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Home » Spettacolo » Vanessa Incontrada “sei bellissima”, l’amore del pubblico di Napoli vince contro il body shaming

Vanessa Incontrada “sei bellissima”, l’amore del pubblico di Napoli vince contro il body shaming

Durante il concerto di Gigi D'Alessio, i fan del cantautore si sono messi a cantare "sei bellissima" all'attrice e conduttrice 43enne. Pochi giorni fa c'erano state polemiche sul suo aspetto fisico

Luca Marchetti
19 Giugno 2022
Vanessa Incontrada

Vanessa Incontrada

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“Sei bellissima”. Se qualcuno se ne fosse dimenticato, o fosse troppo concentrato a fare body shaming, c’è tutta Napoli a ricordare a Vanessa Incontrada quanto sia bella e quanto invece siano meschine le polemiche sul suo conto. Venerdì 17 giugno, in piazza del Plebiscito, durante il concerto di Gigi D’Alessio, tutti i fan cantautore napoletano – che stava festeggiando in quel momento 30 anni di carriera – hanno cantato “Sei bellissima” a Vanessa Incontrada. Un momento emozionante che ha fatto impazzire i social, Twitter in particolare, dove migliaia di persone hanno voluto sottolineare l’importanza di quella empatia nei confronti dell’attrice 43enne residente a Follonica. “Il nostro amore vince contro il body shaming, cara Vanessa”, ha scritto un utente su Twitter. E in effetti, come si fa a dargli torto?

Una decina di giorni fa, infatti, Vanessa Incontrada fu vittima di un pesante body shaming, dopo che la rivista ‘Nuovo’ pubblicò alcune foto dell’attrice e conduttrice in pose scomposte e sgraziate in spiaggia a Follonica, in provincia di Grosseto. Tanti, come spesso e purtroppo accade, decisero di schernire la 43enne sui social, facendo polemica sul suo peso e la sua forma fisica.

La copertina e le immagini della rivista ‘Nuovo’ che ritraggono Vanessa Incontrada, 34 anni, in costume

Negli anni, Vanessa Incontrada ha più volte rivendicato il diritto e la bellezza di essere curvy, o meglio, di essere se stess*. Nel 2020 l’attrice posò nuda per la copertina di Vanity Fair, dal titolo “Nessuno mi può giudicare“. Fu un chiaro messaggio e un simbolo di body positivity rivolto a tutti coloro che pensano che non ci sia bellezza dietro alle imperfezioni, a un paio di smagliature, alle forme.

La battaglia di Vanessa Incontrada contro il body shaming parte da lontano. Ovvero, da quando dopo la sua prima gravidanza, l’attrice fu bombardata di pesanti critiche sul suo aspetto fisico, in particolare sulla sua “fisicità esuberante”, scrisse così un noto tabloid italiano. Parole che ferirono profondamente la Incontrada e per le quali decise di combattere.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Vanessa Incontrada (@vanessa_incontrada)

In un monologo divenuto virale, Vanessa Incontrada decise di dire basta al body shaming e provò ad appellarsi alla sensibilità di tutti per far capire che la perfezione non esiste. “Tutti mi volevano diversa – disse durante il monologo -, ma la realtà è che la perfezione non esiste, esistono le persone, ad alcune puoi piacere e ad altri no, ma ciò che conta è accettarsi per quella che si è”.

Un messaggio forte che colpì tanti italiani, purtroppo non tutti. Perché negli anni a venire le polemiche su Vanessa Incontrada non sono mai terminate. Per fortuna, ogni tanto c’è chi le ricorda quello che è veramente. Come è accaduto a Napoli, dove tutti i fan di Gigi D’Alessio le hanno cantato l’unica verità: “Sei bellissima”.

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  • Stando a quanto dicono gli studiosi, i social network sono portatori malati di ansia e depressione. E, diciamocelo, non servivano studi e numeri per capirlo. I più attrezzati di noi a comprendere le dinamiche social e sociali che si nascondono dietro l’algoritmo di Meta già da tempo avevano compreso che “social sì, ma a piccole dosi”.

Eppure la deriva c’è stata e adesso distinguere il virtuale dal reale, l’immagine dallo schermo, il like dall’affetto sembra essere diventata un’operazione assai difficile.

Il senso di inadeguatezza delle persone di ogni età sta dilagando. Pare che il meccanismo sia più o meno questo: l’erba del vicino – di account – è sempre più verde. 

Che poi nella realtà non è così poco importante. A importare è ciò che appare, non ciò che è, tanto da ridurre il dilemma “essere o non essere” a coltissimo equivoco elitario. Cogito ergo sum un po’ poco, verrebbe da dire, se non fosse che la faccenda è seria e grave. 

Lo stress da social è reale e affligge grandi e piccini, senza distinzione di ceto. Una vera e propria sofferenza psicologica che tende a minare le fondamenta dell’intera società. Tra il 2003 e il 2018, i casi di ansia hanno registrato numeri da record, così come quelli di depressione, autolesionismo e problemi di alimentazione. Questo basti per capire che limitarsi a catalogare il problema come questione minore è sbagliato e pericoloso.

Complice il recente lockdown, la corsa verso la psicosocialpatologia ha accelerato il passo. L’unica soluzione a portata di mano, seppur temporanea, è prendersi una pausa dai social e uscire dalla bolla, come Selena Gomez insegna. 

Vivere la vita vera, in Logout, fatta di persone in carne e ossa che di perfetto hanno poco o nulla e che combattono ogni giorno per cercare di assomigliare a ciò che vorrebbero essere. 

E tu quanto tempo passi sui social? 📲

Di Margherita Ambrogetti Damiani ✍

#lucenews #lucelanazione #socialout #viverelavita #nofilter #autoconsapevolezza #stressdasocial #socialdetox
  • Ad appena 3 anni e mezzo, Vincenzo comunica ai genitori il desiderio di indossare vestiti e gonne. Alla richiesta viene inizialmente, quanto inevitabilmente, dato poco peso, come se fosse un gioco… 

Ma 6 anni e mezzo dopo Vincenzo fa un coming out più deciso, chiede di potersi chiamare Emma e di indossare un costume femminile alle lezioni di danza, che condivide con le due sorelle maggiori. Pochi giorni fa, grazie anche alla comprensione e disponibilità della sua insegnante di danza, ha vissuto il suo momento di gloria, esibendosi in un saggio-spettacolo di fine anno costruito su misura, con una coreografia che racconta la sua storia.

La danza, si sa, può essere di grande aiuto per costruire la propria identità, perché è prima di tutto libertà di espressione. 

“Gli anni di pandemia sono stati decisivi per mia figlia. La riflessione è diventata sempre più profonda e, con sofferenza, lo scorso ottobre, è riuscita a parlarci di ciò che davvero le stava a cuore. Le prime sostenitrici sono state proprio le sorelle, più aperte e predisposte mentalmente su questa tematica. Noi genitori ancora pensavano a una latente omosessualità, ma non era così: per nostra figlia la propria identità di genere non coincideva con il sesso assegnatole alla nascita”.

I primi tempi non sono stati facili, per certi aspetti è stato come elaborare un lutto perché Emma volava cancellare tutto il suo passato, buttando via foto e vestiti. La sua è stata una rinascita vera e propria, il suo “no" al nome, al genere maschile, è ormai definitivo. 

A scuola, ha chiesto e ottenuto di potersi chiamare Emma, così come in società. Fondamentale è stato il supporto della famiglia che, a un certo punto, ha capito che non si trattava di un gioco, malgrado la giovanissima età.

“A chi tuttora continua a ripeterci che avremmo dovuto insistere e iscriverla a calcio, dico con fermezza: i figli vanno ascoltati, è giusto che vivano la loro vita, quella più congeniale al loro sentire, perché tutti meritiamo di essere felici”.

Di Roberta Bezzi ✍

#lucenews #lucelanazione #bologna #emma #transgender #transrights
  • “Trova qualcuno a cui piaci come sei e digli di farsi curare”, scrive Andrea Pinna in uno dei suoi tipici post su Instagram. 

Ma se Andrea Pinna, apprezzato per i suoi aforismi taglienti, “né bello né ricco” come dice lui, è diventato uno degli influencer più originali del web, è anche perché ha fatto entrambe le cose: ha accettato se stesso com’era e ha intrapreso un percorso di cura.

Trentacinque anni, origini sarde e milanese di adozione, ha cominciato il suo cammino partendo dal gradino più basso. 

"Lavoravo a Roma nel mondo dei negozi, commesso e poi vetrinista. Mi hanno mandato in Sardegna, la mia terra, a seguire nuovi negozi, ma poco dopo hanno chiuso tutto lasciandomi senza lavoro. E lì si è scatenata la mia prima fortissima depressione. Che ho affrontato con Facebook, scrivendo status più o meno sarcastici per scaricare la rabbia”.

Non una depressione qualsiasi, ma un malessere profondo che a distanza di anni gli verrà diagnosticato come bipolarismo. 

"Non è stato facile. Ho passato periodi che non dormivo mai e altri in cui stavo sempre a letto. Avere un disagio psichico non è una passeggiata e bisogna raccontarlo, imparare ad ascoltarsi”.

Sul suo profilo Instagram @leperledipinna ha deciso di portare avanti due battaglie: quella per i diritti civili dei gay e l’altra per dare voce ai problemi mentali.

“La prima la combatto in prima persona da tanto tempo, la seconda per far capire che se vai dall’ortopedico quanto ti fa male il ginocchio è giusto andare da uno psicoterapeuta o uno psichiatra quando hai un disagio mentale o psicologico”.

E attraverso le dirette Instagram di psicoterapinna "racconto la mia storia, il mio vissuto, chiamando gli esperti a parlare dei vari problemi psicologici che la gente può avere”.

La storia di chi ha trovato il coraggio di affrontare il bipolarismo e ha saputo rendere i social un luogo in cui sentirsi a proprio agio. Qualunque sia il disagio.

L
  • "L’autismo è un fenomeno che riguarda sì, in primo luogo gli autistici e le loro famiglie, ma anche la società in generale. Un nato o nata ogni 70/80 rientra nello spettro autistico ormai ed è quindi bene che anche i cosiddetti neuro tipici sappiano di cosa si parla”.

Dopo la standing ovation ricevuta lo scorso 2 aprile al Cinema La Compagnia di Firenze e il fortunato tour avviato nei cinema e nei teatri della Toscana, il documentario “I mille cancelli di Filippo” sarà nuovamente proiettato lunedì 27 giugno alle 21, nella Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Al centro della narrazione il figlio del noto autore Enrico Zoi, il giovane Filippo, colpito da spettro autistico.

Con la delicatezza e la magia tipica di uno scrittore che, prima di tutto, è un babbo amorevole, Enrico – insieme a sua moglie Raffaella Braghieri – apre una volta ancora le porte della sua casa per raccontare al mondo la realtà speciale della sua famiglia.

E il consiglio per i genitori che hanno appena ricevuto una diagnosi di autismo sul proprio bambino sarebbe quello di "non chiudersi, di non chiedersi perché, di guardare al mondo esterno, di aprirsi. Chiudersi non serve a niente, anzi… è un po’ come una partita di calcio: se non scendi in campo la perdi a tavolino, se invece accetti il confronto te la puoi giocare!”.

Di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #enricozoi #imillecancellidifilippo #firenze #autismo #autismawareness
"Sei bellissima". Se qualcuno se ne fosse dimenticato, o fosse troppo concentrato a fare body shaming, c'è tutta Napoli a ricordare a Vanessa Incontrada quanto sia bella e quanto invece siano meschine le polemiche sul suo conto. Venerdì 17 giugno, in piazza del Plebiscito, durante il concerto di Gigi D'Alessio, tutti i fan cantautore napoletano - che stava festeggiando in quel momento 30 anni di carriera - hanno cantato "Sei bellissima" a Vanessa Incontrada. Un momento emozionante che ha fatto impazzire i social, Twitter in particolare, dove migliaia di persone hanno voluto sottolineare l'importanza di quella empatia nei confronti dell'attrice 43enne residente a Follonica. "Il nostro amore vince contro il body shaming, cara Vanessa", ha scritto un utente su Twitter. E in effetti, come si fa a dargli torto? Una decina di giorni fa, infatti, Vanessa Incontrada fu vittima di un pesante body shaming, dopo che la rivista 'Nuovo' pubblicò alcune foto dell'attrice e conduttrice in pose scomposte e sgraziate in spiaggia a Follonica, in provincia di Grosseto. Tanti, come spesso e purtroppo accade, decisero di schernire la 43enne sui social, facendo polemica sul suo peso e la sua forma fisica.
La copertina e le immagini della rivista 'Nuovo' che ritraggono Vanessa Incontrada, 34 anni, in costume
Negli anni, Vanessa Incontrada ha più volte rivendicato il diritto e la bellezza di essere curvy, o meglio, di essere se stess*. Nel 2020 l'attrice posò nuda per la copertina di Vanity Fair, dal titolo "Nessuno mi può giudicare". Fu un chiaro messaggio e un simbolo di body positivity rivolto a tutti coloro che pensano che non ci sia bellezza dietro alle imperfezioni, a un paio di smagliature, alle forme. La battaglia di Vanessa Incontrada contro il body shaming parte da lontano. Ovvero, da quando dopo la sua prima gravidanza, l'attrice fu bombardata di pesanti critiche sul suo aspetto fisico, in particolare sulla sua "fisicità esuberante", scrisse così un noto tabloid italiano. Parole che ferirono profondamente la Incontrada e per le quali decise di combattere.
 
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Un post condiviso da Vanessa Incontrada (@vanessa_incontrada)

In un monologo divenuto virale, Vanessa Incontrada decise di dire basta al body shaming e provò ad appellarsi alla sensibilità di tutti per far capire che la perfezione non esiste. "Tutti mi volevano diversa - disse durante il monologo -, ma la realtà è che la perfezione non esiste, esistono le persone, ad alcune puoi piacere e ad altri no, ma ciò che conta è accettarsi per quella che si è". Un messaggio forte che colpì tanti italiani, purtroppo non tutti. Perché negli anni a venire le polemiche su Vanessa Incontrada non sono mai terminate. Per fortuna, ogni tanto c'è chi le ricorda quello che è veramente. Come è accaduto a Napoli, dove tutti i fan di Gigi D'Alessio le hanno cantato l'unica verità: "Sei bellissima".
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