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Home » Scienze e culture » Isole Faroe, caccia ai delfini limitata a 500 esemplari, ma è ora di dire basta alla mattanza

Isole Faroe, caccia ai delfini limitata a 500 esemplari, ma è ora di dire basta alla mattanza

L'anno scorso furono più di 1500 i mammiferi uccisi suscitando indignazione internazionale e sconcerto

Camilla Prato
19 Luglio 2022
caccia cetacei isole faroe

La tradizionale caccia ai cetacei alle Isole Faroe

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Un passo in avanti nella tutela dei cetacei, ma non basta. Sarebbe giunta l’ora di mettere la parola fine ad un’usanza barbara che, nonostante l’usanza, al giorno d’oggi non ha più senso. Le Isole Faroe limiteranno provvisoriamente la loro controversa caccia ai delfini a 500 animali, dopo aver ricevuto ampie critiche per l’abbattimento dello scorso anno, in cui sono stati uccisi più di 1.400 esemplari. A febbraio è stata ordinata una revisione della storica pratica, in risposta al grande malcontento suscitato. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno a lungo criticato la caccia, ritenendo il massacro crudele e non necessario.

caccia delfini
I cetacei sono stati per secoli il principale cibo degli abitanti delle Isole Faroe

Il governo si difende: “È nostro diritto, cacciamo in modo sostenibile”

Il ministro della Pesca, Árni Skaale, ha detto che la quota è destinata a garantire la sostenibilità. “Abbiamo il diritto di cacciare”, ha dichiarato al Guardian, aggiungendo che hanno comunque l’obbligo di proteggere le risorse del Paese: “Dobbiamo utilizzare tutto in modo sostenibile“. La nuova quota di esemplari cacciabili dovrebbe essere applicata già alla fine di luglio e, secondo il governo, andrà a riguardare solo una piccola frazione delle 80mila balene e delfini stimati nella zona. Il limite sarà in vigore fino al 2024.
Gli abitanti delle Isole Faroe sostengono ampiamente questa pratica, perché, dicono, i delfini li hanno nutriti per secoli. Conosciuta come macinatura (o Grindadrap in faroese), la caccia ai mammiferi marini – principalmente balene – è una tradizione che viene praticata da centinaia di anni nelle remote isole, un territorio autonomo danese nell’Atlantico settentrionale.

La mattanza del 2021: quasi 1500 animali uccisi in un giorno

isole faroe caccia cetacei
Per secoli nelle Isole danesi dell’Atlantico Settentrionale si è portata avanti la pratica della ‘macinatura’, perché gli isolani potessero nutrirsi della carne dei cetacei

L’acqua rossa per il sangue e una distesa di carcasse senza fine sulla spiaggia. L’abbattimento dello scorso anno è stato unico per le sue dimensioni e ha scioccato non solo l’opinione pubblica ma gli stessi isolani e i gruppi coinvolti: quella di settembre fu una “cattura insolitamente grande” di 1.428 delfini dai fianchi bianchi, ha dichiarato lo stesso governo locale in un comunicato. “Alcuni aspetti di quella cattura non sono stati soddisfacenti, in particolare il numero insolitamente elevato di delfini uccisi”, ha aggiunto. Tuttavia nella nota si difendeva la caccia perché “serve come importante supplemento al sostentamento degli abitanti”. Dal 1996, nelle Isole Faroe sono stati uccisi in media 270 delfini bianchi all’anno. In questo periodo, ci sono stati solo altri tre anni in cui sono stati uccisi più di 500 delfini – 2001, 2002 e 2006.

Poi la strage del 2021 che ha suscitato un’indignazione internazionale, ma ha anche rivelato un’opposizione a livello locale. Un sondaggio pubblicato dopo la mattanza ha mostrato che mentre l’83% degli isolani era favorevole all’uccisione delle balene, il 53% si opponeva all’estensione della caccia ai delfini dai fianchi bianchi. Anche le aziende si sono schierate contro questa caccia. La più grande azienda di allevamento di salmoni dell’isola, Bakkafrost, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’abbattimento è “totalmente inaccettabile”. A febbraio, l’Associazione Faroese di Acquacoltura, un organismo che rappresenta gli allevatori di pesce, ha chiesto il divieto totale di uccidere i delfini dai fianchi bianchi attraverso una petizione che ha raggiunto quasi 1,3 milioni di firme.

Un annuncio farsesco: “Isole mattatoio per i mammiferi marini”

Isole Faroe
Quello del 2021 è stato il numero più alto di delfini e balene uccisi in un solo giorno, oltre 1400

Il governo delle Isole ha dichiarato che rivedrà la quota nel 2024, utilizzando informazioni aggiornate sulle popolazioni di delfini fornite dalla Commissione per i mammiferi marini dell’Atlantico settentrionale, che rappresenta i quattro Paesi cacciatori di balene della regione: Norvegia, Islanda, Groenlandia e Isole Faroe. “Questo annuncio è farsesco” ha commentato però Sally Hamilton, direttrice dell’associazione di beneficenza per la conservazione dell’ambiente marino Orca. “Quello che le Faroe hanno fatto è stato formalizzare qualcosa che in precedenza non era stato ufficializzato, autorizzando il massacro quando non era mai stato chiaro il numero di delfini che sarebbero stati uccisi ogni anno, se mai lo fossero stati”, ha aggiunto. “Le isole Faroe sono diventate un mattatoio per i mammiferi marini, e il Paese sembra non preoccuparsi dell’indignazione e della condanna internazionale che questo sta provocando”, conclude Hamilton.

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  • Il grande fiume italiano sta scomparendo, anzi evaporando. Ed è sulla secca al Pian del Re, nel territorio di Crissolo (Cuneo), che va in scena la protesta delle sirene morte alla fonte del Po. Un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion hanno indossato le vesti della creatura mitologica, con lunghe code blu e azzurre, colore delle acque ormai ricordo, e si sono sdraiate intorno alla sorgente del fiume. 

“L’obiettivo è richiamare l’attenzione sulla gravissima siccità che l’Italia intera sta vivendo e, più in generale, sulle conseguenze tangibili che la crisi climatica sta causando anche nei territori piemontesi.”

Le sirene ambientaliste erano già comparse lo scorso febbraio sulle secche del Po all’altezza dei Murazzi di Torino.

“A distanza di mesi il deficit idrico è ulteriormente peggiorato, tanto da far convocare uno stato di allerta nazionale. La piccola secca torinese, che gli attivisti denunciavano già a febbraio, oggi si è allargata notevolmente ed è ormai invasa dalle alghe, che stanno proliferando fuori controllo in tutto il tratto cittadino del fiume.”

Se da Nord a Sud Italia gli effetti delle alte temperature e dell’afa non danno tregua ai cittadini, arriva anche la risposta degli esperti: a oggi il 2022 è l’anno più caldo di sempre.  Una situazione drammatica, in cui a riemergere dalle acque, anzi dalla mancanza di oro blu, non sono solo alghe e residui bellici, ma anche figure mitologiche che lanciano l’allarme sul disastro imminente. E le voci delle sirene, si sa, non preannunciano mai buone nuove.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #extinctionrebellion #sirene #deltadelpo
  • Luoghi romantici e dove trovarli. Nel mondo esistono tanti posti che, per il loro suggestivo panorama, sono ideali per baciarsi. ✨

Senza andare troppo lontano, anche in Italia ci sono luoghi incantevoli che sembrano usciti da un libro di fiabe. La lista è lunga e da pochi giorni comprende anche il Belvedere del Sognatore di Anacapri, piccolo comune situato sull’isola di Capri, una piazzola romantica che affaccia sul mare di Punta Carena alla base del rosso faro che di notte indica la rotta ai naviganti. Qui, l’amministrazione comunale ha istituito l’obbligo di baciarsi. A dirlo è un cartello stradale blu, con la scritta “Zona romantica, obbligatorio baciarsi” e il disegno di due che lo fanno. 

In Italia, oltre ad Anacapri, ci sono altri posti romantici dove campeggiano i cartelli “Kiss Please“. Uno di questi cartelli si trova in Cilento, precisamente a Trentinara, sul belvedere del paese. Le due sagome che si baciano si pensa siano Saul e Isabella, i protagonisti di una leggenda del posto. Si narra, infatti, che i due amanti si gettarono dalla terrazza insieme, racchiusi in un abbraccio senza fine, e promettendosi amore per l’eternità.

A Tortoreto, in provincia di Teramo, i cartelli sono ben quattro e poi, ancora, un altro cartello con “obbligo” di bacio si trova a Sirmione, lungo la passeggiata sul Lago di Garda. 

#lucenews #lucelanazione #kissplease #anacapri #italy🇮🇹
  • I disturbi mentali, nonostante siano sempre più diffusi nella società odierna, ancora oggi non ricevono l’attenzione che meritano sia dall’opinione pubblica, sia dagli ambienti familiari e lavorativi: spesso capita che si accusi il malato di “pigrizia” o di “irresponsabilità”. 

Essi non si manifestano all’esterno come una malattia fisica, e per questo vengono presi meno sul serio, percepiti come meno reali.

Il disturbo mentale è per antonomasia una malattia invisibile, sì, ma non per questo è immaginaria. Serve fare attenzione, serve una lezione di umanità. Serve cura, soprattutto nelle parole.

#lucenews #lucelanazione #disturmimentali #mentalheath #metaldesorder
  • Se esistesse il premio come miglior bagnina del mese sicuramente lo avrebbe vinto lei. Natalia Lucas, 18 anni, ha fatto nascere un bambino all’interno della piscina YMCA, in Colorado. La mamma del piccolo si stava infatti godendo una giornata di relax quando è entrata in travaglio.

Infatti quando Tessa Rider e suo marito, Matthew Jones, sono andati in piscina, sapevano della possibilità dell’arrivo del figlio, visto le settimane di ritardo. La mamma di 29 anni ha affermato che una delle uniche cose che l’ha aiutata a sopportare il dolore mentre aspettava il parto era lo stare in acqua. “Sapevamo che il bambino sarebbe arrivato. Semplicemente non sapevamo se sarebbe stata una settimana, due settimane o oggi”, ha dichiarato qualche giorno fa Tessa. Le sue acque, però, si sono rotte proprio mentre è entrata in piscina. Suo marito ha preso immediatamente il telefono per chiedere aiuto.

Ed è proprio qui che è intervenuta Natalie. Mentre usava un walkie-talkie per informare i dipendenti della situazione, gridando ad altri nuotatori di chiamare i servizi di emergenza, ha afferrato un kit di pronto soccorso e degli asciugamani e si è precipitata ad aiutare la coppia. “Sono rimasta calma e non sono andata fuori di testa, perché è quello che devi fare in questo lavoro. Non puoi davvero esitare o aspettare che arrivi qualcun altro. Tu sei il bagnino, sei il salvagente per tutti ” ha dichiarato la giovane eroina. Natalie ha sorretto la testa della madre incinta mentre il padre ha aiutato il piccolo Toby a venire al mondo.

Oltre a congratularsi con la coppia felice, l’YMCA del Colorado settentrionale ha condiviso un messaggio speciale a Natalie sui social media, osservando che fare nascere “un bambino durante il suo turno domenicale” era “qualcosa di sicuramente diverso dal lavoro che deve svolgere quotidianamente. Natalia è andata oltre se stessa rispondendo con compassione, premura e grinta”. 

Ma non è finita qui. Il neonato della coppia, il figlio Toby, è stato dotato di un abbonamento a vita per entrare in piscina e chissà se in futuro seguirà le orme della sua eroina.

#lucenews #storiedieroine #eroine #natalielucas #colorado #ymca
Un passo in avanti nella tutela dei cetacei, ma non basta. Sarebbe giunta l'ora di mettere la parola fine ad un'usanza barbara che, nonostante l'usanza, al giorno d'oggi non ha più senso. Le Isole Faroe limiteranno provvisoriamente la loro controversa caccia ai delfini a 500 animali, dopo aver ricevuto ampie critiche per l'abbattimento dello scorso anno, in cui sono stati uccisi più di 1.400 esemplari. A febbraio è stata ordinata una revisione della storica pratica, in risposta al grande malcontento suscitato. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno a lungo criticato la caccia, ritenendo il massacro crudele e non necessario.
caccia delfini
I cetacei sono stati per secoli il principale cibo degli abitanti delle Isole Faroe

Il governo si difende: "È nostro diritto, cacciamo in modo sostenibile"

Il ministro della Pesca, Árni Skaale, ha detto che la quota è destinata a garantire la sostenibilità. "Abbiamo il diritto di cacciare", ha dichiarato al Guardian, aggiungendo che hanno comunque l'obbligo di proteggere le risorse del Paese: "Dobbiamo utilizzare tutto in modo sostenibile". La nuova quota di esemplari cacciabili dovrebbe essere applicata già alla fine di luglio e, secondo il governo, andrà a riguardare solo una piccola frazione delle 80mila balene e delfini stimati nella zona. Il limite sarà in vigore fino al 2024. Gli abitanti delle Isole Faroe sostengono ampiamente questa pratica, perché, dicono, i delfini li hanno nutriti per secoli. Conosciuta come macinatura (o Grindadrap in faroese), la caccia ai mammiferi marini - principalmente balene - è una tradizione che viene praticata da centinaia di anni nelle remote isole, un territorio autonomo danese nell'Atlantico settentrionale.

La mattanza del 2021: quasi 1500 animali uccisi in un giorno

isole faroe caccia cetacei
Per secoli nelle Isole danesi dell'Atlantico Settentrionale si è portata avanti la pratica della 'macinatura', perché gli isolani potessero nutrirsi della carne dei cetacei
L'acqua rossa per il sangue e una distesa di carcasse senza fine sulla spiaggia. L'abbattimento dello scorso anno è stato unico per le sue dimensioni e ha scioccato non solo l'opinione pubblica ma gli stessi isolani e i gruppi coinvolti: quella di settembre fu una "cattura insolitamente grande" di 1.428 delfini dai fianchi bianchi, ha dichiarato lo stesso governo locale in un comunicato. "Alcuni aspetti di quella cattura non sono stati soddisfacenti, in particolare il numero insolitamente elevato di delfini uccisi", ha aggiunto. Tuttavia nella nota si difendeva la caccia perché "serve come importante supplemento al sostentamento degli abitanti". Dal 1996, nelle Isole Faroe sono stati uccisi in media 270 delfini bianchi all'anno. In questo periodo, ci sono stati solo altri tre anni in cui sono stati uccisi più di 500 delfini - 2001, 2002 e 2006. Poi la strage del 2021 che ha suscitato un'indignazione internazionale, ma ha anche rivelato un'opposizione a livello locale. Un sondaggio pubblicato dopo la mattanza ha mostrato che mentre l'83% degli isolani era favorevole all'uccisione delle balene, il 53% si opponeva all'estensione della caccia ai delfini dai fianchi bianchi. Anche le aziende si sono schierate contro questa caccia. La più grande azienda di allevamento di salmoni dell'isola, Bakkafrost, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l'abbattimento è "totalmente inaccettabile". A febbraio, l'Associazione Faroese di Acquacoltura, un organismo che rappresenta gli allevatori di pesce, ha chiesto il divieto totale di uccidere i delfini dai fianchi bianchi attraverso una petizione che ha raggiunto quasi 1,3 milioni di firme.

Un annuncio farsesco: "Isole mattatoio per i mammiferi marini"

Isole Faroe
Quello del 2021 è stato il numero più alto di delfini e balene uccisi in un solo giorno, oltre 1400
Il governo delle Isole ha dichiarato che rivedrà la quota nel 2024, utilizzando informazioni aggiornate sulle popolazioni di delfini fornite dalla Commissione per i mammiferi marini dell'Atlantico settentrionale, che rappresenta i quattro Paesi cacciatori di balene della regione: Norvegia, Islanda, Groenlandia e Isole Faroe. "Questo annuncio è farsesco" ha commentato però Sally Hamilton, direttrice dell'associazione di beneficenza per la conservazione dell'ambiente marino Orca. "Quello che le Faroe hanno fatto è stato formalizzare qualcosa che in precedenza non era stato ufficializzato, autorizzando il massacro quando non era mai stato chiaro il numero di delfini che sarebbero stati uccisi ogni anno, se mai lo fossero stati", ha aggiunto. "Le isole Faroe sono diventate un mattatoio per i mammiferi marini, e il Paese sembra non preoccuparsi dell'indignazione e della condanna internazionale che questo sta provocando", conclude Hamilton.
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