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Quanto 'costa' la guerra all'ambiente? L'impronta climatica delle forze armate

Non solo morte e devastazione ma anche effetti disastrosi per inquinamento ed effetti dannosi per la natura che ci circonda

di DOMENICO GUARINO -
22 novembre 2023
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Quanto pesa la guerra in termini di impatto ambientale? E quanto le armi, anche se non utilizzate? Si parla di circa 430 milioni di tonnellate. È questa la quantità di CO2 equivalente generata dall’apparato bellico degli Stati Uniti e della Gran Bretagna negli ultimi 8 anni, ovvero dal 2015 a oggi. Un dato che si evince da un rapporto di Common Wealth e Climate and Community Project. Si tratta di una cifra che corrisponde più o meno a quella generata dal nostro Paese nel 2021.

L'impatto della guerra sull'ambiente: la reticenza sui dati

È difficile stimare l'impatto ambientale delle attività militari, perché i Paesi non diffondono dati sull'inquinamento prodotto dai loro eserciti

Insomma, le guerre non generano solo morte e distruzione sul terreno, ma producono anche effetti devastanti per l’ambiente. Eppure di questo inquinamento non parla nessuno o quasi. Anzi, si fa addirittura fatica a quantificarne le dimensioni, considerato che le stesse e linee guida della Convenzione quadro dell’Onu sul cambiamento climatico (UNFCCC) lasciano alla discrezione degli Stati se riportare o meno quanto inquinano i loro eserciti nei rapporti annuali. Per questo la stima sull’impronta climatica delle forze armate Usa e Uk è molto preziosa. Serve infatti innanzitutto a colmare il gap di conoscenza, generato dal fatto che i Paesi, spesso in nome del segreto militare e della sicurezza delle operazioni belliche, non forniscono numeri circa le emissioni prodotte dai loro apparti bellici. Il rapporto Less War, Less Warming: A Reparative Approach to US and UK Military Ecological Damages è riuscito ad agitare questa ‘reticenza’ grazie ad un approccio innovativo. Gli autori hanno infatti calcolato le emissioni delle attività militari leggendole attraverso il costo sociale del carbonio, uno strumento che permette di avere una stima dell’impatto diretto e indiretto delle emissioni di gas serra associando un valore monetario a ogni tonnellata di CO2 generata. Strumento che alcune nazioni utilizzano per calcolare i costi-benefici delle loro politiche, in modo da renderle più sensibili alle priorità ambientali e climatiche. In pratica, per compensare queste comunità dei danni subiti, gli Stati Uniti dovrebbero sborsare almeno 105 miliardi di dollari, mentre la Gran Bretagna ne dovrebbe rendere disponibili 6.

Le attività militari producono il 5% delle emissioni globali

In generale, secondo alcuni ricercatori, le attività militari e tutte le industrie correlate producono il 5% delle emissioni globali, più dell'aviazione civile e del traffico navale combinati.

Secondo alcuni studi le attività militari e tutte le industrie correlate producono il 5% delle emissioni globali

Il Cost of war project, che ha sede al Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University (Usa) e documenta i costi umani e finanziari diretti e indiretti delle guerre statunitensi, calcola che lo sforzo bellico degli Usa abbia prodotto 1,2 miliardi di tonnellate di gas serra tra il 2001 e il 2007. In pratica siamo di fronte all'istituzione che consuma più fossili al mondo, una quantità paragonabile al 47° Paese maggiore emettitore, per esempio il Portogallo. Ma la questione non riguarda solo gli Stati Uniti anche se tra i temi al centro delle proteste degli attivisti per il clima al summit di Glasgow c'erano le emissioni prodotte dal servizio militare americano. Secondo The Conflict and Environment Observatory, una realtà inglese che cerca di ridurre i danni a persone ed ecosistemi dovuti ai conflitti armati, l'Europa nel 2019 ha prodotto 24,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, un terzo dei quali in capo alla Francia, ovvero il Paese che investe di più in questo settore. L’Italia concorre con 0,34 milioni di tonnellate anche se le stime più accreditate parlano di almeno 2.13.