Risulta sempre più evidente come
la salute e il benessere globale siano strettamente
legati al clima. L’analisi del
World Weather Attribution parla chiaro: le
ondate di calore di luglio in Europa e Nord America sarebbero state pressoché impossibili senza il cambiamento climatico. Tali eventi non sono più insoliti a causa del riscaldamento globale provocato dall’uso di combustibili fossili, dalla deforestazione e da altre attività umane. Lo studio ha anche evidenziato che il cambiamento climatico ha reso l'ondata di calore in Cina almeno 50 volte più probabile.
L'effetto delle emissioni
A causa delle emissioni le ondate di calore sono sempre più calde
Secondo gli scienziali, le
emissioni di gas serra hanno anche fatto sì che le
ondate di calore fossero più calde di quanto sarebbero state altrimenti: quella europea è stata più calda di 2,5°C, quella nordamericana di 2°C e quella cinese di 1°C a causa del cambiamento climatico. Sebbene i ricercatori rilevino che lo sviluppo di
El Niño, un fenomeno climatico naturale, abbia probabilmente contribuito con calore aggiuntivo alle ondate in alcune regioni, l'aumento delle temperature globali dovuto alla combustione di combustibili fossili è la ragione principale per cui le ondate di calore sono così gravi.
I negazionisti
Il Wwf sottolinea che l’analisi dovrebbe porre fine al triste e inutile dibattito (non scientifico) fomentato da coloro, soprattutto lobbisti, che in questi giorni hanno posto in dubbio la stessa gravità degli eventi in corso. Si conferma invece che è interesse precipuo del nostro Paese che l’azione climatica sia accelerata. È infatti noto da anni che il
Mediterraneo costituisce un
hot spot climatico, esposto a eventi climatici sempre più estremi e ripetuti in presenza di un aumento globale delle temperature medie: gli scienziati prevedono che in futuro ondate di calore come quelle di quest’anno diventeranno ancora più frequenti e potrebbero verificarsi ogni 2-5 anni.
Il Mediterraneo è diventato un hot spot climatico
Per il Wwf, i
negazionisti stanno facendo perdere tempo ed energie preziose: il Governo e il Parlamento devono assumere la
crisi climatica come una priorità, dedicarsi ad accelerare l’abbattimento delle emissioni climalteranti e a perseguire il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C. "I prossimi banchi di prova saranno il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia Clima) e il varo del Piano di Adattamento – ha sottolineato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -. Nel caso del
PNIEC, bisogna mostrare molto più coraggio e cambiare strada davvero, andando verso l’uscita rapida da tutti i combustibili fossili e il 100% energia rinnovabile, abbiamo dimostrato che nel settore elettrico è possibile farlo entro dieci anni. Per il
Piano di Adattamento, servono scelte precise e risorse: dobbiamo preparare il sistema a gestire le conseguenze su persone ed ecosistemi in ogni ambito. Le città devono avere una pianificazione volta a prevenire il caldo e le isole di calore, per esempio: è proprio un cambiamento di mentalità e di approccio.
Una legge sul clima
Il Wwf, insieme a Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment, chiede anche l’approvazione di una
Legge sul Clima che renda strutturale e sistemica la lotta alla crisi climatica, ne assicuri la governance, fissi l’obiettivo della neutralità climatica prima della metà del secolo e gli obiettivi intermedi, stabilisca un budget di carbonio anche per i singoli settori produttivi e istituisca un Consiglio Scientifico per il Clima.
Un cartello che recita "Giustizia climatica adesso"
Onu, il mondo si prepari a ondate di calore sempre più intense
Il mondo deve prepararsi ad affrontare un peggioramento della situazione, hanno avvertito le Nazioni Unite, mentre i Paesi dell'emisfero settentrionale sono stati colpiti da
un'impennata delle temperature. "Questi eventi continueranno a crescere di intensità e il mondo deve prepararsi ad affrontare ondate di calore più intense", ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra John Nairn, consulente senior per il caldo estremo presso l'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. "Il fenomeno El Niño, che si è manifestato di recente, non farà altro che amplificare il verificarsi e l'intensità delle ondate di calore estreme", ha aggiunto. In Nord America, Asia, Nord Africa e nel bacino del Mediterraneo, le temperature supereranno i 40°C per diversi giorni questa settimana, con l'intensificarsi dell'ondata di calore. "Uno dei fenomeni notevoli che abbiamo osservato è che il numero di ondate di calore simultanee nell'emisfero settentrionale è
aumentato di sei volte dagli anni Ottanta. Questa tendenza non accenna a diminuire", ha osservato Nairn. "Temo quindi che non siamo ancora fuori pericolo e che queste ondate avranno gravi
ripercussioni sulla salute umana e sui mezzi di sussistenza", ha aggiunto.
Vigile del fuoco riceve le cure di un'operatrice della Croce Rossa per il caldo
Secondo gli esperti, i gas serra che intrappolano il calore sono la causa del cambiamento climatico. Gas come l'anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto svolgono un ruolo cruciale nell'impedire che una parte dei raggi solari venga riflessa nello spazio. Quando questo ciclo è equilibrato, mantiene il pianeta a una temperatura vivibile. Ma un aumento insostenibile della quantità di gas a
effetto serra nell'atmosfera significa che più calore viene intrappolato, creando non solo il riscaldamento globale ma anche altre anomalie climatiche. Nel caso delle ondate di calore, il cambiamento climatico ne sta aumentando la durata, l'intensità e anche la portata geografica, sostengono gli scienziati.
Cambiamento climatico principale minaccia per la salute umana
È il cambiamento climatico la principale
minaccia per la salute umana. Secondo le stime diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra il 2030 e il 2050 ci potrebbero essere 250mila morti in più ogni anno per malaria, diarrea, ondate di calore e malnutrizione a causa dei cambiamenti climatici e i costi connessi alla salute potrebbero essere pari a due-quattro miliardi di dollari annui entro il 2030.