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Blue Monday fra scienza e fake: la cosa più triste del giorno più cupo dell'anno? La sua storia

Nato in Gran Bretagna negli anni Duemila su input dello psicologo Cliff Arnall, ben presto l'aspetto scientifico del "lunedì blu" è stato rimpiazzato da dubbi e accuse: "Una trovata pubblicitaria"

di LETIZIA CINI -
16 gennaio 2023
Lunedì 16 gennaio cade il Blue Monday, ricorrenza nota anche come il giorno più triste, più buio, più deprimente dell’anno. Da un po’di tempo a questa parte ha iniziato infatti a diffondersi anche in Italia la convinzione che il terzo lunedì dopo le feste natalizie si porti necessariamente dietro questa ondata di malinconia. Il perché la scelta sia caduta proprio su questa data, da un lato pare ovvia: dopo aver trascorso il periodo delle sfavillanti festività legate a Natività, fine dell’anno, inizio del nuovo, Befana, appesantiti dai sensi di colpa per aver speso più denaro per i regali ma anche dalle pietanze ingurgitate durante i pranzi con i familiari…. con le tasche asciutte si torna al lavoro con progetti e prospettive difficili da scalare. Ma, soprattutto - dato che l’Epifania tutte le feste se le porta via - il rientro in ufficio è appesantito dalla consapevolezza di quanto siano ancora lontani i prossimi ponti o le agognate giornate festive. L’umore delle persone conosce alti e bassi, ma lunedì 16 gennaio 2023 toccherà il fondo.

Perché il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno?

Lo psicologo britannico Cliff Arnall ha stabilito in uno stufìdio pubblicato nel 2005 che il terzo lunedì dell’anno è la giornata più deprimente

Lo psicologo britannico Cliff Arnall ha stabilito in uno stufìdio pubblicato nel 2005 che il terzo lunedì dell’anno è la giornata più deprimente

Tradizione vuole che sia il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, quindi, e poco importa che l’affermazione abbia scarsa solidità scientifica e abbia funzionato soprattutto come trovata pubblicitaria. A conti fatti, si tratta di una ricorrenza che continua a far parlare di sé e che, soprattutto in Gran Bretagna, è presa piuttosto sul serio. Tutto inizia all’inizio degli anni Duemila grazie al contributo di Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff. Un giorno Arnall viene sedotto dall’idea che possa esistere un giorno particolarmente difficile per l’umore della gente. Ci ragiona su, formula ipotesi e alla fine giunge a un’equazione. Uno dei fattori presi in esame è la condizione atmosferica, con particolare attenzione a alle temperature più rigide e dunque meno “amichevoli“ nei confronti delle persone. Arnall aggiunge al calcolo il ritorno agli impegni di lavoro dopo le vacanze di Natale e Capodanno. Infine aggiunge una considerazione: in occasione del 25 e 31 dicembre tendiamo a fare buoni propositi per l’anno nuovo e a formularli con una certa leggerezza, esagerando le intenzioni. Tempo un paio di settimane e i nodi vengono al pettine, rivelando l’illusorietà dei piani messi in campo. Insomma, l’apice di questi tre elementi si raggiunge nel terzo lunedì di gennaio: è il Blue Monday (in lingua inglese “blue“ significa appunto “triste“).

La pseudoscienza del “lunedì blu“

Quando Cliff Arnall pubblica il risultato della propria ricerca, il mondo accademico lo guarda come un matto. L’Università di Cardiff si dissocia ufficialmente e definisce la sua equazione un esempio di pseudoscienza: termine che indica pratiche che pretendono di essere scientifiche quando in realtà violano i requisiti necessari a una conoscenza del mondo oggettiva, affidabile e verificabile. Insomma, l’idea del Blue Monday è carina, ma non ha solidità alcuna. Il fatto è che gli elementi dell’equazione offrono variabili troppo grandi. Per prima cosa, le condizioni atmosferiche non sono prevedibili come fatto astratto, isolato per esempio da macro fenomeni (vedi il riscaldamento globale) e senza considerare le differenze da luogo a luogo: magari a Cardiff è una giornata fredda, grigia e piovosa, ma nulla vieta che a Palermo ci sia il sole e la temperatura sia piacevole. Inoltre, non è affatto detto che i buoni propositi di fine anno siano stati formulai, o che lo siano stati in maniera irrealistica. E anche se fosse così, non è scontato che mostrino evidentemente la corda proprio in occasione del terzo lunedì di gennaio. Magari un proposito era di approfittare dell’estate per un corso di vela, per dire.
Una sorta di grande equazione identificherebbe il terzo lunedì di gennaio come il più malinconico in assoluto, ma si tratta di una fake news nata nel 2005

Una sorta di grande equazione identificherebbe il terzo lunedì di gennaio come il più malinconico in assoluto, ma si tratta di una fake news nata nel 2005

Blue Monday, l’ipotesi trovata pubblicitaria

Alcuni detrattori di Cliff Arnall ipotizzarono che la sua equazione fosse nata su commissione: a riguardo non vi sono certezze, ma è innegabile che il Blue Monday sia stato presto fatto proprio dalle campagne pubblicitarie. La prima volta accade il 24 gennaio 2005, che curiosamente non era il terzo lunedì del mese bensì il quarto. Il primo “giorno triste“ comparve all’interno di un comunicato stampa dell’emittente televisiva Sky Travel: vi si citava lo studio di Cliff Arnall per spingere le persone a combattere il giorno più triste prenotando un viaggio proprio in quel lunedì. Come a dire: siccome gli psicologi avvertono che stai per affrontare un momento particolarmente difficile, tu difenditi pianificando una futura vacanza e iniziando a prenotare ciò che dev’essere prenotato. La trovata pubblicitaria ha avuto successo e, nonostante l’assenza di scientificità del Blue Monday, la ricorrenza ha fatto breccia nei cuori e nelle menti delle persone, soprattutto in Gran Bretagna. Ancora oggi è un giorno di cui si discute molto.
Una sorta di grande equazione identificherebbe il terzo lunedì di gennaio come il più malinconico in assoluto, ma si tratta di una fake news nata nel 2005

Una sorta di grande equazione identificherebbe il terzo lunedì di gennaio come il più malinconico in assoluto, ma si tratta di una fake news nata nel 2005

È giusto difendere una bufala?

Ogni anno, nonostante quotidiani e siti online abbiano ricostruito la storia farlocca del Blue Monday, l’hashtag torna a fare tendenza e si moltiplicano, intorno al tema, consigli e articoli su come combattere la depressione o non farsi sovrastare dalla tristezza. Secondo Goldacre, però, questo riflettore non sarebbe un buon motivo per dare spazio a operazioni, guidate dai soldi, che il medico descrive con parole molto dure: “sciocchezze corrosive, insignificanti, vuote, fasulle che servono solo per ridurre la scienza a una caricatura”. Il fine giustifica i mezzi. Ma non sempre. Almeno quando si parla di giornalismo e scienza. Ecco una serie di curiosità e termini usati nel mondo per indicare il generale senso di stanchezza e demotivazione che si prova il lunedì stilata da Babbel.
Tradizione vuole che sia il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno

Tradizione vuole che il terzo lunedì dell'anno sia il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno

Perché si è scelto il colore blu?

L’utilizzo del colore blu per indicare tristezza risale al XIV secolo, quando lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer inserì all’interno del poema The Complaint of Mars il verso "with tears of blue and a wounded heart", ovvero "con lacrime blu e un cuore tormentato". Non è noto se quella di Sky Travel sia stata una scelta consapevole, ma anche nel film del 2015 Inside Out il colore blu viene utilizzato per caratterizzare il personaggio che rappresenta la tristezza, consolidandone il ruolo nell’immaginario collettivo. Anche le lingue hanno assimilato tale convenzione: ad esempio, in inglese si dice "feeling blue", ovvero "sentirsi blu", mentre in francese l’espressione equivalente è "avoir le blues", letteralmente "avere il blu".

Il Blue Monday nel mondo

Una sorta di grande equazione identificherebbe il terzo lunedì di gennaio come il più malinconico in assoluto, ma si tratta di una fake news nata nel 2005

Anche nel film del 2015 Inside Out il colore blu viene utilizzato per caratterizzare il personaggio che rappresenta la tristezza

Essendo il lunedì spesso un giorno difficile da affrontare, nel mondo sono molte le espressioni usate per descrivere lo sconforto che si prova durante questo giorno della settimana. In Turchia esiste la "pazartesi sendromu", ovvero la "sindrome del lunedì", la stessa che colpisce i lavoratori francesi i quali sono soliti rispondere «Comme un lundi» quando gli viene chiesto come si sentono al rientro dal fine settimana. Analogamente, nei Paesi anglosassoni per descrivere il cattivo umore di chi si presenta in ufficio con la luna storta si dice "have a case of the Mondays", ovvero "avere un problema con il lunedì". C’è chi inizia a sentirne gli effetti fin dal weekend: dalla fusione di Sunday (domenica) e Monday, in rete è nato Smonday, termine con cui si indica quella malinconia domenicale dovuta all’avvicinarsi della nuova settimana. Un detto molto popolare nelle case automobilistiche tedesche recita invece "montags-auto", ovvero "auto del lunedì", così si indicano quei prodotti difettosi le cui imperfezioni sono attribuiti alla carenza di sonno che si prova il lunedì mattina. Infine, in Spagna l’inizio della settimana è il "día de bajón", vale a dire il "giorno del crollo", mentre in Portogallo è "el dia cinzento", il "giorno grigio".
Blue Monday, una ricorrenza nata dal mondo del marketing

Blue Monday, una ricorrenza nata dal mondo del marketing

Significato diversi

Curiosamente, ci sono due paesi in cui il termine Blue Monday ha un significato completamente diverso. In Olanda "blauwe maandag" significa "per un breve periodo di tempo" e viene utilizzata per indicare un impegno a cui non si è dato continuità. Anche in Germania "der Blauer Montag" non ha niente a che fare con la tristezza: al contrario, fin dal XIII secolo viene usata per indicare i lunedì in cui non si lavora. Una teoria racconta che l’espressione derivi dalla frase "blau zu sein", che significa "essere ubriachi", a sottintendere un assenteismo dovuto alla sbornia. Rimanendo in Germania, anche il sabato si tinge di blu: "Samstags-Blues" è però l’antitesi del Blue Monday e si usa per descrivere la sensazione di inutilità che si prova il sabato senza lavorare. Cliff Arnall, lo stesso psicologo che ideò la formula del Blue Monday, pensò anche di individuare il giorno più felice dell’anno.

L’Happiest Day of the Year

L’Happiest Day of the Year cade sempre nel solstizio d’estate, tra il 21 e il 24 giugno. La formula include sei parametri: il trascorrere del tempo all’aria aperta (O), la natura (N), l’interazione sociale (S), i ricordi d’infanzia delle vacanze estive (Cpm), la temperatura (T) e il desiderio di andare in vacanza (He), arrivando a questo risultato: O+(NxS)+Cpm/T+He. Nulla di scientifico, quindi: il Blue Monday è un fenomeno ancora molto discusso e staremo a vedere se la “tradizione” continuerà o meno; ma se il lunedì tristanzuolo è diventato in qualche modo una ricorrenza, evidentemente è andato a toccare delle nostre corde pronte a farsi suonare. E voi, come vi sentite oggi?