Daria Huber, cantautrice emergente: "Voglio avere il controllo delle mie canzoni"

La cantautrice e producer si racconta ripercorrendo la sua precoce carriera, tra X Factor e l'apertura del concerto di Fulminacci e di Postino: "Quello della produzione musicale è un mondo dominato da uomini, alle donna si dà poco spazio"

di GIULIA DE IESO
18 settembre 2024
Daria Huber

Daria Huber, cantautrice emergente e indipendente (Instagram)

Crescere, diventare grandi. Creare, cancellare, ricrearsi. È il caos dei vent’anni ed è un po’ anche quello di Daria Huber, cantautrice indipendente. Daria ha compiuto 22 giri attorno al sole e da sempre vive di musica. E le sue canzoni la rispecchiano appieno con tutte le emozioni che crescere comporta: quando si è trasferita da Caserta a Roma i semafori hanno iniziato ad apparire nei suoi testi (“banalmente nel paesino da cui provenivo non c’erano semafori”, dice) e ammette di aver eliminato alcuni brani dagli store perché “non sentivo che mi rappresentassero più di tanto”. Dopo un’estate di soddisfazioni con il suo ultimo singolo “Vivo”, Daria è al lavoro per nuova musica.

Tu sei nata a Napoli nel 2002. Come ti sei avvicinata alla musica? “In realtà la musica è sempre stata una costante nella mia vita. Mi ricordo che guardavo i film di Disney Channel, come Camp Rock, High School Musical e cercavo di imitare tutti, di cantare tutte le canzoni. Poi c'era mio nonno che era un pianista… la musica era parte della mia vita in qualche modo già da quando ero piccola. Poi crescendo mia sorella ha cominciato a fare un corso di chitarra e io, da brava sorella minore, volevo imitarla. Ho cominciato a suonare la chitarra anch'io e poi non ho smesso più, mi sono avventurata sempre di più nel suonare altri strumenti e nello scrivere canzoni. Ed eccoci qua oggi”.

Com'è che hai capito che volevi fare la cantautrice o che la musica sarebbe stata parte integrante della tua vita? “È sempre stata un po' una consapevolezza innata: mi piaceva tantissimo mettere su performance, quando ero piccola organizzavo degli spettacoli per la mia famiglia, anche a pagamento, all'età di tre anni, faceva un po' ridere. Mi è sempre piaciuto stare sul palco e esprimermi, poi quando ho cominciato a scrivere canzoni una parte di me ha sempre saputo che volevo fare questo nella vita”.

Ed hai iniziato a scrivere da subito? “Poco dopo aver preso in mano la chitarra è stata la prima cosa che ho voluto fare, perché sento che sia il modo migliore per esprimersi, e anche per imparare a suonare uno strumento. Quando hai poca consapevolezza tendi a esplorare di più e a cercare di capire cosa puoi fare per rendere effettivamente la tua canzone credibile”.

Ora quali strumenti suoni? “Non suono niente al 100%, non sono una musicista, non posso definire il mio strumento se non la voce, però diciamo mi piace sperimentare su chitarra, basso, batteria, pianoforte, ukulele. Credo di poter suonare qualsiasi strumento in qualche modo, probabilmente non nel modo corretto, però posso arrivare a capire qualcosa”.

A 17 anni, nel 2020, hai fatto le audizioni di X Factor. Che esperienza è stata? “Era l'anno del Covid, non c’era il pubblico, è stato un po' strano da quel punto di vista perché era l'unico palco disponibile quell'anno, infatti è stato il motivo per cui ho scelto di provare. Volevo uscire un po' dalla cameretta, soprattutto dopo quel periodo, però è stata un'esperienza particolare, perché quello che vivi lì non è esattamente quello che poi rivedi in TV, almeno per quanto mi riguarda. È stato formativo perché mi ha portata ad interfacciarmi per la prima volta con l'industria musicale più che con la musica in sé”.

Daria Huber
Daria Huber, cantautrice emergente e indipendente (Instagram)

Definiresti le audizioni di X Factor come l'inizio della carriera da professionista? “In parte sì, in altra parte lo vedo sempre un po' come uno step: avendo sempre lavorato nel tentativo di rendere questa mia passione un lavoro, vedo ogni cosa che faccio come uno step. Anche X Factor mi sembra semplicemente un altro tassello più che effettivamente l'inizio, anche se è stata la prima volta che ho conosciuto un po' più di dinamiche esterne alla musica”.

Quindi la televisione non fa per tutti i musicisti?

“Sì, secondo me è una giusta affermazione”.

Poi a febbraio 2021 è uscito il tuo singolo, il primo di tanti. Come è stato? “In realtà poche persone lo sanno - perché la canzone non è più disponibile online - però prima di questo singolo ne è uscito un altro in inglese che poi è stata rimosso dagli store, perché non sentivo che mi rappresentasse più di tanto. Non era la prima volta che condividevo musica con le persone, però era la prima volta che lo facevo in italiano, prima scrivevo solo in inglese. È stata un'esperienza particolare, ero entrata effettivamente in un mondo discografico, avevo firmato un contratto con un'etichetta che ha prodotto questo singolo e mi sono trovata per la prima volta a conoscere tante cose. Banalmente ho fatto per la prima volta delle interviste, ho conosciuto delle situazioni che prima mi erano totalmente estranee”.

E poi a fine 2022 ti trasferisci a Roma, da Caserta… “È una cosa che secondo me a un certo punto diventa necessaria, soprattutto per persone come me. Io vengo da un paesino in provincia di Caserta di 7.000 abitanti, chiaramente non ci sono le stesse opportunità che puoi trovare in una città grande come Roma. A un certo punto ho sentito la necessità di uscire dal paesino e scoprire un po' il mondo, un po' come, non so, i personaggi delle sitcom che si trasferiscono a New York, mi sono sentita così. È stato un altro step molto importante perché avevo bisogno di cominciare a suonare dal vivo, perché avendo cominciato effettivamente a lavorare nell'industria durante il Covid suonare dal vivo era praticamente impossibile, soprattutto per artisti piccoli come me. Avevo bisogno di conoscere. di guardare le persone in faccia e di suonare, semplicemente. E questo, per fortuna, Roma è riuscita a darmelo”. 

Come questo trasferimento ha impattato sulla tua musica? “Si può sentire proprio nelle canzoni, banalmente le immagini che ho cominciato a descrivere, rispetto a prima, sono molto più legate anche alla città. C'è una canzone che è uscita a gennaio di quest'anno che si chiama Verde semaforo. Non c'erano semafori nel mio paesino, quindi è evidente che abbia un minimo influenzato la mia visione delle cose e la mia musica. Poi mi ha dato molta più consapevolezza proprio della persona che sono e che voglio raccontare anche agli altri. Mi ha permesso di crescere”.

Un'altra curiosità è l'incontro che hai fatto con la tua manager, che è anche la tua fidanzata, Michela… “Abbiamo cominciato a lavorare un po' più in avanti, un anno e mezzo fa, rispetto alla nostra relazione, che è cominciata ormai tre anni fa. Prima lavoravo con altre persone, avevo questo contratto che crescendomi stava sempre più stretto: ero arrivata a un punto, lo racconto in tante situazioni, anche in una canzone che è uscita a settembre dell'anno scorso che si chiama “Voce”, che sentivo di non potermi esprimere al 100%. Quando firmi un contratto, automaticamente entri all'interno di tante dinamiche esterne alla musica che devi rispettare, come schemi di mercato, canzoni commerciali, se si può dire, e questa cosa mi stava molto stretta, soprattutto a quell'età: ho firmato a 17 anni, mi era un po' strano scrivere pensando a tutte queste cose. Conoscendo Michela, ho un pochino cominciato ad uscire da questa bolla, a riscoprire la musica, anche quando mi sono trasferita a Roma, ho cominciato a vedere di nuovo la musica per quello che è sempre stato per me. Ero entrata in questa situazione un po' ambigua, in cui la musica quasi non mi piaceva più, perché non mi sembrava più musica. Michela mi ha fatto un pochino uscire da questa brutta situazione e mi ha concesso di riscoprire quello che mi piace fare: da allora è cominciato questo percorso insieme che ci ha portato a troncare questo contratto e a intraprendere una strada da indipendenti. Crediamo che sia l'unico modo, oggi in Italia, per avere effettivamente il controllo creativo di quello che fai nella musica, che per me è fondamentale, ormai non riesco a rinunciarci”. 

Vi è mai capitato nel vostro piccolo di essere giudicate perché siete due ragazze giovani in un mondo che è fatto di dinamiche precise? “È sempre un po' una situazione strana, ci sono delle dinamiche difficili da affrontare a volte perché vai ad interfacciarti con un mondo prevalentemente dominato da uomini. Banalmente io faccio la produttrice e conosco veramente poche donne che producono e non credo che sia perché non ci sono donne, ma perché si dà poco spazio alle donne. I nomi grossi che ricordiamo tutti sono prevalentemente maschili, ci sono delle difficoltà in più a volte che ovviamente avvertiamo, però non ci facciamo abbattere, anzi, cerchiamo proprio di arrivare a un punto in cui ciò non esista più. È una lotta continua ma che va fatta, sicuramente”.

E insieme avete avuto già tante soddisfazioni, quali di queste ricordi con più affetto e quali sono anche gli obiettivi che vi ponete per il futuro? “Sicuramente aprire per Fulminacci e Postino a Genova al Balena Festival lo scorso luglio è stata un'esperienza emozionante, c'era tantissima gente che non mi conosceva che però che è rimasta super coinvolta dalla mia musica. Mi è rimasto veramente impresso ed è un'esperienza che credo non riuscirò mai a dimenticare, e che non voglio dimenticare soprattutto. Quello forse è stato il picco per ora di questo nostro percorso insieme. Poi ci sono state tante altre soddisfazioni e ci sono tantissime altre cose che vogliamo fare. Ci piacerebbe portare il live in band il più possibile ed è un obiettivo che abbiamo per il prossimo anno, vogliamo far arrivare la musica a tante persone e semplicemente continuare su questa strada. L'obiettivo è crescere in realtà, non c'è molto altro: non abbiamo la mentalità delle persone che vogliono fare disco d'oro, per dire. Vogliamo semplicemente arrivare al punto di sentirci soddisfatte di quello che stiamo facendo nella musica, che secondo me è fondamentale”.

Venite da un'estate di “Vivo” che, hai detto più di una volta, è la canzone che potrebbe cambiarti la vita... “Beh, ci speriamo sempre. “Vivo” per me è una canzone molto dinamica: già il ritornello lo fa capire, dice “mi fa sentire ancora vivo”, quindi poteva essere una colonna sonora per l'estate di molte persone e anche in futuro, successivamente a questa stagione. Quest'anno mi sono imposta l'obiettivo di cercare di farla arrivare a tantissime persone. È stato divertente perché ho sempre cercato di promuovere le mie canzoni in questa maniera, però con “Vivo” sono andata al 100% con i paraocchi in questa idea di promozione che ha portato degli ottimi risultati. Sono molto felice di come sta andando il pezzo, del fatto che molte persone effettivamente l’hanno resa la colonna sonora della loro estate: nel nostro piccolo ci siamo riusciti, e questo è importante”.

In questo progetto c'eravate appunto te, Michela, e tua sorella, che ha realizzato il video ufficiale… “Realizzarlo è stata un'esperienza folle, perché comunque, essendo indipendenti, abbiamo a disposizione poco budget, quasi zero, quindi cerchiamo di ingegnarci sempre e trovare idee geniali per raccontare la nostra musica anche dal punto di vista visivo. Mia sorella è una fotografa super talentuosa, però sta entrando adesso nel mondo dei filmati, nonostante abbia diretto tutti i miei video fino ad ora. È una cosa che fa in primis solo per me e adesso sta cominciando a farlo anche per altri, “Vivo” è stato un momento in cui abbiamo dimostrato a noi stesse che potevamo fare qualcosa di grosso, il video alla fine non sembra realizzato da tre persone. Sono molto molto fiera del prodotto finale, è stato difficile realizzarlo perché abbiamo dovuto ingegnarci tanto sia dal punto di vista della registrazione che dell'editing. Continuerò a promuoverlo perché secondo me merita di essere visto da tante persone”.

Sui prossimi progetti puoi dirci qualcosa? “C'è sicuramente tanta musica che sta per arrivare, quest'estate mi sono presa un po' di tempo per lavorare, producendo da sola. Mi chiudo qui dentro e non esco finché non ho prodotti di cui sono soddisfatta. Non posso ancora dire le modalità, ci manteniamo sul vago, stiamo realizzando delle cose molto interessanti che non vedo l'ora di condividere”.