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Lazio, la barriera Acchiapparifiuti sul fiume Aniene intrappola la plastica diretta al mare

Sul Tevere esiste dal 2019 e finora sono state raccolte oltre 10,5 tonnellate di spazzatura. Intanto ad Amsterdam si utilizzano le "bolle"

di DOMENICO GUARINO -
24 agosto 2022
acchiapparifiuti (regione Lazio)

acchiapparifiuti (regione Lazio)

Le soluzioni semplici spesso sono le migliori. Prendete i rifiuti che galleggiano nelle acque dei nostri fiumi. Bene: se è possibile tirare delle reti per pescare, perché non farlo anche per raccattare il pattume? Reti speciali ovviamente, adatte ad una pesca altrettanto speciale. E non meno vitale. È quello che ha pensato di fare la Regione Lazio, dove è stata Inaugurata la barriera Acchiapparifiuti sul fiume Aniene, nella Riserva naturale della Valle dell’Aniene a Roma. Un investimento di oltre 60mila euro per 12 mesi che permetterà un intervento di raccolta di materiale galleggiante sul fiume mediante barriere mobili, utile al miglioramento della qualità delle acque e alla sicurezza idraulica.

Le Blue Barriers

Il sistema di intercettazione dei rifiuti è composto dalle barriere galleggianti rigide dette “Blue Barriers” che comprendono più elementi modulari di materiale plastico, agganciati tra loro tramite un sistema di tubi e cavi d’acciaio che rendono la struttura resistente e in grado di affrontare qualsiasi condizione del fiume. Ogni modulo affonda da 70cm a 95cm e misura 110cm in altezza, 120cm in profondità e 100cm in larghezza. Le barriere galleggianti permettono di fermare le plastiche ed altri rifiuti galleggianti, convogliandoli in un’area a ridosso della sponda del fiume, dove è ancorata la barriera tramite pali alla sponda del fiume. A seguito dell’accumulo tra la barriera e la sponda, l'immondizia viene raccolta (almeno due volte la settimana) a mano o tramite un mezzo da terra, quale un ragno meccanico, che consente il trasporto dal corso al deposito temporaneo, preventivamente individuato. "I rifiuti sono poi stoccati in contenitori idonei (tipo big bag) presso un deposito temporaneo e successivamente trasportati prima in un impianto per la pesatura e poi in un impianto per la selezione e il successivo riciclo o smaltimento" fa sapere la Regione Lazio, che dal 2019 ha deciso di installare le barriere di raccolta dei rifiuti galleggianti, a partire dal Tevere.

La Bubble Barrier

La Bubble Barrier ad Amsterdam

Esistono anche altri metodi che si stanno già sperimentando. La "Bubble Barrier", ad esempio, è una semplice ma efficace strategia per fermare la marea di rifiuti in plastica prima che questa si riversi nelle acque oceaniche. Ideata ad Amsterdam, viene creata attraverso un compressore che immette aria ad alta pressione in uno dei canali che attraversano la città creando un flusso di bolle d’aria che intrappolano i rifiuti e li guidano verso un sito di stoccaggio. Per ridurre al minimo il rumore, il compressore è stato istallato a 50 metri di distanza dalla barriera (all’interno di un container) ed è alimentato da energia rinnovabile. L’ingegnoso sistema è stato istallato nell’ottobre 2019 in meno di cinque ore. Questo sistema è in grado di intrappolare l’86% della spazzatura che finirebbe altrimenti nel fiume IJssel e, successivamente, nel Mare del Nord. Secondo i ricercatori, le bolle riescono a intrappolare rifiuti plastici anche molto piccoli (addirittura di un millimetro).

I rifiuti catturati

Ma cosa catturano le barriere? Beh, facile anche questo! Soprattutto, manco a dirlo, plastiche, che compongono oltre l'80% del litter presente in mare, con dimensioni che variano da nano particelle a mega plastiche. Ad oggi 322 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno nel mondo e, di queste, una quantità compresa tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate finisce in mare. Dunque intervenire sulla qualità delle acque dei fiumi significa soprattutto agire sulle acque che arrivano in mare.
greenpeace microplastice

La maggior parte dei rifiuti raccolti da queste barriere sono composti da prodotti di plastica

Dal 2019 sono stati raccolti dalla barriere Acchiapparifiuti sul Tevere e Aniene oltre 10,5 tonnellate di rifiuti. “Nello specifico – precisa ancora la Regione – finora sono state raccolte 9 tonnellate di rifiuti così costituiti: il 75% è costituito da varie tipologie di materiali, la cosiddetta “frazione estranea”, che comprende tutto ciò che non è imballaggio in plastica. Il 15 % del campione è costituito da oggetti in plastica non imballaggio come giocattoli, caschi, seggiolini auto, ecc., il 27 % è materiale organico, il 7% da oggetti di varia natura come cuscini, scarpe, borse, ecc. e l’altro 26 % da stracci, corde, oggetti in vetro, alluminio e acciaio. Il 25 % è costituito da imballaggi in plastica. Nel dettaglio: il 14% è costituito da bottiglie in pet, quasi il 2% da contenitori in polistirolo, poco più del 3 % da flaconi, poco più del 5% da film e il restante da altri contenitori in plastica sono stati recuperate più di 1200 kg di bottiglie, una bottiglia pesa in media 40 grammi quindi sono state rimosse dall’acqua più di 30 mila bottiglie. A questi si aggiungono 1,5 tonnellate di taniche di ferro, pneumatici, frigoriferi, bombole GPL, scaldabagni, caschi, materassi, tavoli da ping pong, lavatrici”.