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Intolleranze alimentari, cosa non fare quando si vive con chi le ha

A chi è alle prese con disturbi alimentari non può mancare la socialità: ecco cosa dire e non dire nella quinta puntata della rubrica "Intolleranze for dummies"

di CRISTIANA MARIANI -
10 novembre 2023
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Ferisce più la lingua che la spada. Quanta verità in poche parole. Per quanto anche glutine, latte, nichel e lieviti tutti insieme a me facciano decisamente male. Scherzi a parte, è fondamentale capire cosa dire e cosa non dire, cosa fare e cosa non fare quando ci si trova a vivere con qualcuno che è alle prese con intolleranze alimentari.
E non parlo soltanto delle persone che convivono quotidianamente con chi ha allergie o intolleranze, ma anche di chi si trova a vivere una serata o qualche occasione con un individuo "diversamente alimentato".

Nelle precedenti puntate di "Intolleranze for dummies"

Sino a questo punto la nostra rubrica 'Intolleranze for dummies' ha messo al centro della propria attenzione i soggetti che vivono in prima persona questi disturbi. Abbiamo parlato delle differenze tra allergie e intolleranze, di quali sono i sintomi e come riconoscerli, di cosa dire al ristorante e dato qualche consiglio su come fare colazione fuori e dentro casa.
Un altro aspetto però è fondamentale per chi affronta allergie e intolleranze: circondarsi di persone che comprendono il disagio, magari anche riuscendo a sdrammatizzarlo un po', è fondamentale per poter vivere meglio le situazioni. Soprattutto perché, questo va sempre ricordato, avere disturbi alimentari non significa dover rinunciare ai momenti di socialità. Certo, magari se si è intolleranti a glutine, latte e nichel - come nel mio caso - non si andrà a fare serata in una pizzeria, ma si possono cercare soluzioni alternative senza rinunciare a stare in compagnia.
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L'importanza di una buona compagnia

Stare in compagnia, già. Come ci si comporta quando si ha a che fare con un "diversamente alimentato"? Anzitutto è fondamentale capire chi si ha davanti. In medio stat virtus, dicevano i latini. E io mi sento di sposare in pieno questa tesi. Tradotto: non esagerare con il compatimento da un lato e non eccedere nella goliardia dall'altro. All'inizio è consigliabile usare una buona dose di comprensione e poi, una volta capito come vive i disturbi alimentari la persona che ne soffre, regolarsi di conseguenza. Concedendosi però anche qualche battuta per alleggerire la situazione.

Cosa non dire

Cosa non dire mai a chi ha allergie o intolleranze alimentari? Ecco alcune frasi che potrebbero costarti perlomeno uno sguardo fulminante: "Ma neanche un pezzettino? Non vuoi assaggiare?" (No, perché se ti dico che non mangio qualcosa perché sto male, non dipende dalla mia volontà).
"Ma cosa sarà mai se ne mangi poco" (Sarà che inizio a diventare la bambina del film 'L'esorcista'. Vuoi vedere?), "Son tutte fissazioni psicologiche" (Intendi i dolori di stomaco lancinanti, la nausea, i mal di testa, il mal di pancia, le eruzioni cutanee? Tutta roba che non esiste?), "Ah ma voi vegani..." (Se non mangi latte, glutine, nichel e lieviti, non c'è nulla di vegano nella tua vita).

Saper scegliere la location

Come affrontare una serata con chi soffre di disturbi alimentari? Anzitutto è necessario scegliere una location adatta: magari non una risotteria se c'è una persona allergica al latte o una pizzeria se hai a che fare con me. Non stigmatizzare il disagio che già vive. Al contempo, però, se hai delle curiosità le domande sono ben accette. Ecco, magari evita quelle che ti sembrano più stupide. intolleranze-alimentari-rubrica Cosa fare a tavola? In genere è sempre meglio non esagerare. Mi spiego: dire "Vuoi del pane? Ah scusa, è vero che tu non puoi mangiarlo. Non sai quanto è buono, peccato che tu non possa" in tono canzonatorio non rallegrerà la cena. Al tempo stesso, però, essere contriti e magari autolimitarsi nelle ordinazioni per timore di ferire la sensibilità di chi si ha davanti è il modo peggiore per impostare una serata o un pranzo. La naturalezza paga sempre.
Stesso discorso per l'empatia: cercare ogni tanto di metterci nei panni degli altri è un esercizio che dovremmo fare tutti. Compresi noi allergici e intolleranti. Perché anche far pesare i nostri disagi alimentari a chi non ne è affetto è un modo per incupire quella che potrebbe essere un'occasione di condivisione e divertimento.