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Il riscatto del re: Giorgio Minisini oro nel nuoto artistico ai Mondiali di Doha sulle note di “Hallelujah”

Il 27enne romano diventa il primo atleta azzurro a raggiungere il tetto del mondo in questo sport, dopo aver affrontato pregiudizi, un grosso infortunio e un errore nel duo misto proprio a questi campionati

di MARIANNA GRAZI -
7 febbraio 2024
Giorgio Minisini

Giorgio Minisini

Re Giorgio è tornato. L’ultima esibizione, quella della stanchezza, quella della storia. Giorgio Minisini è medaglia d’oro nel Solo, programma libero, di nuoto sincronizzato ai Mondiali in corso a Doha, in Quatar.

Da pioniere della specialità – questa è la sua decima medaglia iridata – è diventato presto l’uomo da battere, il ragazzo d'oro del nuoto artistico, quello che da quando la specialità è declinata anche al maschile ha trovato nel 27enne azzurro il campione che fa grande il nostro Paese. 

Un campione anche di umanità, capace di cadere e rialzarsi, anche in una stessa gara, anche dopo quell’errore che potrebbe pregiudicare tutta una carriera. 

Il riscatto 

Il suo oro, il primo per la nazionale azzurra, è quello di riscatto, dopo lo stop forzato un anno fa alla vigilia dell’appuntamento iridato a Fukuoka a causa di un brutto infortunio al ginocchio; dopo la perdita improvvisa del padre (noto giudice internazionale) qualche mese prima, subito dopo i successi agli Europei di Roma 2022. Ma soprattutto un riscatto dopo il blackout nella finale nel duo misto insieme a Susanna Pedotti, quando ai due terzi dell’esibizione insieme alla compagna di nazionale ha interrotto il suo esercizio, penalizzando la coppia in corsa per una medaglia, che invece alla fine ha chiuso al quinto posto.

L’argento nel programma tecnico aveva solo parzialmente risarcito per il 27enne romano dalla delusione, e sulle note di ‘Hallelujah' di Andrea Bocelli – che somiglia molto a un grido di liberazione – Minisini torna sul tetto del mondo all’ultimo giro, come l’ha definito.

Il campione Giorgio Minisini 

“Sono felice e soddisfatto – dice il nuotatore – Da questa esperienza ho capito che devo lavorare ancora molto. Questa gara l'ho sofferta particolarmente”. L’esercizio, chiuso con 211.8647 punti, l’ha portato sul gradino più alto del podio davanti allo spagnolo Dennis Gonzalez Boneu e al colombiano Gustavo Adolfo Sanchez.

“Ci sta anche il fatto di non aver avuto l'allenatrice che mi ha seguito in questi mesi. Era in tribuna ma non è lo stesso che averla in vasca – spiega ancora l’azzurro –. E questa è una cosa che devo essere capace di superare, perché non è possibile avere tutto ciò che si vuole”. 

Un risultato che lo gratifica, anche se da vero agonista non si accontenta. Ai microfoni dei giornalisti Minisini fa tanta autocritica: “Sono un pò dispiaciuto di non aver nuotato come volevo –dice –. Sicuramente ricevo tante lezioni da questo mondiale. Dopo il preliminare l'idea della medaglia l'avevo messa da parte. L'unico obiettivo era rendere fiera la mia allenatrice e spero di averlo fatto. Questo deve essere per me un punto di partenza”.

Oltre i pregiudizi

Di una carriera che però vanta tanti primati, e non solo perché il re del sincro si è fatto strada in una disciplina che fino a pochissimo tempo fa era per sole donne. Facendosi largo, in questo senso, tra tanti pregiudizi, tra chi lo appellava come ‘femminuccia’ e chi come omosessuale, fin da piccolo, fin da quando si è avvicinato a questo sport grazie ai suoi genitori, inseguendo con tenacia un sogno che l’ha portato ad essere il primo uomo azzurro a conquistare una medaglia mondiale da singolista, e quindi il primo campione del mondo della storia del nuoto artistico italiano.

Ispirando molti altri, liberando la disciplina da quell’immagine stereotipata del sincronizzato come esclusiva femminile. Una volta era il pioniere, dicevamo, adesso una certezza e uno dei tanti ‘grandi’ di questo sport. Che arrivano da tutto il mondo: poco prima dell’esibizione di Giorgio Minisini un altro atleta, il belga Renaud Barral, ha eseguito un’emozionante routine sul tema ‘redefining masculinity’, ridefiniamo la mascolinità. Segno che i tempi sono finalmente cambiati, come dimostra anche l’apertura alla gara singolare maschile ai prossimi Giochi olimpici.

Una promessa, quella dell’azzurro, che mamma Susanna De Angelis (ex sincronetta, ndr), suo primo tecnico presente a Doha, aspettava fin dal primo giorno in cui ha iniziato a gareggiare. Il bicampione d'Europa a Roma 2022 finora sul tetto mondiale c'era salito soltanto in coppia: la prima volta a Budapest 2017 con l'allora capitano Manila Flamini, la seconda sempre a Budapest nel 2022 insieme a Lucrezia Ruggiero. 

E ora l’asticella si alza ancora: obiettivo Olimpiadi Parigi 2024.