“Who am I?”: la condizione della donna dal ‘400 ad oggi nel balletto di Isabella Giustina

La giovane coreografa friulana presenta il suo spettacolo mercoledì 26 giugno al Festival Nutida di Scandicci: “Racconto la storia di una donna guerriera costretta a nascondere la propria femminilità”

di CATERINA CECCUTI
25 giugno 2024
Isabella Giustina

Isabella Giustina

Nascondere se stesse e la propria identità. Camuffare il proprio io dietro mentite spoglie, per seguire un destino predeterminato. Da chi? Dalla società, dal buon costume, insomma da coloro – o da cosa - decide quelle siamo e cosa dobbiamo rappresentare agli occhi del mondo.

Per molti aspetti sembra di descrivere una condizione ancora attuale, invece Isabella Giustina, 33 anni, danzatrice e coreografa friulana fiorentina di adozione, nella sua opera “Who am I?” - in prima assoluta il prossimo 26 maggio nell’ambito del Festival Nutida di Scandicci (Toscana) - indaga la figura della donna guerriera dei poemi cavallereschi del Quattrocento, seguace di Diana e costretta a combattere nascondendo le proprie forme corporee.

Una donna che si traveste da uomo, impossibilitata ad amare ed essere amata. Seppur molto giovane, Giustina ha alle spalle un passato ricco di esperienza: dall’Accademia Opus Ballet di Firenze ha concluso la propria formazione a Bruxelles e dal 2017 ha iniziato a lavorare come coreografa, inizialmente per assoli di se stessa, poi selezionata per il primo spettacolo da coreografa esterna a Singapore, e molto altro ancora.

Isabella Giustina
Isabella Giustina

Isabella, perché ha scelto il tema della donna guerriera per il suo spettacolo? “Ho sempre sentito molto il tema della femminilità. Ad ispirarmi però sono stati alcuni momenti vissuti durante la mia formazione. Ho studiato al Dams di Bologna, e durante la preparazione dell’esame di letteratura italiana sono rimasta colpita dal ‘Rinaldo’ di Torquato Tasso; mi sono appassionata alla cacciatrice Clarice, seguace di Diana, che nonostante il suo destino, sentiva forte la propria femminilità, tanto che vedendo combattere Rinaldo se ne innamora, ma è costretta a limitarsi e rinunciare ai propri sentimenti. Da quel momento in poi mi sono sempre più appassionata alla figura delle donne guerriere, alle amazzoni ed alle protagoniste dei poemi cavallereschi. Una scena, per esempio, tra le mie preferite è il duello fra Tancredi e Clorinda, nel momento in cui lui la colpisce, le toglie l’elmo e scopre che si tratta di una donna.”

Cosa dobbiamo aspettarci dal suo spettacolo che, solo apparentemente, sembra ispirato a tematiche antiche ma che in realtà porta in sé un messaggio fortemente attuale… “È così. Nello spettacolo evidenzio la lotta interiore di una donna che, pur sentendo la propria femminilità e amando, è costretta a nascondere la sua identità per essere un guerriero. Un tema, questo, cui già avevo ispirato il mio primo assolo ‘Destinata guerriera’, ma che in questo caso viene attualizzato indagando la condizione della donna, il suo ruolo e quello dell’uomo attraverso i secoli. La sottomissione cui le donne sono state costrette, la violenza subita, la mancanza di diritti. Ho sviluppato dunque un duetto con due danzatori del Balletto di Toscana, Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini, un rapporto a due tra amore e odio ispirato anche al film ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi, in particolare alle scene di violenza in cui emerge bene la contraddizione sentimentale, ossia una violenza che nasconde anche l’amore. Attualizzando ancora di più la tematica, possiamo riconoscere i tratti della questione della differenza di genere, di quel destino celato nelle forme del corpo che non sempre corrispondono a ciò che sentiamo di essere. Insomma, il mio lavoro intende aprire uno spaccato riflessivo, non didascalico, sulla figura della donna e sul rapporto con l’uomo dal ‘400 ad oggi.”

Isabella Giustina
Isabella Giustina

Il momento del balletto maggiormente simbolico? “Sicuramente il primo assolo di Niccolò, che impersona un cavaliere, con un controscena di Beatrice. Poi l’assolo della donna guerriera, con controscena di Niccolò, infine il momento più appassionante: il passo a due, durante il quale emerge bene il rapporto di amore e odio tra i due protagonisti, in quello che rappresenta tanto un combattimento vero quanto un combattimento amoroso.” Come pensa sia cambiato il rapporto uomo-donna rispetto al passato? “Sicuramente il senso di possesso dell’uomo rispetto alla donna è inferiore e i ruoli sono maggiormente alla pari. Molto spesso nel passato la donna era costretta a sposarsi solo perché la famiglia glielo imponeva, indirizzando il suo destino per questioni di ceto sociale o vantaggio economico e aggravando quello squilibrio nella società rispetto all’attribuzione dei ruoli del maschio e della donna che per secoli abbiamo dovuto combattere.”