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Il Teatro delle Donne dà spazio all'identità femminile contemporanea

Dalle "Conversations After Sex" di Mark O’Halloran ai "Family Affairs" di Ghiannis Ritsos, dalla sempre ironica Veronica Pivetti alle "Mujeres" di Eduardo Galeano

di GIOVANNI BALLERINI -
24 gennaio 2024
Veronica Pivetti (ph Assunta Servello)

Veronica Pivetti (ph Assunta Servello)

Il teatro è un mezzo potente, la sua funzione civile è importante, sia che inviti a riflettere su un tema sia che si faccia portatore di atti di denuncia. Stavolta tenta di scalfire la cultura maschilista. E dà vita a una focus ricco di argomentazioni che ha l'intento di esplorare l’altra parte del palcoscenico, quella dichiaratamente al femminile. Stiamo parlando del cartellone 2024 del Teatro delle Donne che stavolta si concentra, in modo non scontato, sull’identità della drammaturgia muliebre e mette in scena al Teatro Goldoni di via Santa Maria a Firenze una serie di lavori che cercano di dare spazio a un'identità femminile contemporanea. Il programma varia dalle "Conversations After Sex" di Mark O’Halloran ai "Family Affairs" di Ghiannis Ritsos, dalla sempre ironica Veronica Pivetti che irride con la sua verve "L’inferiorità mentale della donna" alle "Mujeres" di Eduardo Galeano, interpretate da Angela Antonini. Unica eccezione a questo programma in rosa il docufilm "Dante: Inferno To Paradise", proiettato giovedì 14 marzo, pochi giorni prima della messa in onda sulla rete americana PBS che insieme a Rai Documentari ha prodotto la serie e il lungometraggio diretto dal pluripremiato regista Ric Burns, che lo ha scritto insieme allo studioso Riccardo Bruscagli. Sarà l’attore toscano Antonio Fazzini a presentare a Firenze il film che lo vede protagonista nei panni del sommo poeta.
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"Conversations After Sex" di Mark O’Halloran

Il cartellone 2024 del Teatro delle Donne

Ma, partiamo dall’inizio. La stagione 2024 del Teatro delle Donne si inaugura venerdì 2 e sabato 3 febbraio alle 20,30 con una coproduzione di Intercity Festival, una pièce in cui la camera da letto - con la complicità del buio, dell’alcol, dell’intimità - si trasforma in un luogo di confessioni impensate e impensabili, a cui affidarsi. Stiamo parlando di "Conversations after sex", testo dell’acclamatissimo autore irlandese Mark O’Halloran, per la regia di Dimitri Milopulos, con Barbara Esposito, Gabriele Giaffreda e Anastasia Ciullini. Venerdì 16 e sabato 17 febbraio alle 20,30 Flavia Pezzo è invece protagonista di "Family Affairs", uno spettacolo che parte dal mito greco per irrompere nelle viscere della contemporaneità. La compagnia Krypton, diretta da Fulvio Cauteruccio, ha trovato ispirazione in Ismene (la quarta e dimenticata figlia del celebre Edipo, nonché sorella di Antigone) del libro "Quarta dimensione" di Ghiannis Ritsos. Il risultato è un’opera rock dove la musica, che varia da Giovanni Lindo Ferretti ai Depeche Mode, si mischia alle parole più antiche e universali del mondo. Un inno alla vita, alla forza femminile, al coraggio. Quali che siano le prove da affrontare, alla fine lo spettacolo crea i presupposti per una riflessione sui paesi dove le donne non godono dei diritti minimi, ma anche sulla lunga strada che l’Occidente deve ancora intraprendere nel segno dell’emancipazione femminile.
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Compagnia Fulvio e Flavia Cauteruccio, con Flavia Pezzo e F.Cauteruccio, regia F.Cauteruccio, direzione tecnica Massimo Bevilacqua

Veronica Pivetti ne "L’inferiorità mentale della donna"

Più diretta ancora la pièce che indaga sull’idea che le donne siano state considerate, per secoli, fisiologicamente 'deficienti'. "Capelli lunghi, cervello corto" suggeriva un vecchio proverbio. Lo riprende e ne dilata il concetto mercoledì 6 marzo lo spettacolo liberamente ispirato all’omonimo trattato di Paul Julius Moebius, cioè "L’inferiorità mentale della donna", che vede in scena una Veronica Pivetti in grande spolvero. L’attrice si immedesima nei panni di una moderna Mary Shelley, per sostenere la tesi secondo la quale, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina, alla fine, l’unico, vero, Frankenstein della storia moderna è senza dubbio alcuno la donna. ù Scritto nel 1900, opportunamente definito un evergreen del pensiero reazionario, il trattato di Moebius mette all’indice donne dotate di crani piccoli, con un peso del cervello insufficiente. Forse per questo, secondo lui, le signore sono provviste di una totale mancanza di giudizi propri. Per poi aggiungere che "Per giunta dopo poche gravidanze decadono e, come si dice molto volgarmente, rimbambiscono". Lo scrittore sostiene, per altro, che le donne che pretendono di pensare sono moleste e "La riflessione non fa che renderle peggiori". A queste dichiarazioni fa eco il medico, antropologo, giurista e criminologo italiano Cesare Lombroso, che sostiene che queste mentono e spesso uccidono, come raccontano i proverbi di tutte le regioni. Per fortuna a fare da contrappeso a questa delirante trattazione (che fra l’altro cita il progetto di legge per vietare alle donne di leggere di Sylvain Maréchal, secondo il quale: "Imparare a leggere è per le donne qualcosa di superfluo e nocivo al loro naturale ammaestramento"), c’è il tagliente e brillante sarcasmo della Pivetti. Ad accompagnarla sul palco in questo excursus ricco di scherno, ci sarà un musicista che eseguirà canzoni vecchie e nuove ispirate alla figura femminile. Con questo spettacolo, impreziosito da deliranti misurazioni dell’indice cefalico a cui l'attrice si oppone con la sua ironia, Pivetti non manca di raccontare al pubblico alcuni singolari episodi personali e ricorda che secondo le parole di Lombroso, in fondo "il maschio è una femmina più perfetta".
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Angela Antonini

Donne da ricordare

Decisamente diverso lo spettacolo in scena venerdì 22 marzo al Teatro Goldoni di Firenze, visto che riferisce a donne da ricordare per il loro talento, per il coraggio con cui si sono addossate il peso di una causa, per la fierezza delle loro risposte al potere. Stiamo parlando dei personaggi che lo scrittore Eduardo Galeano ha immortalato nel suo ultimo libro "Mujeres", che rivivranno nelle letture di Angela Antonini. Una galleria di ritratti, fugaci e intensi. Centocinquanta figure femminili ricordate per la fierezza delle loro risposte al potere, per il loro talento quasi sempre negato, fra cui ricordiamo Marilyn Monroe, Frida Kahlo, Emily Dickinson, Marie Curie, Rosa Luxemburg, Alfonsina Storni, Rigoberta Menchú, Christine De Paysan, ma anche guerrigliere, streghe e sante il cui nome è stato a lungo dimenticato.