Hunter Schafer: “Non voglio più interpretare personaggi trans, non voglio che sia il fulcro della mia carriera”

La giovane star di Euphoria confida a GQ di aver rifiutato varie proposte per ruoli simili a quello che l’ha resa famosa. “Essere riconosciuta solo come attrice trans mi avvilisce, voglio solo essere una ragazza e andare avanti”

di TERESA SCARCELLA -
8 aprile 2024
Hunter Schafer

Hunter Schafer

Una donna non deve essere chiamata in causa sul femminismo solo in quanto donna. Le persone nere non devono per forza esprimersi sul razzismo e gli omosessuali non obbligatoriamente partecipano attivamente alle battaglie della comunità Lgbt. Dare per scontato queste cose significa etichettare una persona, definirla in base al suo genere, alle sue origini, alla sua religione o al suo orientamento sessuale (etc...) e quindi non darle modo di essere altro. 

E’ il messaggio che ha voluto dare Hunter Schafer, attrice di Euphoria, in cui ha interpretato un personaggio trans, Jules Vaughn, dicendo apertamente di non voler più fare ruoli di questo tipo. La giovane star, infatti, vorrebbe evitare che una sua scelta personale, quindi la sua esperienza, diventi il fulcro della sua carriera come attrice. 

"Ho lavorato così duramente per arrivare al punto in cui sono, superando questi punti davvero difficili della mia transizione, e ora voglio solo essere una ragazza e finalmente andare avanti" ha dichiarato parlando con la rivista GQ, aggiungendo che essere conosciuta semplicemente come "attrice trans" è avvilente per lei.

"Mi hanno offerto tonnellate di ruoli trans e io non voglio farli. Non voglio parlarne. So per certo di essere una delle persone trans più famose nei media in questo momento, e sento un senso di responsabilità, e forse anche un po' di colpa, per non essere stata più portavoce".

Tra l’altro a Hollywood da tempo si dibatte sulla questione se sia più giusto far interpretare personaggi transgender ad attori che lo sono nella vita reale oppure no. C’è chi sostiene con forza la prima tesi e chi invece difende il concetto di recitazione intesa come arte di diventare qualcun altro. 

La decisione di Schafer, però, non ha nulla a che vedere con questo dibattito. E’ semplicemente una scelta personale.