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Donna Summer, la voce arcobaleno considerata "troppo erotica"

In uscita la prima monografia italiana completa della regina della disco music: dalla scandalosa “Love To Love You Baby” all'ossessione per la malattia

di BARBARA BERTI -
25 marzo 2023
La cover dell'album "Bad Girl" di Donna Summer

La cover dell'album "Bad Girl" di Donna Summer

A poco più di dieci anni dalla morte, arriva la prima monografia italiana completa di Donna Summer, la regina della disco music. “Donna Summer – La voce arcobaleno. Da disco queen a icona pop” (Coniglio Editore), è il titolo del volume scritto da Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano - con la prefazione di Pete Bellotte (produttore, insieme a Giorgio Moroder, di alcuni dei più conclamati successi della cantante) – in libreria dal 31 marzo (con presentazione a Roma sempre il 31 marzo alle 18 alla Libreria Feltrinelli di via Appia). Non è una mera biografia ma un ricco volume impreziosito da interviste esclusive degli autori alla cantante e ad altri personaggi a lei vicini, che offre uno spaccato inedito del percorso esistenziale e artistico di questa grande star e, al contempo, delinea il contesto storico e sociale in cui questa magica avventura si è sviluppata.
La cover della monografia italiana completa dedicata a Donna Summer

La cover della monografia italiana completa dedicata a Donna Summer

Venuta a mancare il 17 maggio 2012, a soli 63 anni, lasciando un vuoto incolmabile nei dancefloor di tutto il pianeta, Donna Summer con la sua voce potente e poliedrica, come poche nel panorama musicale, nell’arco di quasi quattro decenni ha venduto più di centocinquanta milioni di dischi, conquistando 5 Grammy Awards, un Oscar e una valanga di premi e dischi d’oro e di platino in ogni parte del globo. La superstar afroamericana, originaria di Boston – dove era nata il 31 dicembre 1948 -, ha saputo incarnare l’intramontabile colonna sonora degli anni ’70 con una pletora di mega-hits da lei stessa scritti insieme al duo di produttori e musicisti Moroder-Bellotte: dalla sensuale “Love To Love You Baby” alla futuristica “I Feel Love” passando per gli evergreen quali “Could It Be Magic”, “Last Dance”, “Mac Arthur Park”, “Hot Stuff”, “Bad Girls”, “No More Tears (Enough Is Enough)” e “On The Radio”, tra gli altri. Le radici artistiche della cantante risalgono all’epoca hippie tra rock psichedelico e musical teatrali in quel di Monaco di Baviera dove, alla fine degli anni ’60, Donna inizia la sua ascesa verso il successo che la porterà a collaborare nel tempo con nomi come John Barry, Barbra Streisand, Quincy Jones, Bruce Springsteen e David Foster. Incontrastata regina della disco music, genere poliritmico e rivoluzionario da lei stessa ancor più nobilitato, Donna Summer, trascendendo etichette e stilemi musicali, diventa una caposcuola per le generazioni di artisti che si succedono dagli anni ’80 fino ai giorni nostri.
Gli autori del volume: Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano

Gli autori del volume: Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano

Questo libro ne rappresenta sicuramente la completezza, offrendo al lettore una full immersion nei ricordi più belli di un’epoca sonora mai passata di moda. Un volume elegante, comprendente oltre 500 illustrazioni, che si rivolge non soltanto ai numerosissimi fan della cantante, ma anche a coloro che desiderano riscoprire un’era ancora attualissima attraverso l’arcobaleno vocale e sonoro di questa intramontabile icona internazionale.
Donna Summer nel 1977 (Wikipedia)

Donna Summer nel 1977 (Wikipedia)

Scandalo e successo universale

La vera esplosione del fenomeno Summer arriva con “Love To Love You Baby” (1975): un “singolo” che coi suoi 17 minuti occupa tutto il lato A dell’omonimo album. Si tratta del primo esempio di maxi-single, prototipo della nascente disco music e modello per la sua futura evoluzione, la dance. Per la critica del tempo il brano era troppo hard: il “Time Magazine” aveva calcolato un totale di 22 orgasmi fra i vocalizzi della Summer. Insomma, una canzone troppo erotica per la circolazione radiofonica tanto che ne viene vietato il passaggio in radio ma nelle discoteche la canzone riscuote vastissimo successo, spingendo vertiginosamente le vendite dell'album e del solo singolo che pare traesse traesse spunto (e pepe) dalla parigina “Je t’aime … Moi non plus” della premiata ditta Birkin/Gainsbourg.

Un salto al cinema

Nel 1978 Donna Summer viene scelta per interpretare la parte della cantante Nicole, una ragazza di talento, nel film “Thank God It's Friday”, ambientato nella discoteca Osko di Los Angeles, dove si incrociano vite e destini piuttosto banali illuminati dai lustrini della pista. Nella colonna sonora della pellicola Summer registra tre brani, di cui la mega disco hit “Last Dance”. Con questo singolo l’artista vince diversi premi, tra cui un Grammy Award, mentre l'autore del brano Paul Jabara riceve il Premio Oscar e un Golden Globe alla migliore canzone. Sempre nel 1978 produce Live And More, un album live che contiene MacArthur Park e Heaven Knows, cantata con i Brooklyn Dreams. Entrambe ottengono elevato successo a livello mondiale ed entrambi i singoli vengono certificati e nominati. Queste due tracce sono presenti nell'album sotto forma di un medley lungo oltre 17 minuti, intitolato “MacArthur Park Suite”.

La caduta di una stella

Nel 1980 Donna Summer prende una decisione che influenzerà molto il prosieguo della sua carriera: passa dalla Casablanca alla Geffen Records, abbandonando così il suo storico collaboratore Giorgio Moroder, per affidarsi al più affermato Quincy Jones che, però, non riesce (o non vuole?) a valorizzarla a sufficienza. In quel periodo le vengono poi attribuite alcune parole di disprezzo verso la comunità gay (“L’Aids è il castigo divino per i peccati degli omosessuali”), episodio molto equivoco che contribuisce a oscurarne la gloria. Lei, oltre a negare di aver pronunciato quella frase, diventa un’attivista d’assalto della Gay Men’s Health Crisis.
Il Donna Summer Memorial realizzato dai fan davanti alla sua casa di Naples il 18 maggio 2012 (Wikipedia)

Il Donna Summer Memorial realizzato dai fan davanti alla sua casa di Naples il 18 maggio 2012 (Wikipedia)

L’ossessione e la morte

Gli ultimi anni di Donna Summer sono stati molto difficili. Per la lotta contro la malattia (aveva un cancro) ma soprattutto per il senso persecutorio che l’ha accompagnata. Lei credeva fermamente di aver contratto il cancro ai polmoni dopo il crollo delle Torri Gemelle (le cui polveri sottili uccisero comunque un migliaio di persone). La Summer abitava all’epoca a poche centinaia di metri da Ground Zero e dopo l’11 settembre si rifugiò nella preghiera, girando sempre con uno spray disinfettante per purificare l’aria che respirava. L’artista si è spenta il 17 maggio 2012 nella sua casa di Naples, in Florida. Il funerale è stato celebrato presso la Christ Presbyterian Church di Nashville in forma privata.