Parte da Firenze IMForest025 (Itinerant Mediterranean Forest), la ‘foresta’ che attraverserà l’Europa per chiamare all’azione contro il climate change. La prima tappa del percorso è il chiostro del Museo Sant’Orsola, situato negli spazi dell’omonimo ex convento, rimasto a lungo inaccessibile, nel cuore della città.
Qui è stata installata la prima porzione di foresta, la SOForest025 (Sant’Orsola Forest), che è il primo step del progetto che in autunno partirà per nuove destinazioni, tra cui si prevede la XIII Biennale Internazionale del Paesaggio di Barcellona, nell’ambito dell’evento di eco attivismo pop up green. L’ultima tappa sarà la città di Valencia, a fine novembre 2025: insomma questa porzione di bosco mediterraneo passerà dall’Italia alla Spagna per segnalare l’urgenza di un processo di riforestazione globale. Intanto, per diversi mesi questi alberi se li godrà la città del Cupolone che, attraverso questa foresta capace di immagazzinare CO2 e mitigare le temperature, sottolineerà l’urgenza di trovare risposte al cambiamento climatico.
“L’obiettivo, a fine anno, è donare gli alberi alla città di Valencia, per contribuire alla ripresa di questa città, con successiva messa a dimora delle piante a ripristino e consolidamento della naturalità locale, stravolta dagli avvenimenti alluvionali del 2024, attraverso un progetto di risanamento ambientale condiviso con la comunità”, spiega Annacaterina Piras, la coordinatrice del progetto promosso dal network LWCircus-Onlus, l’organizzazione non profit che opera tra Messico, Italia e Cina, già responsabile della sezione Resilienza arte e paesaggio del Padiglione Italia alla XVII Biennale di Architettura di Venezia.
Dopo l’inaugurazione del 14 gennaio a Firenze, dove si è registrato il sold out e qualcuno è rimasto fuori, ci saranno nuove occasioni per ammirare lo spazio e questa prima porzione di foresta itinerante, visto che lo spazio continuerà a essere visitabile su prenotazione fino al 19 giugno 2025.
Annacaterina Piras, come si evolverà questo bosco condiviso? “Quello che vogliamo fare con la prima parte del progetto, che abbiamo chiamato SoForest025 (che sarebbe il Sant'Orsola Forest 2025), è partire dal quartiere di San Lorenzo, il cuore pulsante della città di Firenze, con questa porzione di foresta mediterranea che verrà custodita all'interno del chiostro di Sant'Orsola nei mesi invernali e primaverili. Poi vorremmo poter uscire dalle mura del museo e posizionare le piante, dislocarle da giugno a settembre in un ambiente pubblico esterno, uno spazio iconico del centro storico di Firenze, che a noi piacerebbe tantissimo fosse Piazza San Lorenzo. Vorremmo insomma regalare per qualche mese questo bosco a Firenze, allargando attraverso un processo osmotico, questo piccolo polmone che, potenziato, ha l’ambizione di ricreare un bell’abbraccio verde per la Basilica di San Lorenzo”.
Un’occasione per sperimentare concretamente quanto la riforestazione può migliorare la vita dei cittadini? “Firenze soffre d’estate del tristemente del noto fenomeno delle isole di calore, dovuto ovviamente agli stravolgimenti climatici e nello specifico il quartiere di San Lorenzo e la piazza di San Lorenzo pare che sia uno dei luoghi più caldi della città. Con il bosco itinerante vorremmo dare un messaggio forte, perché il cambiamento climatico non se ne parla mai abbastanza, mentre dovrebbe essere la cosa più importante, il problema più grave a cui dare a seguito. In realtà non è così, ma noi vorremmo dare un messaggio di speranza nella culla del rinascimento che serva a dare l'esempio. Ci piacerebbe insomma cambiare la percezione del luogo e fare di una città importante come Firenze un esempio, che possa transitare attraverso l'Europa per sensibilizzare contro il cambiamento climatico. L’idea è caratterizzare attraverso queste piante delle vere oasi verdi che non solo regalano salubrità all'ambiente, ma assorbono CO2, attraverso la macchia mediterranea. Ci piacerebbe creare uno scenario verde per la comunità locale che sia d'esempio, ma che potrebbe anche essere un set privilegiato per alcuni eventi dell'estate fiorentina, con un ricco programma culturale ed educativo per tutte le età e per tutte le provenienze. Perché Firenze non è solo una città per i suoi cittadini, ma anche un scrigno di bellezza per tutti i visitatori che trascorrono del tempo nella città”.
Per ora le piante del bosco itinerante sono solo una dozzina? “Al momento ci sono 13 lecci, che rappresentano la macchia mediterranea e un corbezzolo, da cui facciamo, soprattutto in Sardegna il miele amaro, ma anche le marmellate: è una pianta che dà nutrimento, che ha un significato particolare, come la nostra iniziativa. Presto queste piante, soprattutto se verranno adottate da istituzioni, pubbliche, private e non profit, dovrebbero diventare oltre 100”.
Che tipo di altri interventi state progettando di fare a corollario di questa foresta? “Il 17 giugno ci sarà un altro evento molto ricco di stimoli che durerà 3 giorni, 17, 18, 19 e avrà un programma di performance artistiche, musicali, culturali, di sensibilizzazione, proiezioni dei nostri documentari girati in giro per il mondo, che raccontano il nostro modus operandi. Poi ci sarà la programmazione estiva. Noi nasciamo tra Firenze, L'Asinara e Città del Messico, il presidente della nostra associazione e il vicepresidente sono sardi. Abbiamo lavorato con Maria Lai, la nota artista, conosciuta soprattutto per le sue opere tessili, che per noi è un punto di riferimento, anche in questa performance partecipata del bosco itinerante. IMForest025 è un evento in progress, per cui stiamo già ricevendo moltissime adesioni. C'è molto entusiasmo per questo progetto, c'è molta voglia di parlare di queste cose, soprattutto da parte delle persone non addette ai lavori, dalle comunità locali, che sono quelle più importanti, perché poi l'ambiente lo facciamo noi, lo fa la gente e la divulgazione è fondamentale per avere una vasta eco”.
Con l’idea di creare tante isole verdi? “Certo. Magari anche in altre città. A Firenze in tanti ci stanno già chiedendo la possibilità di moltiplicare questa porzione di foresta mediterranea, ma anche in altre città d'Italia c’è molto interesse. Sarebbe ancora più bello se questa foresta migrasse in contemporanea in più luoghi, come un'impollinazione di verde, di speranza, che parte da Firenze, che è una città che in sofferenza per la mancanza di verde e da altri luoghi contemporaneamente per rendere il nostro paese puiù sostenibile. È molto importante che queste piante alla fine diventino uno stimolo alla naturalità, un monumento vivente al verde condiviso, che nel frattempo si sposta, vive, respira, interagisce, regala empatia”. IMForest025 è un progetto di LWCircus-Onlus, con sedi tra Firenze, Roma e Città del Messico, in collaborazione con Museo Sant’Orsola, grazie ad AYAQ e Parma Agency Group, con il patrocinio di Città Metropolitana di Firenze, MASE, Parco Nazionale dell’Asinara, Agenzia FO.RE.S.T.A.S., RAS, Regione Autonoma della Sardegna e Fondazione Architetti Firenze, partner scientifici XIII Biennale Internazionale del Paesaggio di Barcellona e Turenscape Academy (Xixinan, CHN).