Stefania Sandrelli: "Sono stata femminista ante litteram. Chiedo uguali diritti per tutti"

Ospite d’onore del Lucca Film Festival, ha ricevuto il Premio alla carriera e il Women in Cinema award. "Noi attrici pagate metà degli uomini"

di GIOVANNI BOGANI -
25 settembre 2023
Stefania Sandrelli

Stefania Sandrelli

Stefania Sandrelli, oggi le attrici di Hollywood sono in sciopero anche per rivendicare l’equo compenso fra loro e i loro colleghi maschi: lei che cosa ne pensa? "Che lo dico da quarant’anni. Lo dico da sempre, che noi attrici donne siamo pagate la metà degli uomini. Lo dico, lo ripeto, ma sui giornali queste parole non sono quasi mai uscite. C’è sempre stato un trattamento economico diverso fra attori maschi e attrici femmine, e io l’ho sempre trovato ingiusto.
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Stefania Sandrelli sulla protesta delle attrici per il divario salariale: "Sono 40 anni che lo dico: noi donne pagate la metà degli uomini"

Io sono per l’uguaglianza, per i diritti di tutti. Sono stata femminista ante litteram. Adesso se ne parla, perché queste stesse cose le dicono le attrici di Hollywood. E va bene così, purché se ne parli!". Se dovesse indicare un artista che ha saputo raccontare le donne, che ha saputo interpretare il loro animo, chi nominerebbe? "Giacomo Puccini. Perché ha avuto una sensibilità modernissima, ha messo l’anima nelle sue note. Ed è l’unico musicista d’opera lirica davvero contemporaneo: ha superato il suo tempo, ha mostrato una sensibilità modernissima. Nel cinema, tanti registi con i quali ho lavorato, ma forse – più di tutti – Antonio Pietrangeli, il regista di 'Io la conoscevo bene'. Il primo a darmi la responsabilità di un film tutto sulle mie spalle, ma soprattutto il primo a raccontare una donna con molte sfaccettature, che vive la sua vita senza giudicare gli altri".

Stefania Sandrelli premiata a Lucca

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Sandrelli a Lucca ha ricevuto il premio alla carriera e il Women in Cinema award

Vitale, esuberante, allegra, imprevedibile. Modesta, nonostante una carriera infinita: iniziata a quindici anni, quando Pietro Germi la scelse per essere la protagonista di "Divorzio all’italiana". Una galleria di personaggi femminili teneri, vulnerabili, fragili, seducenti, sfrontati, dolorosi. Sempre, in ogni caso, umanissimi, densi di quella sostanza che è la sostanza stessa del cinema: il sentimento. Stefania Sandrelli è stata sabato ospite d’onore del Lucca Film Festival, dove ha ricevuto il Premio alla carriera e il premio dedicato alle donne, il Women in Cinema award. Ha visitato la casa natale di Giacomo Puccini, e si è raccontata, si è confessata in una lunga masterclass e ai nostri microfoni. Ne emerge il ritratto di una donna forte, consapevole. Che sapeva benissimo che cosa fosse il cinema, prima ancora di iniziare a farlo.

Un autoritratto di donna

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Con Marcello Mastroianni in "Divorzio all'italiana"

"È stato il mio fratellone Sergio che mi ha trasmesso l’amore per il cinema", dice. "Quando avevo sette, otto, dieci anni lui, più grande di me, conosceva già centinaia di film. E a Viareggio, dove sono nata e cresciuta, con una piccola cinepresa già mi faceva interpretare dei ruoli: abbiamo fatto un ‘Dracula’ in pellicola che forse è ancora, da qualche parte, in soffitta". Nella vita di Stefania Sandrelli, poi – quando non aveva ancora neppure 15 anni – venne il cinema, come un turbine. "Io in realtà volevo fare la ballerina, la ballerina classica: avrei voluto diventare Carla Fracci! Avevo già individuato la scuola di danza, a Genova, sarebbero venute anche alcune mie amiche di Viareggio. Poi un fotografo, sulla spiaggia, mi scattò delle foto. Queste foto apparvero in una rivista, e questa rivista finì nelle mani di Pietro Germi. Che mi chiamò a Roma, per un provino". Da quel momento la sua vita cambiò, per sempre. "Sì. Ma quando feci i provini con Germi, in realtà – grazie a mio fratello, l’unico che non si oppose al mio desiderio, e che mi accompagnò a Roma – sapevo già tante cose sul cinema. Come si disponevano le luci, i microfoni, sapevo persino come si montavano le inquadrature. Il cinema non mi faceva paura".
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Da destra: Sandrelli, Gino Paoli e la loro figlia Amanda in uno scatto d'epoca

Una lunga e travolgente storia d’amore la legò a Gino Paoli. Ricorda la prima scintilla? "Come no. Stavo uscendo da una stanza quando, alla televisione, apparve quel ragazzo strano, con gli occhiali enormi, che cantava ‘La gatta’. Fu una folgorazione. Era brutto, ma interessante. E quando si levava gli occhiali, aveva occhi bellissimi. Pochi giorni dopo ero alla Bussola, dove lui cantava. E riuscii a incontrarlo. Ci siamo amati moltissimo, quanto due esseri umani si possono amare". Ha lavorato con tutti i più grandi attori e registi del panorama mondiale: Trintignant, Gassman, Depardieu, Dustin Hoffman, De Niro, Noiret… Chi ricorda con maggiore emozione? "Ogni tanto, quando sono triste, rileggo un biglietto che mi ha scritto Jean-Luc Trintignant, mio partner ne ‘Il conformista’ di Bertolucci: ‘Tu sei come il mare, ti rinnovi, ti ritiri e poi ritorni sempre…’. Ogni volta che lo rileggo, non riesco a trattenermi dal piangere".