Comicità e politicamente (s)corretto, Yoko Yamada: “Il mio limite è la dignità dell’altro”

Incontriamo la giovane stand-up comedian a Milano, in occasione di Sky Invlusion days e parliamo con lei del linguaggio e della scelta delle parole. Un passaggio fondamentale per chi fa il suo lavoro, soprattutto in un periodo storico come il nostro

di TERESA SCARCELLA
24 maggio 2024
Yoko Yamada

Yoko Yamada

Nata a Brescia 31 anni fa, di padre giapponese, è uno dei giovani volti della stand-up comedy italiana. E pensare che Yoko Yamada, finalista di Italia’s Got Talent nel 2023 e vincitrice del Premio Satira di Forte dei Marmi come migliore stand-up comedian, non voleva fare la comica, ma l’attrice teatrale. Far ridere non era il suo primo pensiero, ma oggi è diventato il suo lavoro. Nel suo curriculum vanta la partecipazione nella tournée teatrale di Alessandro Cattelan, tra i più brillanti dei palcoscenici nostrani. A Yamada spettava il compito di aprire gli spettacoli di “Salutava Sempre”. 

Il 20 maggio scorso era a Milano, per l’evento Sky Inclusion Days, dove ha portato un monologo sul linguaggio. In quell’occasione abbiamo parlato con lei del limite sottile che c’è tra la satira e l’offesa, del peso del politicamente corretto come valore in una società sempre più divisa tra chi dimostra una certa sensibilità, e chi la vive come un fardello di cui liberarsi. 

"Personalmente cerco di, non sempre ci riesco e quel punto si tratta di riscrivere la battuta, tracciare una linea dove inizia la libertà e la dignità dell’altro – ci ha raccontato Yamada – specialmente nelle persone svantaggiate. Che non vuol dire minoranze. Mi rendo conto che c’è un po’ di confusione su questo concetto: le donne non sono in minoranza, i ricchi invece si. Io traccio la linea per non ledere gli underdogs. Non esistono poi battute non offensive, ognuno di noi può offendersi. Ma fra tutte sta a te scegliere se quelle che possono offendere persone svantaggiate sono gratuite o hanno un ragionamento dietro. Mi rendo conto che è un po’ complicato da capire”.