
Martina Caironi record del mondo nei 100m T63
Ambra chiama, Martina risponde. Dopo il recente primato mondiale dei 200 metri T63 siglato dalla grossetana Ambra Sabatini, nella gara regina, i 100m, è la compagna di nazionale Martina Caironi a stabilire il nuovo record del mondo. Al "Prefontaine Classic" di Eugene (Oregon, USA), una delle tappe più importanti della Wanda Diamond League di Atletica leggera, la campionessa bergamasca, per la prima volta sulla pista di una gara oltreoceano insieme alla collega azzurra Monica Contrafatto, ha infatti fatto segnare uno strepitoso 14.02 (+ 0,3 m/s), abbassando di ben 35 centesimi il suo personale e togliendo 9 centesimi al crono siglato dalla Sabatini quando conquistò la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, battendo proprio Caironi e Contraffatto.
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Dieci anni di velocità
Per quasi 10 anni Martina Caironi, tesserata Fiamme Gialle, ha dominato la distanza regina dell'atletica, da quell'oro ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 al successivo a Rio 2016, plurititolata a livello mondiale e europeo. Solo nella capitale nipponica la scorsa estate ha dovuto 'cedere' il gradino più alto del podio alla giovanissima Ambra Sabatini – compagna di club di 13 anni più piccola – che nella finale del 4 settembre 2021 aveva strabiliato il mondo intero precedendo proprio il suo mito, Martina, e l'altra compagna di nazionale Monica Contrafatto, in un'incredibile tripletta azzurra. Ma non è trascorso nemmeno un anno e la 'veterana' bergamasca, con un talento e una forza sorprendenti, si è andata a riappropriare del titolo di primatista iridata, siglando il nuovo record mondiale con 14.02 e chissà, pensando già a come infrangere la barriera dei 14 secondi.
Ambra Sabatini e Martina Caironi alle Paralimpiadi di Tokyo nella finale dei 100m
La chiave sta nella mente: corro più rilassata
Reduce dalla trasferta americana, Caironi ha rilasciato un'intervista a L'Eco di Bergamo, raccontando il suo straordinario momento di forma. "Sapevo di poter migliorare il primato personale (14”37, ndr), non di spingermi così in là: sì, gareggiare in un contesto del genere, ha fatto la differenza" spiega la quasi 33enne campionessa di tutto. E il contesto era quello di Eugene, Oregon, Stati Uniti, dove si è svolta la terza tappa stagionale della Diamond League (il circuito di atletica leggera più importante al mondo) sul tartan dell'impianto intitolato a Steve Prefontaine nel quale, tra appena un mese e mezzo, si disputeranno i Mondiali di Atletica (quelli di para atletica sono stati invece annullati). "Sarei dovuta essere a Barcellona, ma qualche settimana fa siamo state contattate dall’organizzazione. Hanno dimostrato di volerci fortemente (a lei e Monica Contrafatto, ndr), tanto è vero che i premi in denaro sono stati equiparati a quelli degli atleti olimpici", ha aggiunto la bicampionessa paralimpica al quotidiano della sua città. Insomma un bell'incentivo a volare oltreoceano che ha dato i suoi frutti migliori. Il tempo passa, le avversarie – soprattutto in casa – si fanno più agguerrite, ma Martina Caironi non molla e anzi si dimostra più che mai intenzionata a dimostrare che è sempre lei la donna da battere. "Un contributo me lo stanno dando anche nuove calzature e protesi, ma la base di tutto è la mente. Sto imparando a gareggiare più rilassata" prosegue l'atleta, campionessa anche di salto in lungo. Sicuramente una buona parte di questa nuova mentalità vincente le arriva dal ritorno, lo scorso autunno, a Bergamo dopo un decennio vissuto a Bologna. Ma il merito lo riconosce anche a Gianni Marcarini, il nuovo coach: "Mi segue quotidianamente, e mi sta facendo capire che, anche alla mia età, dopo un lungo percorso, a livello tecnico ho ancora dei margini di crescita".
Il podio tutto italiano alle Paralimpiadi di Tokyo 2020: da sinistra Monica Contrafatto (bronzo), Ambra Sabatini (oro) e Martina Caironi (argento)