Ghali a Sanremo abbatte le barriere: questo mondo è disordinato, ma è casa di tutti

"Casa mia" è la canzone con cui Ghali ci parla di un mondo bello e controverso, che appartiene a tutti senza distinzione

di TERESA SCARCELLA -
7 febbraio 2024
Ghali (Instagram)

Ghali (Instagram)

Un mondo che facciamo fatica a riconoscere noi che ci abitiamo, che lo viviamo, figuriamoci chi lo vede per la prima volta. Ghali, con la sua canzone “Casa mia” prova a spiegarlo a un alieno.

Ghali: che disordine in “casa mia, casa tua”

“Il testo – come ha spiegato lo stesso cantante prima del festival – è un dialogo tra me e un extraterrestre che mi fa notare quanto il nostro pianeta sia bellissimo, e che nonostante le tragedie del mondo la natura sistema sempre tutto”.

Un finale positivo, quindi, nonostante tutte le cose brutte che l’abitante e l’alieno sono costretti a vedere, il primo a conviverci.

Perché tra un bel prato curato e il cielo che con la sua immensità suscita quiete, ci sono persone schiave della tecnologia che a volte non sembrano neppure accorgersi della bellezza che le circonda, tanto sono intente a guardare la vita – invece che viverla – attraverso il filtro degli smartphone.

E mentre camminano a testa bassa, intorno succede di tutto, spesso a loro insaputa (come nel Truman show): dalla guerra, anzi le guerre che da anni rendono disumano questo posto chiamato Terra e i suoi umani abitanti, e non solo quelle combattute tra Paesi diversi, ma anche quelle battaglie quotidiane e silenziose affrontate nelle periferie, dove le opportunità sono decisamente minori.

Ghali al festival di Sanremo con “Casa mia” (Ansa)

E poi ancora il tema dei migranti e quei sogni che si perdono in mare, quello stesso specchio blu che dall’altra parte della costa c’è chi guarda con spensieratezza. Ma dopo tutto questo grande caos il messaggio di Ghali è di apertura, di accoglienza e condivisione: Casa mia, casa tua, che differenza c’è? Non c’è. Questo mondo disordinato è di tutto.

Anche perché, come giustamente si chiede Ghali, qual è casa tua e quale la mia? Cosa sono i confini se non barriere innalzate dagli stessi coinquilini che, ad un certo punto, decidono di impossessarsi di uno spazio.

La conclusione è una luce (scusate il gioco di parole) di speranza in questo buio: “Sto già meglio se mi fai vedere il mondo come lo vedi tu”. Con gli stessi occhi.