Federica Brambilla punta alla Federazione Italiana di bridge, da sempre guidata dagli uomini: “E’ tempo di cambiare”

Si candida alla presidenza della Figb. “Tante idee per innovare questo gioco, valorizzarlo e avvicinarlo ai giovani”

di RICCARDO JANNELLO -
1 giugno 2024
Federica Brambilla

Federica Brambilla

La rivolta delle donne al tavolo del bridge. A capitanarla è Federica Brambilla, sorella minore di Michela Vittoria, l’ex ministra al Turismo del quarto governo Berlusconi. Lei si presenta candidata per la carica di presidente della Federazione Italiana Gioco Bridge, ammessa dal Coni a partire dal 1993 ma esistente in Italia dal 1937. Sarebbe la prima donna alla guida della Figb, cosa che per molti è una vera rivoluzione. Le elezioni si terranno nel primo trimestre del 2025 e il consiglio rimarrà in carica per un quadriennio, ma la campagna elettorale è già nel suo pieno e Brambilla ha presentato il programma in una partecipata riunione accanto a chi la affiancherà nell’eventuale direttivo: in cuor suo pensa di avere molte chance di subentrare nella guida al presidente attuale, Francesco Ferlazzo Natoli.

Che cosa l’ha spinta a iniziare questo percorso di candidatura?

“Il fatto che sono tesserata dal 1990 e amo questo sport e negli anni ho visto crollare i tesserati: voglio che ciò non accada più. I giocatori nel 2015 erano 17mila, oggi siamo 10mila e le associazioni da oltre 300 sono scese a 261, un trend che deve cambiare. E quindi non sto sul divano a lamentarmi ma ho riunito una squadra di grandi personalità che sono mosse da grande amore e passione per questo sport e vogliono rivitalizzarlo”.

Federica Brambilla con Edoardo D'Avossa, giurista e candidato consigliere
Federica Brambilla con Edoardo D'Avossa, giurista e candidato consigliere

Una donna alla guida è una novità assoluta in ottant’anni di storia: è questo il segreto per riuscirci?

“Io non sono una persona speciale, ma mi pongo l’obiettivo di essere il collante di un grande gruppo. Sono diversa dai presidenti precedenti perché sono più giovane e appunto donna”.

E questo è determinante?

“Le donne fanno le cose in maniera diversa, non migliore o peggiore, ma diversa. E quindi la mia presidenza sarà innovativa”.

Che cosa è il bridge spiegato a un profano?

“Un gioco con le carte, non di carte, che premia a tutti i livelli l’abilità e non la fortuna. E’ l’unico gioco con le carte dove non esiste la fortuna del principiante e questo è uno stimolo a provarlo”.

E’ un gioco intellettuale, un gioco d’èlite?

“E’ un gioco dove va usata la testa e che screma le persone. Non direi un gioco d’élite, direi piuttosto che è da scoprire e finché uno non lo scopre completamente non capisce quanto possa fare innamorare”.

Come si impara a giocare?

“Certamente i corsi qualificati sono quelli che danno i migliori risultati, visto che abbiamo fior di istruttori. Qualche autodidatta c’è, ma io per il futuro mi auguro si possa imparare anche attraverso le app: è il modo migliore per arrivare ai più giovani”.

La tecnologia aiuta la comprensione? Che cosa aggiunge?

“Aggiunge la possibilità di giocare stando a casa alle persone che non possono fare diversamente e questa è tanta roba. Ci si può allenare da lontano con un partner e si può avere maggiore divulgazione del gioco e delle sue regole”.

Che cosa toglie la partita a distanza?

“La bellezza di toccare le carte con le mani e di vivere la convivialità di un circolo”.

Che cosa promette di fare allora perché i circoli rimangano al centro del gioco?

“Renderli più accoglienti perché la gente continui a frequentarli, mentre il direttivo attuale ha tolto risorse alle associazioni”.

Brambilla al tavolo in uno dei tornei di bridge in cui ha ottenuto ottimi risultati
Brambilla al tavolo in uno dei tornei di bridge in cui ha ottenuto ottimi risultati

Il bridge è un gioco femminile?

“Le tesserate sono il 48%, ma la storia ci dice che i risultati migliori li realizzano gli uomini, le campionesse donne sono un centesimo”.

La sua è la rivoluzione delle donne o la rivoluzione e basta?

“Una rivoluzione. Ma l’idea che a guidarla ci possa essere per la prima volta una donna mi piace molto. E vorrei che le presidentesse delle associazioni fossero più delle 72 attuali”.

La Figb fa farte del Coni, ma possiamo definire il bridge uno sport?

“Rispondo con la definizione che ne dà lo stesso Comitato olimpico: è uno sport della mente. E poi sarà incredibile per qualcuno, ma durante un campionato la concentrazione è talmente alta che si possono arrivare a perdere anche sette-otto chili seduti per ore su una sedia”.

Quindi necessita di un grande allenamento anche fisico?

“L’allenamento è soprattutto mentale. Anziché correre devi mantenere alta la concentrazione e il cervello più lucido possibile e a lungo. Per questo i campioni del bridge più mantengono un tenore di vita sano più raggiungono risultati. Difficilmente un nostro atleta beve e fuma”.

Abbiamo detto come si è decisa a correre per la presidenza: ma a giocare da che cosa è stata spinta?

“Ho iniziato perché i miei genitori giocavano e mio padre è stato anche consigliere federale. L’ho fatto per loro e poi mi sono innamorata di questo gioco”.

Quali sono i segreti che permettono di impegnarsi nel bridge?

“L’allenamento, ovvio, ma anche passione, serietà, impegno. Senza la prima non si trova neppure il tempo di sedersi a un tavolo; la seconda lo dimostra il riconoscimento del Coni, con tutto il rispetto il bridge non è il burraco. Infine, senza impegno non si arriva da nessuna parte”.

A bridge si gioca a coppie e poi di squadra, bisogna essere solidali e non individualisti: questo è un ostacolo?

“No, giocare in coppia è molto bello ed è bellissimo il rapporto che si crea con il tuo abituale compagno: cambiarlo è più difficile che cambiare marito...”.

- Federica Brambilla mentre espone il suo programma nel salone del Coni
- Federica Brambilla mentre espone il suo programma nel salone del Coni

Che cosa si deve fare per spingere i giovani al tavolo?

"Che è uno sport formativo perché sei costretto a render conto alla squadra di ogni tua mossa e questo ai ragazzi può fare bene. Mi sarebbe piaciuto che mio figlio giocasse ma non si è trovato bene. Per questo dico che bisogna creare una comfort zone per i ventenni che si affacciano allo sport che invece ora è giocato solo dai figli dei bridgiti. Meno il mio, purtroppo...”.

Che cosa la guida in questa lotta per la presidenza che si svilupperà lungo molti mesi?

“Io di certo non mollo l’osso, sono una donna e penso proprio di farcela; siamo più determinate degli uomini e abbiamo un modo diverso di affrontare le cose, diamo spazio a dettagli che loro non guardano. E sono certa che la gente capirà l’impegno e la serietà del mio progetto e del mio gruppo che si basa su pulizia e onestà di intenti e vuole fare di nuovo innamorare al bridge”.

Che fa bene al cervello, vero?

“Sì, alcuni studi neurologici ci dicono che nessun giocatore di bridge professionista è morto di Alzheimer: possiamo dire che si tratta di una vera e propria palestra della memoria”.

Lei gestisce un locale a Lecco, studia e gioca e ha poco tempo libero: ma le piacciono gli animali o la passione l’ha lasciata solo a sua sorella?

“Michela Vittoria è incredibile, ma io non mi lamento: ho diciotto animali...”.