotti, cento anni dopo

L’attore Alessandro Preziosi ne recita un estratto durante le celebrazioni della Camera, tutti in piedi ad applaudire

30 maggio 2024

“Voi volete ricacciarci indietro”. Cento anni fa, il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti pronunciava queste parole alla Camera dei Deputati, all’interno di un discorso (diventato memorabile non solo per il contenuto) con cui il deputato socialista denunciava i brogli elettorali e le violenze che avevano influenzato le votazioni di quell’anno, vinte dal Partito fascista, e chiedeva l’annullamento. 

Non lo sapeva (forse lo immaginava) ma quello sarà il suo ultimo discorso. Undici giorni dopo, il 10 giugno, Matteotti verrà rapito e ucciso da squadristi fascisti. 

Oggi, cento anni dopo, quelle parole sono tornate a risuonare nelle orecchie di tutti e tutte, grazie alla voce dell’attore Alessandro Preziosi che, al termine delle celebrazioni della Camera, ha letto un brano tratto da quell’intervento, suscitando un lungo applauso e una standig ovation. 

Lì, sullo scranno da cui Matteotti pronunciò il suo ultimo discorso, verrà apposta una targa e nessun parlamentare vi siederà più.

“Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Molto danno avevano fatto le dominazioni straniere – disse Matteotti - Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni”.