La nomina della top model
Adriana Lima come
prima ambasciatrice globale dei tifosi, a cinque mesi dai Mondiali di calcio femminili che si terranno in Australia e Nuova Zelanda, è "
priva di senso". Parola di Moya Dodd, ex membro del Consiglio della Fifa. A pochi giorni dall'annuncio scatta la polemica per la scelta della Federazione mondiale di calcio di assegnare alla super modella e imprenditrice brasiliana il ruolo di Global Fan Ambassador in vista dell'evento estivo. Dirigenti ed ex calciatrici sono scese in campo per definire "stonata" la scelta di Gianni Infantino di una figura che non ha apparentemente alcun legame con il calcio.
Calciatrici ammirate per quello che fanno non per il loro aspetto
Adriana Lima, Gianni Infantino e un tifoso dell'Argentina
Lima "svilupperà, promuoverà e parteciperà a iniziative globali" prima della Coppa del Mondo femminile, che inizierà il 20 luglio, ha spiegato il numero uno della Fifa, aggiungendo che la brasiliana "vive e respira il 'futebol'". Ma la replica di Dodd è implacabile: "Che messaggio si manda alle aspiranti calciatrici e alle tifose che amano questo sport, perché dimostra cosa sono l'emancipazione e le pari opportunità?", si è chiesta l'ex vicecapitana della nazionale australiana e già direttrice della task force Fifa sul calcio femminile. Quando una ragazza gioca a calcio "viene vista in modo diverso. Invece di ricevere complimenti per il suo bell'aspetto o per il suo bel vestito, viene apprezzata per i suoi interventi in difesa e per i suoi gol. Viene
ammirata per quello che sa fare, piuttosto che per il suo aspetto, mettendola sullo stesso piano dei suoi compagni (maschi), il che può cambiare tutta la traiettoria delle sue ambizioni". "Nell'anno della Fifa World Cup, questo è il messaggio che dovrebbe risuonare forte e chiaro in tutto il mondo - ha aggiunto -. Che si metta una top model in questo contesto è davvero sconcertante".
Adriana Lima, figura controversa tra aborto e diete assurde
L'ex calciatrice australiana, che ha fatto parte del comitato per la candidatura di Australia e Nuova Zelanda a ospitare i Mondiali femminili, ha detto che l'immagine pubblica di Lima è "bizzarra" se associata a "un'organizzazione che dice di voler supportare le ragazze e le donne". La 41enne di Bahia, ex modella di
Victoria's Secrets, è anche una
figura controversa, che in passato ha raccontato di non aver mangiato per nove giorni prima di una sfilata e nel 2006 definì
l'aborto "un crimine", anche se poi avrebbe moderato le sue posizioni. "Ho chiesto se l'ambasciatrice della Fifa trasmetterà messaggi sull'immagine del corpo, sul benessere e sull'alimentazione sana", ha aggiunto Moya Dodd in un post su LinkedIn mercoledì. "Cosa rappresenterà questa testimonial per la sempre crescente popolazione di giocatrici e fan del #womensfootball che amano il gioco perché (ci) mostra come possono apparire
l'emancipazione e l'uguaglianza?".
Moya Dodd, ex capitana della nazionale australiana e già direttrice della task force Fifa sul calcio femminile
"Per i maschi l'uomo copertina sarebbe stato Cristiano Ronaldo"
Nella dichiarazione con cui ha annunciato la nomina di Lima, Gianni Infantino ha detto: "Quando si incontra Adriana, si percepisce subito il suo calore, la sua gentilezza e quanto sia vicina e appassionata del nostro gioco". "
Vive e respira il 'futebol' ed è anche per questo che può essere un ottima figura di collegamento tra la Fifa e i tifosi di tutto il mondo", ha concluso. La federcalcio femminile australiana, in prima linea nella promozione della parità di genere, ha lamentato invece il diverso approccio rispetto agli uomini: "Per i mondiali maschili l'uomo copertina sarebbe
Cristiano Ronaldo, non si capisce perché non possano scegliere campionesse come
Meg Rapinoe, o Sam Kerr, o altri talenti dello sport che si vuole rappresentare". Uno sport, viene fatto osservare, in cui la bellezza non è un requisito per eccellere. Adriana Lima, che ha 15 milioni di follower su Instagram, dovrebbe sviluppare, promuovere e partecipare a iniziative globali, coinvolgendo i fan di tutto il mondo. La sua controversa nomina arriva dopo le
critiche della comunità Lgbtq+ per la scelta della Fifa di accettare una sponsorizzazione dell'Arabia Saudita per i mondiali femminili, nonostante le violazioni dei diritti civili nel regno wahabita.