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Giulio Base: “La mia Margherita Hack generosa e autentica. Una ‘maschiaccia’ che amava il prossimo”

Il regista del film sull’astrofisica fiorentina, che sarà interpretata da Cristiana Capotondi, in onda su Raiuno il prossimo 5 marzo, racconta quei tratti che resero autentica la scienziata cresciuta sotto il fascismo

di GIOVANNI BOGANI -
2 marzo 2024
Margherita_Hack

Margherita_Hack

Margherita Hack è stata una persona che ha sempre tenuto la schiena dritta. Non ha fatto scioperi della fame, non ha fatto comizi politici, ma è stata una scienziata di livello internazionale, una donna libera, che non ha mai avuto paura di esprimere le sue idee. Con gentilezza, ma con la schiettezza limpida, sempre con il sorriso. Spero di avere restituito almeno un po’ della sua grande lezione”. Giulio Base è il regista di “Margherita delle stelle”, film tv sull’astrofisica fiorentina, che andrà in onda su Raiuno il 5 marzo. Ad interpretarla, Cristiana Capotondi, che per l’occasione si impegna in un corpo a corpo con il vernacolo fiorentino, uscendone piuttosto bene. Nel ruolo dei genitori della scienziata, un accorato e commovente Cesare Bocci e una introspettiva Sandra Ceccarelli.

Cristiana Capotondi interpreta l'astrofisica fiorentina
Cristiana Capotondi interpreta l'astrofisica fiorentina

Giulio, Margherita Hack – di cui, nel film, raccontate soprattutto l’adolescenza e la giovinezza – chi era per lei? “È stata una donna coraggiosa. Cresciuta sotto il fascismo, con due genitori vegani, teosofi, che le hanno insegnato l’indipendenza, la libertà di pensiero. Una donna che ha avuto il coraggio, la forza, la determinazione di studiare, di affermarsi in un settore scientifico che sembrava appannaggio degli uomini. Una donna innamorata di un marito che ha saputo fare un passo indietro, in un’epoca di patriarcato totale. È stata una donna che ha saputo interpretare in maniera nuova il suo ruolo”. C’è anche un momento, nel film, in cui si trova a scandire ad alta voce, allo stadio, un proclama fascista ai campionati giovanili, i Littoriali. “Sì: Margherita era campionessa italiana di salto in alto e salto in lungo e, se non avesse accettato di leggere quel discorso, sarebbe stata bandita da ogni gara. Ma il coraggio che le mancò in quel momento, Margherita lo ebbe nel 1938, quando entrarono in vigore le leggi razziali in Italia. Quando era ancora al liceo, criticò il Duce per questo, e rischiò l’espulsione da tutte le scuole del Regno”.

Margherita Hack
Margherita Hack

Quale tratto di Margherita Hack la ha colpita maggiormente? “La serenità. Nelle passate a guardare i suoi filmati – purtroppo, non ho avuto occasione di conoscerla di persona – mi ha colpito soprattutto questo. Riusciva a dire quasi tutto, col sorriso sulle labbra”. In molte occasioni lei, scienziata, esploratrice delle origini fisiche dell’universo, si era dichiarata atea. “Margherita non credeva che ci fosse un Dio, al di là delle molecole che ci compongono, e che si spargeranno nell’universo. Io sì, sono credente. Ma questo non mi ha impedito di ammirarla, e di essere conquistato, immediatamente, dalla sua forza morale, dalla sua generosità, dalla sua spontaneità. Margherita ha messo in pratica il principale comandamento di Cristo: ama il tuo prossimo come te stesso”.

Cristiana Capotondi, nel film interpreta Margherita Hack
Cristiana Capotondi, nel film interpreta Margherita Hack

Come ha lavorato, insieme a Cristiana Capotondi, per costruire il suo personaggio? “In due direzioni: sulla lingua, quel meraviglioso toscano limpido, schietto, diretto che risuonava in Margherita Hack. Ho detto a Cristiana che avrebbe dovuto sgobbare molto, ma che doveva lavorare su un accento fiorentino credibile, e lei – che è una ‘secchiona’, una che si impegna moltissimo – lo ha fatto. E poi abbiamo lavorato sull’aspetto fisico: Cristiana, che è una Venere di Botticelli, ha lavorato sulla camminata, la ha resa più spartana, più ruvida”. Ci è riuscita? “Cristiana è diventata, passo dopo passo, quella donna vitale, vigorosa, quella ‘maschiaccia’ affascinante che è stata Margherita Hack. Una donna che ha lottato per l’uguaglianza di genere, nel suo lavoro, in àmbiti che sembravano riservati agli uomini. E che ha lottato per la libertà di pensiero, la sua e quella di tutti”.