Tananai e Fiorella Mannoia insieme per dire basta alla violenza contro le donne. Dopo
Ermal Meta, tra i primi a schierarsi apertamente contro i fatti avvenuti a inizio luglio a Palermo, dove sette giovani uomini (di cui uno minorenne all'epoca) hanno
stuprato una 19enne, altri due artisti scelgono di mettere la faccia e il cuore nella battaglia contro questa piaga della società italiana.
Tananai e Mannoia contro la violenza di genere
Un
segno rosso sotto l'occhio destro e una camicia azzurro cielo con una scritta sulla schiena di colore rosso che diventa appello: "
Adesso basta, nessun'altra". Un messaggio contro la violenza di genere che ieri sera, nel corso della 26esima edizione della Notte della Taranta, a Melpignano,
Tananai - tra gli ospiti del concertone - ha voluto lanciare dopo i recenti casi di cronaca nera - dagli stupri ai femminicidi - che hanno avuto come vittime le donne, anche
giovanissime.
Fiorella Mannoia dal palco della Notte della Taranta invita le donne "ad alzare la voce"
Era stata la maestra concertatrice,
Fiorella Mannoia alla vigilia del festival popolare salentino, ad anticipare che avrebbe usato il palco tarantolato per chiedere di fermare questo terribile fenomeno frutto di una cultura patriarcale e maschilista ancora ben radicata. "
L'amore deve essere
condiviso, consenziente. L'amore è stare bene, è avere il piacere di stare insieme, desiderarsi l'un l'altro. Niente di più", ha detto l'artista 69enne prima di interpretare
Bocca di rosa, un chiaro omaggio a Fabrizio De Andrè.
La condizione femminile sul palco
La condizione femminile è tornata al centro della serata con
Fimmine fimmine, brano che narra delle "
tabacchine, così chiamavano le donne che lavoravano il tabacco", ha spiegato ancora Mannoia, da perfetta padrona del palco. "Erano brave, erano veloci ed erano donne quindi
potevano essere pagate meno anche lavorando di più. Potevano essere sfruttate, sfruttate dagli uomini ed erano alla mercé dei padroni che le usavano per i propri piaceri".
Arisa danza vestita di rosso sul palco del concertone salentino
"Oddio - ha continuato la maestra -
tante cose non sono cambiate, anche oggi molte storie sono simili e questa canzone è un inno, un grido. È il nostro grido, la nostra canzone: fimmine cantatela con noi". Un inno che è stato condiviso da un altro degli ospiti, Brunori Sas. "Sono 'masculo' ma non posso che unirmi al vostro grido che è anche il mio, ha chiarito mano nella mano con Mannoia. "Bisogna cambiare, dobbiamo farlo insieme uomini e donne così, mano nella mano", ha concluso la cantante.
La Notte della Taranta
L'identità, il no alla violenza sulle donne, la pizzica, i tamburelli, la danza: La Notte della Taranta 2023, firmata da
Fiorella Mannoia, maestra concertatrice del festival popolare a Melpignano, in provincia di Lecce, si può raccontare anche così. Attraverso i temi che hanno accompagnato sul palcoscenico la mistica celebrazione della musica tradizionale salentina. Una festa a cui hanno partecipato
200mila persone, secondo gli organizzatori. Per questa edizione il tema scelto è quello dell'
identità perché questa "è un fascio di linee divergenti che trovano nell'individuo il punto di interesse", spiegava Italo Calvino in 'Le civiltà delle macchine'. Frase iconica divenuta slogan.
Il tema scelto per l'edizione 2023 del festival popolare a Melpignano, in provincia di Lecce, è l'identità. Oltre 200mila i presenti
Mannoia con sé ha voluto
Arisa, Brunori Sas e Tananai; sul grande palco, l'orchestra popolare ha dettato i ritmi salentini resi danza dal corpo di ballo che ha interpretato la passione e
la ribellione delle donne tarantolate diventate simbolo di chi combatte contro un destino non scelto ma imposto. Il concertone, come detto, è stato anche riflessione sull'attualità, sulle donne violate e uccise. L'appello dell'artista alla guida della serata è proprio a loro, alle donne, ad "
alzare la voce perché siamo a un livello massimo". Mentre le interpreti prestano la loro per raccontare storie femminili con gioia, sofferenza e speranza, nell'orchestra popolare contrapposte e complementari agli uomini che hanno osannato il Salento.