AREZZO, 17 novembre 2024 – Margherita ha una fattoria didattica e adesso inizierà anche con l’allevamento di asini. Rosella fa tutt’altro. Con la sua cooperativa produce i rizomi d’Iris: da questi vengono poi prodotti profumi e cosmetici ma anche il gin. Due storie diverse ma che si sono meritate il plauso di Coldiretti che ha assegnato loro due degli Oscar Green: i loro modelli di impresa sono quelli che la giuria ha ritenuto più innovativi e sostenibili.
La fattoria didattica
A Margherita Turchi è andato il riconoscimento per la categoria Campagna Amica. La sua fattoria si chiama “La Pannocchia” e prende il nome dall’omonima via in cui sorge, a Castiglion Fiorentino. Lei ha 29 anni, è una biologa e ama gli animali, da sempre. Nella sua fattoria ci sono tutti: cavalli, capre, conigli e perfino mucche. E non solo.
“Adesso inizieremo con l’allevamento di asini amiatini: sono una specie simbolo delle nostre radici”, ci dice la giovane imprenditrice che non si aspettava il riconoscimento ma con il premio in mano adesso ha uno stimolo in più ad andare avanti nel suo progetto. “Sono orgogliosa e onorata - commenta - ho tante idee in cantiere: per Natale addobberemo tutta la nostra struttura e arriverà anche Babbo Natale”.
In tutto ciò non bisogna dimenticarsi che quella di Margherita è una delle 180 fattorie didattiche autorizzate in Toscana: uno di quei spazi all’aperto dove grandi e piccini possono venire in contatto con gli amici pelosi per imparare a conoscerle e relazionarsi con loro. E non è un caso che, seppur il taglio del nastro sia stato fatto da pochi mesi fa, il via vai è stato intenso: “La comunità ha recepito bene il valore sociale dell’iniziativa con tantissime famiglie che hanno deciso di farci visita, senza dimenticare le scuole coinvolte”, ci racconta Margherita.
Dai ‘giaggioli’ di iris profumi e liquori
Dagli animali ai fiori. Ecco gli iris e i loro rizomi, cioè i bulbi, anche detti nel dialetto i giaggioli. Giaggioli sì, come il nome della seconda azienda aretina premiata per la categoria Coltiviamo insieme. Si chiama infatti Toscana Giaggiolo ed è una cooperativa che riunisce più di 200 piccoli coltivatori toscana ed è diventata un punto di riferimento per vendita dei rizomi di Iris.
“Si tratta di un prodotto agricolo ma i cui usi sono i più disparati - ci racconta Rossella Rabatti, presidente della cooperativa - noi li vendiamo e da lì possono essere prodotti profumi e cosmetici ma anche il gin, questo grazie alle loro proprietà che li caratterizzano sul mercato come un prodotto molto appetibile”.
“Il premio? Chi se lo aspettava ma è stata una bella soddisfazione anche perché gli iris sono una coltivazione tipica nel nostro territorio da oltre 100 anni, specie nel Valdarno e nella Valdambra dove non è difficile vederli consociati agli ulivi, soprattutto nei terrazzamenti”, conclude Rossella che è alla guida della cooperativa da 6 anni.
Grazie al suo progetto è stata installata la prima distilleria italiana per estrarre il burro di giaggiolo. E questo permette di rafforzare la filiera locale e promuovere la qualità.