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Stalli per i camper: la proposta di Assocamp per rendere gli ospedali luoghi inclusivi

L'associazione di categoria ha chiesto a tutti gli assessori regionali alla Sanità di prevedere un certo numero di zone adibite: "La vicinanza dei propri cari fondamentale per la guarigione"

di CLAUDIA CANGEMI -
19 dicembre 2023
stalli camper ospedale

stalli camper ospedale

Un'opportunità di restare vicino ai propri cari in un momento difficile per chi si ammala ma anche per i familiari. È quanto chiede Assocamp, l'associazione di categoria che riunisce il 90% di produttori e noleggiatori di camper, a tutti gli assessori regionali alla Sanità: prevedere un certo numero di stalli attrezzati nelle adiacenze delle strutture ospedaliere.

In camper vicini ai malati per accelerare la guarigione

“In un'epoca in cui la cura e il supporto familiare giocano un ruolo fondamentale nella prontezza della guarigione, diventa sempre più urgente considerare nuove soluzioni per rendere gli ospedali luoghi accoglienti, non solo per i pazienti, ma anche per coloro che li assistono, specialmente quando si tratta di situazioni più complesse come l'assistenza a parenti ricoverati per periodi prolungati – spiega la presidente di Assocamp Ester Bordino –. La vicinanza dei propri cari per chi ha bisogno di degenza ospedaliera rappresenta continuità affettiva e delle proprie abitudini familiari conosciute e consolidate. Una sicurezza che dà alla persona ricoverata tranquillità e serenità, sapendo che gli affetti si trovano nelle immediate vicinanze, disponibili in qualunque momento, in caso di necessità.
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Ester Bordino, presidente Assocamp

Per questo motivo - prosegue la presidente - siamo a chiedere a tutte le Regioni, laddove non siano già esistenti, la creazione di stalli appositamente attrezzati per la sosta dei camper all’interno dei parcheggi degli ospedali. Perché il camper è principalmente uno strumento di vacanza, ma in qualità di 'seconda casa' può avere anche una funzione sociale e di grande aiuto”.

Il turismo sanitario in Lombardia

La Lombardia, in questo senso, è tra le regioni più interessate dal fenomeno del cosiddetto “turismo sanitario”, che in qualche caso si trasforma in “pendolarismo”, anche se di recente si assiste a una certa “inversione di tendenza” che porta i lombardi a cercare altrove le cure “importanti” probabilmente anche a causa alle lunghe liste d'attesa nel settore pubblico. In ogni modo gli ospedali del Nord sono tra i più “gettonati” e anche all'interno di singole regioni i centri di cura più specializzati attirano pazienti che si trovano quindi nella necessità di allontanarsi da casa. “Questi stalli per camper non solo risponderebbero alle esigenze pratiche dei possessori di tali veicoli, che in Italia sono stimati in circa 280mila, ma rappresenterebbero anche un passo avanti nell'ottica di rendere gli ospedali luoghi più attenti alle esigenze delle famiglie – spiega ancora Ester Bordino –.
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I posti di sosta attrezzati per queste 'case mobili' permetterebbero la permanenza dei familiari vicino ai propri cari

In particolare per i ricoveri lunghi, infatti, la presenza costante di un familiare è cruciale per il benessere psicologico e fisico del paziente. Questi posti consentirebbero a chiunque debba assistere un parente ricoverato di essere presente in modo più continuativo e confortevole, garantendo una migliore qualità dell'assistenza. Inoltre avere uno spazio designato semplificherebbe notevolmente la gestione logistica delle famiglie che ne posseggono uno. Riducendo lo stress legato alla ricerca di un albergo o alla distanza dal luogo di degenza, si permette alle persone di concentrarsi meglio sull'assistenza ai propri cari. La 'casa viaggiante' offre poi agli assistenti la possibilità di creare un ambiente familiare e confortevole anche nei momenti più difficili”. Ma quanti dovrebbero essere e come andrebbero organizzati questi posti attrezzati? “La quantità degli stalli da rendere disponibili – conclude Bordino – deve dipendere dalle dimensioni della struttura ospedaliera. Per renderli fruibili saranno necessari un attacco di energia elettrica e acqua per il rifornimento delle utenze interne e pozzetti di scarico per le acque reflue, che verranno coperti da un costo giornaliero per la sosta. Comprendiamo che creare degli stalli comporti delle spese, ma renderli disponibili a chi ha la possibilità di utilizzare questo mezzo permette di risparmiare sui costi in un momento già difficile della vita e ha indubbi vantaggi psicologici e sociali”.