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Scacchi, la Federazione esclude le donne transgender dai tornei femminili

La misura sarà applicata già a partire da lunedì 21 agosto: "Ma non ci sono restrizioni a giocare nella sezione open per persone che hanno cambiato sesso"

di LETIZIA CINI -
18 agosto 2023
Yosha Iglesias, giocatrice di scacchi transessuale

Yosha Iglesias, giocatrice di scacchi transessuale

Scacchi, a sorpresa la Federazione internazionale degli scacchi (FIDE), ha deciso di escludere “momentaneamente” le donne transgender dal calendario dei tornei femminili giustificando questa posizione con il bisogno di “ulteriori analisi” della situazione.

In caso di transizione

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Donne trans escluse dai tornei femminili: cosa sta succedendo e perché si parla (anche) di discriminazione di genere

“Nel caso di una transizione di genere da maschile a femminile, il giocatore non è autorizzato a partecipare agli eventi femminili fino a quando la Federazione non prenderà una nuova decisione”, si legge su un comunicato dell’organizzazione con sede a Losanna. La FIDE precisa che la misura sarà applicata già a partire da lunedì 21 agosto e che “non ci sono restrizioni a giocare nella sezione open per persone che hanno cambiato sesso”.

La FIDE esclude le donne transgender al calendario dei tornei femminili

Inoltre, la misura non si applica agli uomini trans che gareggiano nelle categorie maschili che, tuttavia, in base alle nuove regole temporanee, si vedranno privare dei titoli già vinti in tornei femminili disputati prima della transizione. Ad accendere una polemica destinata a tener banco non sono solo le regole temporanee ma le dichiarazioni ufficiali che le hanno accompagnate. La Fide ha cercato di ‘motivare’ il provvedimento dicendo che il cambiamento di sesso “ha un impatto significativo sullo status di un giocatore e sulla possibilità di accedere a futuri tornei”.

Lo stupore sulla scacchiera

Stupisce che in uno sport come questo - dove ad essere prioritarie sono le prestazioni mentali, come la concentrazione e la strategia - vengano fatte distinzioni di genere. Oltre al fatto che la quasi totalità dei tornei di questa disciplina non prevede la divisione delle categorie di genere in maschili e femminili. Salvo l’esistenza di alcuni campionati ufficiali in cui è prevista la sola competizione tra donne. Al contrario, invece, non esistono tornei solo maschili di scacchi. Quelli riservati alle giocatrici, infatti, furono ideati proprio con l’obiettivo di dare una spinta alla presenza di donne in questo sport, dove tendono a essere molto poche e con una scarsa visibilità. Una scelta che stride con l’annuncio di escludere le donne trans dalle competizioni femminili perché ipotizza che le performance mentali di una persona di sesso maschile nel gioco degli scacchi sarebbero di partenza superiori rispetto a quelle di una di sesso femminile.

Tempesta di critiche

Sulla FIDE si sta abbattendo una tempesta di critiche in queste ore, soprattutto da parte di scacchiste. Come nel caso di Yosha Iglesias, giocatrice professionista e donna trans, che definisce "straziante e inutile" la decisione della FIDE.

Sul fronte sportivo

Sul fronte sportivo, dopo lo stop nel nuoto, anche il mondo del rugby lo scorso anno ha detto "NO" alle donne trans, in quanto queste atlete avrebbero "vantaggi sproporzionati rispetto agli altri". Lo si evince dal comunicato diffuso dall'International Rugby League (IRL) con il quale è stato vietato alle donne transgender di giocare nella lega internazionale di rugby femminile. Un nuovo stop, dopo che la Federazione internazionale di nuoto (Fina) aveva imposto il divieto alle atlete trans* di competere in eventi di nuoto femminile d'élite.
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Sul fronte sportivo, dopo lo stop nel nuoto, anche il mondo del rugby dice no alle donne transgender, in quanto queste atlete avrebbero "vantaggi sproporzionati rispetto agli altri

La International Rugby League, nel comunicato, ha sottolineato che sono necessarie ulteriori consultazioni e ricerche prima che la politica di inclusione possa essere finalizzata. Ma nel frattempo, la decisione della IRL si traduce in un pesante momento d'arresto per le atlete transgender che quest'anno dunque non potranno prendere parte alla Coppa del Mondo di rugby femminile.