Meglio il mal testa o l'inquinamento? Meglio soffrire per un dolore ai denti o difendere l'ecosistema marino? Domande che non ci saremmo mai posti se non ci fosse di mezzo uno studio dell'Università di Pisa, pubblicato recentemente sul Journal of Hazardous Materials, il quale ha rivelato come l'ibuprofene , farmaco antinfiammatorio di larghissima diffusione, possa danneggiare le piante marine , in particolare il fanerogame marino della Cymodocea nodosa , compromettendone la crescita e la capacità di resistere agli stress ambientali.
Ovviamente perché questa minaccia diventi reale è necessaria che una quantità ingente del suddetto finisce in ambiente marino; ma, considerato l'uso spesso smodato che se ne fa, il rischio è tutt'altro che trascurabile. Anche perché il consumo di farmaci è in costante crescita a livello globale. In particolare il consumo globale di ibuprofene supera le 10.000 tonnellate annue e si prevede che aumenterà ulteriormente in futuro. Un problema enorme perché gli attuali sistemi di depurazione non riescono a eliminarlo completamente, e così il farmaco finisce per riversarsi nei nostri mari, fiumi e laghi, con risultati disastrosi. L'ibuprofene, infatti, può accumularsi nei tessuti degli organismi acquatici e, attraverso la catena alimentare, arrivare fino a noi.
Io provo sulla pianta marina
Per altro le piante marine, come la Cymodocea nodosa studiata dai ricercatori di Pisa pisani, sono fondamentali per la salute dei nostri mari in quanto svolgono un ruolo cruciale nella protezione delle coste, nell'immagazzinamento del carbonio, nella produzione di ossigeno e nel supporto alla biodiversità. Per comprendere meglio l'impatto dell'ibuprofene, i ricercatori hanno esposto questa specie a diverse concentrazioni del farmaco per 12 giorni, simulando le condizioni ambientali del Mar Mediterraneo. I risultati hanno mostrato che concentrazioni di ibuprofene pari a 0,25 e 2,5 microgrammi per litro causavano stress ossidativo nelle piante, ma non danni irreversibili. Tuttavia, quando la concentrazione raggiungeva i 25 microgrammi per litro, si osservavano danni significativi alle membrane cellulari e all'apparato fotosintetico, compromettendo la capacità della pianta di rispondere agli stress ambientali, come l'aumento della temperatura dell'acqua o la presenza di altri inquinanti.
Gli effetti di farmaci e droghe sull'ecosistema
Lo studio sugli effetti dell'ibuprofene si colloca all'interno di un più ampio ambito di ricerca che da tempo sta provando a fare luce sugli effetti di farmaci e droghe sull'ecosistema e sulla fauna.
Gli ultimi a lanciare l'allarme sono un gruppo di scienziati che, dalle pagine di Nature Sustainability, qualche mese fa hanno chiesto urgentemente di progettare farmaci più ecologici, “che mantengono l'efficacia ma minimizzino anche l'impatto ambientale , perché, sostengono , “la contaminazione degli ecosistemi con principi attivi sta diventando sempre più pervasiva”.
L'esposizione ai farmaci sta infatti causando cambiamenti significativi e inaspettati nel comportamento e nell'anatomia di alcuni animali . Secondo uno studio geografico su larga scala che ha misurato 61 diversi farmaci nell'acqua dei fiumi prelevati da 1.052 località in 104 Paesi, in tutti i continenti, circa il 43% dei siti campionati presentava livelli di almeno un farmaco che superavano quelli considerati sicuri per la salute ecologica. Inoltre, nei siti più contaminati sono state rilevate miscele complesse di molte Api (un massimo di 34), inclusa un'ampia varietà di farmaci umani e veterinari".
Un esempio è la pillola contraccettiva che sta portando letteralmente a un collasso numerico ea episodi di estinzione locale alcuni pesciolini, per esempio in un lago nell'Ontario in Canada. Senza contare che, come accennato, i principi attivi farmaceutici che si trovano nei corsi d'acqua di tutto il mondo entrano a far parte della catena alimentare e finiscono anche in organismi che potrebbero mangiare. Da qui l'appello rivolto agli sviluppatori e ai produttori di farmaci, agli scienziati e ai politici, "a riconoscere la crescente minaccia ambientale ea dare urgentemente priorità alla progettazione sostenibile di farmaci più ecologici per prevenire ulteriori danni ambientali"