Nata a Brescia 31 anni fa, di padre giapponese, è uno dei giovani volti della stand-up comedy italiana. E pensare che Yoko Yamada, finalista di Italia’s Got Talent nel 2023 e vincitrice del Premio Satira di Forte dei Marmi come migliore stand-up comedian, non voleva fare la comica, ma l’attrice teatrale. Far ridere non era il suo primo pensiero, ma oggi è diventato il suo lavoro. Nel suo curriculum vanta la partecipazione nella tournée teatrale di Alessandro Cattelan, tra i più brillanti dei palcoscenici nostrani. A Yamada spettava il compito di aprire gli spettacoli di “Salutava Sempre”.
Il 20 maggio scorso era a Milano, per l’evento Sky Inclusion Days, dove ha portato un monologo sul linguaggio. In quell’occasione abbiamo parlato con lei del limite sottile che c’è tra la satira e l’offesa, del peso del politicamente corretto come valore in una società sempre più divisa tra chi dimostra una certa sensibilità, e chi la vive come un fardello di cui liberarsi.
"Personalmente cerco di, non sempre ci riesco e quel punto si tratta di riscrivere la battuta, tracciare una linea dove inizia la libertà e la dignità dell’altro – ci ha raccontato Yamada – specialmente nelle persone svantaggiate. Che non vuol dire minoranze. Mi rendo conto che c’è un po’ di confusione su questo concetto: le donne non sono in minoranza, i ricchi invece si. Io traccio la linea per non ledere gli underdogs. Non esistono poi battute non offensive, ognuno di noi può offendersi. Ma fra tutte sta a te scegliere se quelle che possono offendere persone svantaggiate sono gratuite o hanno un ragionamento dietro. Mi rendo conto che è un po’ complicato da capire”.