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Home » Sport » L’oro contro i pregiudizi: Giorgio Minisini sul tetto d’Europa, danza in acqua sul tema ambientale

L’oro contro i pregiudizi: Giorgio Minisini sul tetto d’Europa, danza in acqua sul tema ambientale

Il 26enne romano è il primo campione continentale nel solo tecnico del sincronizzato. "Dedico la vittoria a chi ha sempre creduto in me"

Marianna Grazi
13 Agosto 2022
Giorgio Minisini nuoto sincronizzato

Giorgio Minisini

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Un’oro a tinte azzurre come il cielo sopra Roma (a scanso di nuvoloni, ma al Pietrangeli coperto è impossibile vederle). Come quell’acqua che fa da palcoscenico a una danza in solitaria, fatta di eleganza, di potenza, di orgoglio. E sì, anche di rivalsa. Il dito indica il cielo, prima di inabissarsi, mirando ad una dimensione dove solo i veri campioni, i talenti, possono arrivare. Giorgio Minisini è nella storia, è salito lassù nell’Olimpo delle leggende. Il 26enne romano, è il primo campione d’Europa con l’oro conquistato nel solo tecnico maschile del nuoto sincronizzato, gara presentata per la prima volta ai campionati in corso nella Capitale. Studente alla facoltà di Biologia, tre volte campione del mondo con alle spalle un palmares pesantissimo, ha incantato il pubblico italiano e internazionale, in delirio al momento dell’esibizione. E quelle lacrime sul podio raccontano una storia bellissima: il un sogno di bambino diventato realtà.

Il primo oro singolare

Giorgio Minisini storico oro nel solo tecnico maschile. Il 26enne romano è già stato tre volte medaglia d’oro mondiale nel duo misto

L’azzurro ha ottenuto il punteggio di 85.7033, con un vantaggio abissale davanti agli unici altri due finalisti (ma poca importa che fossero solo tre e che il podio fosse quindi scontato): lo spagnolo Fernando Diaz Del Rio (79.4951) e il serbo Ivan Martinovic (58.8834). Minisini, allenato dal direttore tecnico della Nazionale, Patrizia Giallombardo, e tesserato con Aurelia Nuoto e Fiamme Oro, si è imposto nella prima finale europea a livello assoluto del singolo maschile. In passato infatti, Giorgio ha sempre partecipato alle gare del duo misto, non essendo previste nel nuoto artistico quelle esclusivamente maschili.

Dai bronzi nell’edizione inaugurale della gara ai Campionati mondiali di Kazan 2015, con Manila Flamini nel tecnico e con Mariangela Perrupato nel programma libero, era iniziata una vera e propria ascesa alla gloria: tre ori e tre argenti nelle successive edizioni, con il doppio primo posto conquistato ai recenti Mondiali di Budapest in coppia con Lucrezia Ruggiero. Ma questo oro, questa medaglia conquistata nel primo ballo in solitaria, a casa sua, ha un sapore tutto particolare, unico: tanto che persino un campione come lui, ormai abituato a vincere e consapevole del proprio talento innato, non è riuscito a resistere alla commozione quando le primi note dell’Inno di Mameli hanno iniziato a risuonare allo stadio Pietrangeli di Roma. “Non ce l’ho fatto a trattenermi – ha raccontato dopo –. È un’esperienza veramente incredibile e mi sento veramente contento. È un privilegio essere qui a rappresentare l’Italia”.

Vincere sui pregiudizi

Giorgio Minisini oro sincro
Il 26enne romano si è commosso sul gradino più alto del podio agli Europei in corso nella Capitale

La consacrazione di anni di lavoro, fatti di ore e ore passate in vasca fin dalle prime ore del mattino, macinando routine su routine, con esercizi ripetuti all’infinito, fino allo sfinimento. Ora Giorgio Minisini è tra le stelle. Un oro storico, che va oltre il mero valore sportivo. Era bambino quando al Foro Italico ammirava un’esibizione di Bill May, pioniere di uno sport da sempre considerato prettamente femminile. Figlio d’arte, la mamma ex sincronette e allenatrice, il padre giudice internazionale, per Giorgio il primo obiettivo è stato quello di superare i pregiudizi: “Sono vent’anni che faccio questo sport e la maggior parte di questi l’ho passati nell’ombra. Come quello strano, che veniva attaccato e criticato“, ha detto ai microfoni Rai. In passato aveva raccontato anche un altro stereotipo con cui si è trovato ad avere a che fare: “Fare nuoto sincronizzato doveva per forza essere associato all’essere omosessuale […] Sapevo che la domanda ‘ma è gay?’ veniva posta di continuo alle mie compagne e io dovevo sempre far vedere di essere quello che sono e anche di non essere quello che non sono. Però onestamente, di questo non mi è mai importato”. Anche perché, oltre alla famiglia e alle compagne di nazionale, a sostenerlo c’è anche la fidanzata Enrica Piccoli, sincronette e come lui arruolata alla Polizia di Stato. Quella per il nuoto artistico è, insomma, una passione grande che ha reso Minisini la miglior espressione di quel sogno. “Ho sempre cercato di dare più peso alle persone a cui volevo bene e se oggi sono qui è anche merito di chi mi è stato vicino, di chi ha sempre creduto in me anche quando non ci credevo nemmeno io. È a loro che va il mio ringraziamento oggi”.

Il tema della routine

Europei nuoto: sincro; oro Minisini nel solo tech uomini
Giorgio Minisini vince uno storico oro europeo nel nuoto sincronizzato, solo tecnico

Apripista del nuoto artistico al maschile in Italia, Giorgio Minisini è un atleta sensibile anche al di fuori della vasca. Tanto che ha voluto approfittare dell’Europeo di casa per presentare un esercizio tecnico a tema ambientale, dal titolo “A Plastic Sea” (Un mare di plastica). Il primo elemento della gara di esordio è stato ispirato dalle parole di David Attenborough, divulgatore scientifico e naturalista britannico, sull’impatto dell’attività umana sugli ecosistemi marini. “Io ho vissuto tanto a Ladispoli – spiega il campione azzurro – per me casa è ovunque ci sia il mare, quindi sono molto sensibile al tema. Ho messo dei pezzi di plastica sul costume per esprimere che tutta la plastica che produciamo poi ci torna indietro, ci resta attaccata”. In acqua e fuori dall’acqua, Giorgio è insomma un ragazzo d’oro, in tutti i sensi.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Un'oro a tinte azzurre come il cielo sopra Roma (a scanso di nuvoloni, ma al Pietrangeli coperto è impossibile vederle). Come quell'acqua che fa da palcoscenico a una danza in solitaria, fatta di eleganza, di potenza, di orgoglio. E sì, anche di rivalsa. Il dito indica il cielo, prima di inabissarsi, mirando ad una dimensione dove solo i veri campioni, i talenti, possono arrivare. Giorgio Minisini è nella storia, è salito lassù nell'Olimpo delle leggende. Il 26enne romano, è il primo campione d'Europa con l'oro conquistato nel solo tecnico maschile del nuoto sincronizzato, gara presentata per la prima volta ai campionati in corso nella Capitale. Studente alla facoltà di Biologia, tre volte campione del mondo con alle spalle un palmares pesantissimo, ha incantato il pubblico italiano e internazionale, in delirio al momento dell'esibizione. E quelle lacrime sul podio raccontano una storia bellissima: il un sogno di bambino diventato realtà.

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La consacrazione di anni di lavoro, fatti di ore e ore passate in vasca fin dalle prime ore del mattino, macinando routine su routine, con esercizi ripetuti all'infinito, fino allo sfinimento. Ora Giorgio Minisini è tra le stelle. Un oro storico, che va oltre il mero valore sportivo. Era bambino quando al Foro Italico ammirava un'esibizione di Bill May, pioniere di uno sport da sempre considerato prettamente femminile. Figlio d'arte, la mamma ex sincronette e allenatrice, il padre giudice internazionale, per Giorgio il primo obiettivo è stato quello di superare i pregiudizi: "Sono vent'anni che faccio questo sport e la maggior parte di questi l'ho passati nell'ombra. Come quello strano, che veniva attaccato e criticato", ha detto ai microfoni Rai. In passato aveva raccontato anche un altro stereotipo con cui si è trovato ad avere a che fare: "Fare nuoto sincronizzato doveva per forza essere associato all’essere omosessuale [...] Sapevo che la domanda 'ma è gay?' veniva posta di continuo alle mie compagne e io dovevo sempre far vedere di essere quello che sono e anche di non essere quello che non sono. Però onestamente, di questo non mi è mai importato". Anche perché, oltre alla famiglia e alle compagne di nazionale, a sostenerlo c'è anche la fidanzata Enrica Piccoli, sincronette e come lui arruolata alla Polizia di Stato. Quella per il nuoto artistico è, insomma, una passione grande che ha reso Minisini la miglior espressione di quel sogno. "Ho sempre cercato di dare più peso alle persone a cui volevo bene e se oggi sono qui è anche merito di chi mi è stato vicino, di chi ha sempre creduto in me anche quando non ci credevo nemmeno io. È a loro che va il mio ringraziamento oggi".

Il tema della routine

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Apripista del nuoto artistico al maschile in Italia, Giorgio Minisini è un atleta sensibile anche al di fuori della vasca. Tanto che ha voluto approfittare dell'Europeo di casa per presentare un esercizio tecnico a tema ambientale, dal titolo "A Plastic Sea" (Un mare di plastica). Il primo elemento della gara di esordio è stato ispirato dalle parole di David Attenborough, divulgatore scientifico e naturalista britannico, sull'impatto dell'attività umana sugli ecosistemi marini. "Io ho vissuto tanto a Ladispoli – spiega il campione azzurro – per me casa è ovunque ci sia il mare, quindi sono molto sensibile al tema. Ho messo dei pezzi di plastica sul costume per esprimere che tutta la plastica che produciamo poi ci torna indietro, ci resta attaccata". In acqua e fuori dall'acqua, Giorgio è insomma un ragazzo d'oro, in tutti i sensi.
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